Prima pagina » Cronaca » Striscione a Roma. Agenti del carcere di Caserta alla gogna mediatica: “Mele marce”

Striscione a Roma. Agenti del carcere di Caserta alla gogna mediatica: “Mele marce”

Roma. Uno striscione condanna i 52 poliziotti penitenziari che hanno pestato i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere

Striscione: "52 mele marce? Abbattiamo l'albero!"

Striscione: "52 mele marce? Abbattiamo l'albero!"

È semplice e immediato etichettare come criminale chi commette un atto di violenza lesivo della dignità umana. Certamente più intricato è il giudizio nei confronti di chi, etichettando e generalizzando, tende a condannare al pubblico processo non solo il criminale, ma anche tutti gli appartenenti alla sua categoria. E ciò nonostante la presenza di un sistema giudiziario perfettamente in grado di agire. E la questione si complica ulteriormente nel caso in cui chi ha scalfito l’incolumità di un essere umano, si trova a dover temere per la propria incolumità di fronte alla gogna mediatica.

Lo striscione contro gli agenti del carcere di Santa Maria Capua Vetere

“52 mele marce? Abbattiamo l’albero!”: è il testo dello striscione, con il simbolo di un movimento anarchico, trovato su un cavalcavia di Roma, secondo quanto riferito in ambienti della polizia penitenziaria. Lo striscione fa riferimento ai 52 poliziotti penitenziari destinatari di misure cautelari emesse per i pestaggi dei detenuti avvenuti il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).  

Tremano agenti penitenziari in tutta Italia

Lo striscione è stato poi successivamente rimosso. La frase minacciosa, però, ha destato forte preoccupazione fra gli agenti della Polizia Penitenziaria che hanno riferito del fatto. “Per la nostra incolumità ci stanno consigliando di recarci al lavoro indossando non la divisa, ma abiti civili. Nei giorni scorsi, infatti, alcuni agenti sono stati oggetto di insulti in strada” si apprende dagli ambienti della polizia penitenziaria. “Non siamo tutte mele marce“, sottolineano alcuni agenti. “È giusto che chi ha sbagliato paghi, ma tra noi ci sono tantissimi colleghi che onorano la divisa e che ora temono per la propria incolumità”.

La nota dell’Unione dei Sindacati della Polizia Penitenziaria

“Lo striscione apparso contro la Polizia Penitenziaria è solo uno dei segnali di pericolo che deve far riflettere chi continua a pubblicare foto, nomi e indirizzi di persone appartenenti a un’istituzione dello Stato. In questo modo si rischia la reazione di appartenenti alla criminalità, mentre sono le aule di giustizia a dover giudicare”. Lo sottolineano, in una nota, Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, presidente nazionale e segretario regionale per la Campania dell’Unione dei Sindacati della Polizia Penitenziaria (Uspp).

Polizia penitenziaria: garante dell’ordine

“Troppa attenzione mediatica – aggiungono – rischia di generare pericoli anche per la tenuta del sistema carceri. Fino a prova contraria è la polizia penitenziaria a mantenere l’ordine, la sicurezza e la legalità che non può essere considerata solo all’interno delle mura perimetrali dei penitenziari ma anche per l’intera società pubblica”.

L’appello

“Chiediamo a chi ha la responsabilità politica e amministrativa provvedimenti a tutela di chi, svolgendo correttamente il proprio lavoro, porta avanti un servizio pubblico. Queste persone non possono rischiare, a causa di azioni da punire con un regolare processo e non in piazza“, concludono Moretti e Auricchio.

Lascia un commento