Prima pagina » Cronaca » Ultima Generazione al tribunale di Roma: “Non ci fermano coi processi”

Ultima Generazione al tribunale di Roma: “Non ci fermano coi processi”

Si è svolta alle 13:00 la prima udienza per il processo agli attivisti di Ultima Generazione che il 2 gennaio hanno imbrattato il Senato

Attivisti di "Greenpeace" mostrano solidarietà agli attivisti di "Ultima Generazione"

Roma, Piazzale Clodio ore 13:00 per un presidio di Ultima Generazione. Dentro le aule del tribunale tre attivisti dovranno rispondere dell’imbrattamento della facciata del Senato lo scorso due gennaio. Il Governo si è costituito parte civile nella lotta contro quelli che vengono ormai indicati come eco – terroristi. Eppure gli attivisti hanno sempre e solo messo in atto proteste non violente che, a parte qualche disagio ai cittadini non ha comportato nessun atto di terrorismo o violenza.

Striscioni e cartelli di solidarietà agli attivisti

Intanto nelle aule di tribunale il giudice ha rinviato immediatamente l’udienza al 18 ottobre, dopo aver terminato le formalità del rito ordinario scelto dagli imputati. Sarà ammesso a testimoniare il geologo Mario Tozzi, gli attivisti di Ultima Generazione porteranno a loro sostegno le parole degli scienziati.

I ricercatori e scienziati di “Scientist Rebellion”

Fuori dai cancelli si radunano decine di attivisti a rivendicare la loro azione e continuare la loro lotta affinché il Governo prenda sul serio l’emergenza climatica e decida per lo “stop alle sovvenzioni ai combustibili fossili”.

Ultima Generazione a processo a Roma, molti i politici a sostegno degli attivisti

Gli attivisti di Ultima Generazione non sono soli, a sostegno della “persecuzione giudiziaria che subiscono” ci sono Amnesty Intenational, Scientist rebellion. Nella piazzetta di fronte al Tribunale anche Ilaria Cucchi (Sinistra Italiana) dà il suo sostegno, nelle vicinanze anche Angelo Bonelli (Europa Verde). La politica non è indifferente, prendono parola Alfonso Pecoraro Scanio (Ex Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia) e Nicola Fratoianni (Liberi e Uguali). Il messaggio al Governo è chiaro: “Non si possono criminalizzare cittadini che mettono in atto forme di protesta non violente”.

Chloè Bertini

Ad aprire il presidio è Chloe Bertini, giovane attivista che negli ultimi giorni è stata trascinata nel polverone mediatico per un testa a testa piuttosto acceso con Francesco Borgonovo su La 7.

Il suo è un intervento accorato a sostegno delle ragioni di Ultima Generazione: “chiediamo lo stop immediato ai sussidi pubblici da parte dello Stato alle industrie che alimentano l’uso dei combustibili fossili”. La stessa attivista ricorda come l’imbrattamento del Senato creò una forte polarizzazione da parte della politica divisa tra chi sostiene la loro battaglia e chi li indica come criminali.

“Siamo cittadini comuni che chiedono al proprio governo di spendere i soldi pubblici in maniera cosciente, coerente con l’emergenza che viviamo e non saranno le conseguenze legali a fermare le nostre azioni”.

Gli attivisti in presidio: “15 mila morti di caldo nel 2022”

Solo lo scorso anno in Europa 15.000 persone sono morte per le conseguenze di temperature estreme, gli attivisti ricordano come le tragedie legate al clima non riguardano più Paesi lontani ma stanno arrivando a noi, attraverso le condizioni climatiche estreme ma anche con le centinaia di migliaia di persone che fuggono dalla propria terra arrivando in Italia e portando il sistema di accoglienza al collasso.

“Non facciamo queste azioni con leggerezza” aggiunge Chloe “Le persone a cui abbiamo affidato il nostro futuro sta usando il potere per favori le industrie che ci stanno distruggendo”.

Laura Renzi _ Amnesty International

Al termine dell’udienza in tribunale Davide, uno degli imputati ha rilasciato una dichiarazione: “Io e Alessandro siamo a chiamati a rispondere delle nostre azioni per aver colorato il Senato. La nostra vernice colora, mentre i combustibili fossili ci uccidono, giorno dopo giorno. Di cosa ci preoccupiamo di più? Al nostro Governo sembra interessare di più la vernice. A noi interessa di più il nostro futuro, in linea con quanto dice dice l’articolo 9 della Costituzione: ‘La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’. Noi chiediamo solamente che il diritto alla vita, al benessere e alla salute venga tutelato e in questo momento il riscaldamento globale lo sta minacciando fortemente. La vernice che abbiamo utilizzato è uno strumento per indicare la crisi climatica in cui siamo e per indicare la responsabilità che ha la politica di agire per contrastarla. Noi siamo sempre rimasti nella cornice della non violenza e così sarà anche nel futuro”.

Ultima Generazione a processo, i politici in sostegno

Nel corso del Presidio molti i sostenitori degli attivisti che hanno preso parola:

Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’ambiente parla della necessità di “far capire a tutti che dobbiamo togliere i sussidi ai combustibili fossili. È una battaglia che deve andare avanti, che è necessaria e non si possono trattare come criminali dei ragazzi che lanciano vernice lavabile al Senato”.

Alfonso Pecoraro Scanio

Tommaso, 30 anni, una laurea in scienze politiche e un’azienda agricola di famiglia da portare avanti. Ha scelto di unirsi a Ultima Generazione e diventare un attivista da oltre un anno; ci ha raccontato come la percezione che i cittadini hanno sulla crisi climatica stia lentamente cambiando: “abbiamo visto che da un forte contrasto oggi iniziamo a ricevere solidarietà, speriamo che alle parole seguano i fatti e tutti si avviino verso la disobbedienza civile”.

Tommaso, attivista di Ultima Generazione

Nicola Fratoianni, ribadisce che Alleanza Verdi e Sinistra, non accetta il rovesciamento del senso delle parole che sta facendo il Governo. “Non è accettabile che attivisti e attiviste che protestano in modo non violento vengano messi sul banco degli imputati come nemici e nemiche pubblici. È indecente”.

Nicola Fratoianni

L’udienza è slittata, ma la protesta degli attivisti non si fermerà finchè non ci saranno risposte concrete da parte della politica. Intanto sono sempre di più le persone che dicono di sostenere la battaglia degli ambientalisti sperando che la loro protesta non violenta possa davvero dare come frutto una nuova idea di sostenibilità ambientale.