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Università, questa è la peggiore d’Italia: con la laurea puoi andare solo a pulire i gabinetti | Facevi prima a fermarti alle medie

Studente senza futuro - Pexels - Romait.it

Non devi iscriverti a questo ateneo se vuoi davvero trovare lavoro e costruirti un futuro stabile e concreto.

Il sistema di istruzione italiano viene spesso descritto come un gigante antico, immobile e incapace di stare al passo con i tempi. Le aule universitarie, con i loro metodi didattici fermi agli anni settanta, sembrano più musei della memoria che luoghi dove si formano i professionisti del futuro.

Il risultato è che tanti studenti passano anni interi sui libri senza mai toccare con mano la realtà del loro lavoro. E così ci si ritrova con giovani pieni di titoli, ma senza alcuna esperienza pratica, quasi disarmati di fronte al mercato del lavoro che richiede competenze tangibili e aggiornate.

Molti genitori poi investono risorse enormi per mantenere i figli all’università, nella speranza che una laurea garantisca un futuro migliore. Invece, il più delle volte, i laureati italiani faticano a trovare un impiego adeguato, costretti ad accontentarsi di lavori che non hanno nulla a che vedere con i lunghi anni passati sui manuali.

Non è così ovunque

Il confronto con i sistemi esteri rende ancora più evidente il ritardo del nostro paese. In molte università europee e americane, i percorsi formativi sono costruiti per essere immediatamente applicabili. Gli studenti di medicina, per esempio, affiancano subito lezioni teoriche e pratica clinica, lavorando a stretto contatto con ospedali e pazienti.

La differenza si riflette inevitabilmente sul mercato del lavoro. Un laureato che ha accumulato esperienza sul campo durante gli anni di studio entra più facilmente in contatto con le imprese e può dimostrare competenze operative già dal primo colloquio. Al contrario, in Italia molti studenti si ritrovano a dover fare tirocini mal pagati dopo la laurea, quasi come se il loro percorso non fosse stato sufficiente a prepararli davvero.

Studenti – Pexels – Romait.it

L’università peggiore

Il cuore della questione emerge dai dati più recenti. Tra le università italiane con meno di 10.000 iscritti, primeggia Camerino con 96 punti, seguita da Cassino, che risale di due posizioni, e dalla Tuscia. Chiudono la classifica Teramo e il Molise, considerate le meno frequentate del paese secondo il ranking governativo. Nonostante ciò, l’Anagrafe nazionale degli studenti universitari registra una crescita delle immatricolazioni del 5,3% rispetto all’anno precedente, con il Centro Italia a guidare l’impennata con un +14%.

La distribuzione delle nuove iscrizioni rivela preferenze interessanti: l’area giuridica, economica e sociale raccoglie il 35,4% degli studenti, trainata soprattutto dall’economia con il 43%. Seguono le discipline Stem con il 28,6%, il settore sanitario e agro-veterinario con il 18,4% e infine l’area umanistica e artistica con il 17,6%. Università peggiore? Quella che non viene frequentata.