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Vincenzo Muccioli, capro espiatorio per una psichiatria che ancora oggi usa la violenza

Lanciò un messaggio alle mafie: i ragazzi eroinomani non sono vostri, ma sono liberi e appartengono alle loro famiglie

Vincenzo Muccioli

Anche Netflix ha deciso di dedicare un suo documentario alla comunità di San Patrignano e al suo fondatore, Vincenzo Muccioli. La sua attività professionale, la sua missione umana iniziò in un’Italia devastata dal terrorismo, l’eroina, l’Aids. Dopo il fiorente e vivace ’68 il nostro paese entrò in uno stato di guerra interna. Fu qualcosa di simile alla pandemia di oggi, era uno stato di emergenza.

Dall’eroina si può guarire

In questo contesto lui diede un annuncio al nostro paese: dall’eroina si può guarire. Questa verità dava speranze alle famiglie, e soprattutto un messaggio alla criminalità organizzata.

La sua terapia contemplava la terra, le forze della natura, la poesia delle piante, la tenerezza degli animali. La salute era per lui un fatto spirituale, riabilitare la tossicodipendenza fu la sua vocazione ma anche la sua odissea. Decine di migliaia di persone si rivolsero a questa comunità, che da allevamento di cani di razza divenne luogo di calvario, disperazione ed espiazione per anime inquiete.

Vincenzo Muccioli, l’incarnazione di un padre

Vincenzo Muccioli incarnò un padre severo, anche “padrone”, per questi ragazzi disorientati. La sua figura carismatica degenerò nella violenza su persone già violentate dentro. Forse venne travolto dalle migliaia di richieste di aiuto straziante che gli giunsero, e probabilmente non seppe mantenere la sua autorità solida che pedagogicamente punisce per il bene, degenerando in percosse e maltrattamenti. Purtroppo inoltre la violenza di stato avviene ancora anche con i Tso, l’elettrochoc, ospedali fatiscenti con le sbarre, farmaci che rendono incoscienti, metodi di contenzione e lacci che bloccano ai letti. Perché la psichiatria non parla di questo come sistema e condanna solo di Muccioli? Perché si rifugia dietro questo capro espiatorio? La libertà è condizione della terapia.

Ma devo dire che ci fu anche tanta ingratitudine verso di lui. Non intendo giustificare ciò che successe ma forse fu anche il prezzo per salvare dal fronte della droga migliaia di persone. Lo andai a trovare come ministro per la famiglia e mi resi conto che gruppi di potere enormi erano contro di lui e così anche contro di me che ero andato a trovarlo. Ma era mio dovere perché in parte avevo anche ricevuto il suo mandato. L’acrimonia che vidi mi restò dentro. Ma anche gli insegnamenti di Vincenzo Muccioli.

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