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Ti critico perché sei donna: Salvini contro Raggi, l’autogol dell’uomo alfa

Salvini contro Raggi, una subdola mentalità maschilista dura a morire: da “Oca del campidoglio” fino al tristemente noto “Patata bollente”

Matteo Salvini e Virginia Raggi

Matteo Salvini e Virginia Raggi

C’era una volta la donna, antropologicamente creata per partecipare attivamente alla procreazione, accogliere il seme maschile, portare in grembo i figli, partorirli e crescerli garantendo loro un ambiente familiare sano e affettuoso.

E c’era una volta l’uomo, antropologicamente creato per garantire la conservazione della specie, scegliere (testando bene prima) la donna da ingravidare e per distribuire poi copiosamente e generosamente il suo seme, garantendo nel contempo alla sua famiglia il sostentamento economico.

In sintesi: la donna sta a casa e cresce i figli, l’uomo in giro a lavorare. Semplicissimo

Poi per fortuna la specie umana si è evoluta, secoli e secoli di progresso passato in mezzo a guerre, rivolte, omicidi, rivoluzioni e conquiste.

Dopo innumerevoli passi avanti, oggi il mondo non è più monocromatico ma finalmente è rosa&celeste, la donna ha sgomitato e conquistato il suo posto anche fuori dal focolare domestico e siede su poltrone anche importanti: in Parlamento, ai vertici di SpA, nei consigli di amministrazione e last but not least come vice-presidente degli Stati Uniti.

I salari continuano a non essere equiparabili però ed una donna in età di gravidanza continua ad avere la peggio al cospetto di rivali dell’altro sesso ma questi sono “dettagli”…

In quest’ottica chi si è sconvolto quando il 5 giugno 2016, con un totale di 770.564 voti, è stata eletta il primo Sindaco donna di Roma Capitale e la più giovane di sempre a ricoprire tale carica? Nessuno!

Al Governo solo 7 ministri donna su 21

A distanza di anni siamo ancora tutti testimoni però della presenza di una subdola mentalità maschilista che l’ha dura a morire, si nasconde dietro sorrisi affabili e discorsi moderni e progressisti ma pubblica poi prime pagine dai titoli inequivocabilmente dimostrativi di questa triste realtà: “La bambolina e il vertice farsa”, “Oca del campidoglio”, “la marchesa del grillo” fino al tristemente noto “La patata bollente” di feltriana ispirazione, un titolo che è valso al direttore di Libero il rinvio a giudizio per diffamazione.

L’attualità, rimanendo sull’informazione, ci porta anche alle schermaglie verso Bianca Berlinguer apostrofata da Mauro Corona come “gallina” che gli ha fatto vincere la giusta espulsione dalla Rai.

Circoscrivendo la riflessione all’ambito politico troveremo però sia in uno schieramento che nell’altro esempi di sessismo tra battute, accuse o semplicemente mancati incarichi.

Il Governo, infatti, sebbene si proclami progressista e moderno annovera solo 7 ministri donna su 21, un record rispetto al passato ma ben lontano dal 51% di popolazione femminile italiana rispetto alla maschile.

Una delusione, diciamolo francamente

Da parte sua lo schieramento opposto resta radicato a posizioni conservatrici, un esempio chiaro arriva dal solito Berlusconi che parlando della sua candidata Jole Santelli (ai tempi della campagna elettorale per la presidenza della regione Calabria), invece di esaltarne le doti politiche, la apostrofava come “quella che non me l’ha mai data”.

E arriviamo infine al leader di quella parte politica, Salvini, che pochi giorni fa al Parco di Centocelle insulta il sindaco di Roma (o vogliamo chiamarla sindaca?) con uno “è scema proprio”, con una confidenza e una libertà tipica di chi è convinto di parlare con una persona che ritiene inferiore.

Proprio questo porsi su un altro livello, non per aspetti politici ma per una semplice differenza di genere, lascia l’amaro in bocca a chi crede in una parità tra i due sessi.

Virginia Raggi, un sindaco coraggioso

Parlare del sindaco di Roma, indipendentemente da come la si pensi politicamente, con espressioni così indegne come se si parlasse di un sottoposto, dovrebbe far indignare qualsiasi donna, in modo trasversale.

La Raggi può essere giudicata con favore o meno ma è una donna che, nonostante il genere sessuale e tutti gli strascichi antropologici di cui si è parlato, ha dimostrato di avere molti più attributi di tanti altri uomini. Una donna alla quale non si può negare di aver ricoperto con coraggio e ambizione il suo ruolo, di non essersi fermata davanti a niente, neanche davanti ai mass media che aizzavano il popolo contro di lei o davanti alla mafia che le ha dichiarato guerra aperta.

E allora lasciamo scegliere agli uomini piccoli, argomenti piccoli per criticare chi non può essere attaccato in altro modo. Lasciamo che, più che le loro promesse, siano i fatti a dimostrare a tutti cosa c’è dietro le loro parole.

François de La Rochefoucauld diceva al riguardo: “Le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata”. Non si può che essere d’accordo.

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*Cristina Colantuono

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