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Italia reclusa, economia falciata: non per Covid, ma per i tagli alla Sanità

La sanità in Italia, questo il vero motivo per cui siamo segregati e le nostre attività economiche in rovina

Sanità in Italia, la vera epidemia è già stata qui. In questi ultimi 15 anni la nostra classe dirigente ha causato immani disastri nella sanità pubblica. Naturalmente di ogni partito e versante, nessuno escluso, chiudendo ospedali e riducendo drasticamente i posti letto.

L’ospedale di Tivoli ad esempio, prima di questi tagli aveva 500 posti letto, attualmente ne sono stati confermati 190. È ovvio che all’arrivo di una pandemia, l’unica misura che uno Stato con un tale deserto sanitario può adottare, è quella di chiudere tutto e tenerci reclusi in casa.

La pandemia Covid-19 risulta ingestibile in Italia non per la sua effettiva gravità, ma poiché non ci sono più gli ospedali e mancano tantissimi medici e infermieri.

Sanità in Italia, il drammatico taglio dei fondi

Se i nostri governanti, che ora sono così preoccupati per la nostra salute, non avessero tagliato i fondi sanitari, la pandemia da Sars-coV-2 sarebbe gestibile senza chiudere esercizi commerciali, cittadini nelle case, le scuole e i locali, falciando un intero sistema economico. Questo è il vero motivo per il quale ci tengono segregati, limitando le libertà individuali. Un popolo spaventato non ha forza di ribellarsi a questa classe politica di inetti e incapaci. E così accetta le responsabilità sanitarie che sono invece dei governanti.

La loro ignoranza è così evidente che hanno dovuto affidare incarichi tecnici e professionali a circa 750 consulenti iper-pagati con le tasse di chi ancora le paga e sempre le pagherà. La riduzione dei parlamentari non ha senso rispetto alle somme che lo Stato dovrà sborsare per pagare questi consulenti. La colpa è certamente anche nostra, del popolo che ha votato questa classe politica inadeguata a gestire la complessa macchina statale. Non è sufficiente blaterare ‘onestà onestà’. Ma di quale onestà si parla? Non vi è neanche onestà nel discorso pubblico.

Infatti, nonostante gli scandali che quotidianamente emergono, solo pochi giornali non “di sistema” pubblicano queste riflessioni.

Cesare Giubilei

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