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Uccide il figlio disabile e la moglie per la disperazione

Il dramma è avvenuto ieri nel quartiere Trionfale

E’ avvenuto ieri nell’appartamento di via Maria Pezze Pascolato, quando Sergio Ruggero, pensionato di 76 anni, ha soffocato nel sonno il proprio figlio, Alessandro, 36 anni, ed ha tentato di fare lo stesso con la propria moglie. Non riuscendoci, le ha sparato un colpo di pistola in testa. Ha poi telefonato alla Polizia per farsi arrestare. Agli inquirenti ha spiegato le motivazioni del suo gesto, da ricercarsi nella disperazione di una situazione insostenibile.

La moglie era in preda ad una forte depressione che cercava di arginare con dei farmaci, mentre la condizione del figlio disabile, costretto sulla sedia a rotelle, tormentava i genitori, spaventati di cosa ne sarebbe stato di lui dopo la loro morte. Questa tragedia è stata scatenata dalla solitudine e dal senso di abbandono di un uomo che, di fronte ad un futuro scuro e minaccioso, non ha retto ed ha deciso di porre fine alla propria famiglia. In molte case dei nostri quartieri, solitudini e sofferenze sono presenze invisibili all’esterno ma ordigni pronti ad uccidere ed a demolire.

Ciò non può essere derubricato come “tragedia occasionale” ma è la “struttura” su cui si fonda lo stile di vita odierno: i rapporti interpersonali, la solidarietà, la difesa dei deboli da parte dello Stato sono stati sgretolati, togliendo alla persona la possibilità di sopravvivere e di far sopravvivere la propria stessa famiglia. Non è detto che alla base di certi drammi non sia proprio l’estremo amore, violentato dalla realtà, ad accendere la miccia.

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