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Il consulente legale: un nuovo ruolo strategico per l’impresa

L’epoca del consulente legale “generico”, capace di occuparsi indistintamente di ogni materia, sta comprensibilmente tramontando

Un avvocato che firma dei documenti

L’immagine tradizionale del professionista legale è spesso legata alle aule di tribunale, a una figura chiamata a intervenire quando un problema è già sorto, magari in una situazione di conflitto. Questa visione, un tempo corretta, oggi descrive solo una piccola parte del lavoro legale, specialmente quello dedicato al mondo delle imprese. Il contesto economico attuale è molto cambiato, diventando più veloce, globale e interconnesso. Regole internazionali, nuove tecnologie digitali e una forte attenzione al rispetto delle norme (la cosiddetta “compliance”) hanno imposto un profondo cambiamento. Il supporto legale non serve più solo a “curare” un problema dopo che si è verificato; è diventato essenziale per “prevenirlo”, assumendo un ruolo di vera e propria strategia aziendale.

Dalla gestione del problema all’anticipazione del rischio

Operare sul mercato di oggi richiede alle aziende la capacità di guardare avanti e di anticipare le difficoltà, non solo di risolverle. Questioni complesse come la protezione dei dati personali (il noto GDPR), il rispetto delle norme di sicurezza nella catena di fornitura, o la stesura di contratti internazionali con partner stranieri non sono più eccezioni, ma rappresentano la normale gestione quotidiana. Aspettare che sorga un disaccordo, che si verifichi una violazione dei dati o che avvenga un controllo da parte delle autorità per consultare un legale significa, molto spesso, agire in ritardo, quando il danno economico o di immagine è già avvenuto.

È in questa nuova situazione che la figura dell’avvocato per aziende è diventata un punto di riferimento centrale per la gestione. Il valore di questo professionista non si misura più solo sulla sua capacità di vincere una causa, ma sulla sua abilità nel ridurre i rischi prima che si presentino, aiutando a strutturare le operazioni (come accordi commerciali, assunzioni o ingressi in nuovi mercati) in modo che siano solide fin dall’inizio.

Il consulente come partner per la crescita

Questo cambiamento di prospettiva modifica anche il modo in cui l’azienda percepisce la consulenza legale. Quello che una volta poteva essere visto come un costo inevitabile, da sostenere solo in caso di emergenza per limitare i danni, oggi è considerato un investimento importante per la stabilità e la crescita dell’impresa. Una struttura legale ben costruita, infatti, non si limita a difendere l’azienda, ma ne protegge attivamente i beni più importanti, molti dei quali sono “intangibili”.

Si pensi alla tutela delle idee innovative, dei marchi, dei brevetti o dei software sviluppati internamente, che spesso rappresentano il vero motore competitivo di un’impresa. Allo stesso modo, gestire correttamente e costantemente le normative non significa solo evitare multe e sanzioni, che possono essere molto pesanti; diventa un biglietto da visita fondamentale che dimostra serietà e affidabilità, rafforzando così la fiducia di investitori, banche, partner e clienti.

La necessità di una conoscenza specifica

Di conseguenza, l’epoca del consulente legale “generico”, capace di occuparsi indistintamente di ogni materia, sta comprensibilmente tramontando, specialmente nel mondo delle imprese ad alta complessità. La stratificazione delle leggi moderne e la loro rapida evoluzione richiedono una preparazione molto specifica e un aggiornamento continuo. Le aziende ricercano quindi professionisti con competenze mirate e verticali, figure capaci di capire i processi interni dell’impresa, di dialogare con i manager, di suggerire le giuste modifiche operative e, in pratica, di costruire l’architettura legale più adatta per sostenere la crescita in piena sicurezza.