Delirio von der Leyen: soldi in prestito dalla Ue per regalarli a Kiev
La Commissione Europea propone di usare il MES per finanziare a fondo perduto l’Ucraina: a conferma che l’unico a muovere passi concreti verso la pace resta sempre Trump
Ursula von der Leyen (immagine dall’account X - ex Twitter - di Geert Wilders)
Quando Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, tira fuori un coniglio dal suo cilindro, solitamente c’è da preoccuparsi, e l’ultima genialata non fa eccezione. Trattasi di una proposta (termine fin troppo nobilitante) per sostenere economicamente l’Ucraina, e in particolare i suoi sforzi bellici contro la Russia. A ennesima conferma che, mentre Oltreoceano c’è chi si impegna per porre fine alla guerra, il Vecchio Continente “lavora” per farla proseguire.

Tre euro-opzioni per l’Ucraina
Il Fondo Monetario Internazionale, come riporta Eunews, ha stimato che entro il 2027 Kiev dovrà coprire un buco di bilancio da circa 135,7 miliardi. Un fabbisogno a cui, non si capisce perché, dovremmo provvedere noi, anche se, aggiunge Euronews, corrisponde praticamente all’intero ammontare corrisposto dall’Europa in quasi quattro anni. Per reperire questa cifra, Frau URSSula, come riferisce la Reuters, ha presentato ai Capi di Stato e di Governo dei Ventisette tre opzioni.

Quella preferita è l’esproprio di 175 miliardi di asset russi congelati, da dare in prestito all’Ucraina. La quale li restituirebbe poi in un secondo tempo se e quando Mosca accettasse di pagare dei risarcimenti bellici, cosa ovviamente tutt’altro che scontata. Al progetto, comunque, si oppone strenuamente il Belgio, che ospita la maggior parte dei beni immobilizzati e teme le inevitabili ritorsioni del Cremlino.

Le alternative, spiega Il Fatto Quotidiano, consistono nell’emissione di debito comune comunitario, che però i cosiddetti “Paesi Frugali” vedono come il fumo negli occhi. Oppure nel ricorso a sovvenzioni erogate direttamente dagli Stati membri.
La genialata della von der Leyen
In quest’ultimo contesto, come ha rivelato La Stampa, l’inquilino di Palazzo Berlaymont ha azzardato la possibilità di attingere dal MES. Il famigerato Meccanismo Europeo di Stabilità, la cui riforma è ancora provvidenzialmente bloccata dalla mancata ratifica da parte del Parlamento italiano.

In sostanza, significherebbe farsi prestare soldi dal Vecchio Continente per poi versarli a Kiev a fondo perduto. Con in più il corollario che, per accedere a questi finanziamenti, bisogna acconsentire a farsi dettare l’agenda politico-economica da Bruxelles.

Tutto questo in un frangente in cui, come ha perfidamente ricordato il Premier ungherese Viktor Orbán, il Governo gialloblù è investito da un gravissimo scandalo di corruzione. Al punto che continuare a foraggiarlo equivarrebbe ad «aiutare un alcolizzato mandandogli un’altra cassa di vodka». En passant, mentre il numero uno Volodymyr Zelenksy, scrive Radio France, conclude affari miliardari coi nostri rivali della Francia per l’invio di armi, inclusi 100 jet Rafale.
La sua posizione, comunque, è anche comprensibile, essendo stato cooptato da Sleepy Joe Biden per combattere un conflitto per procura in vece americana. Frattanto però l’amministrazione Usa è cambiata, e il Presidente Donald Trump cerca faticosamente di costruire la pace, per esempio col piano in 28 punti anticipato da Axios.

In quest’ottica, diventa sempre più evidente come l’ex comico non sia parte della soluzione, ma del problema. E, finché non prenderanno atto di queste mutate condizioni, lo saranno anche la Ue targata von der Leyen e gli autoproclamati “volenterosi”. Ma tutto va bene, madama la Baronessa.



