Stipendio, bonus nascosto da 700€ in arrivo: sono soldi che ti spettano da anni | Ti devono pagare doppio in questi giorni del calendario

Le ex festività presenti nel calendario nazionale fino a qualche decennio fa possono essere trasformate in permessi contributivi - Romait.it - foto Canva
Milioni di lavoratori potranno usufruire di uno stipendio più alto: ecco cosa cambia rispetto agli anni passati.
Da ora si potrà ricevere un guadagno extra nella propria busta paga grazie ai cosiddetti permessi retributivi. Con ciò si fa riferimento a tutte quelle festività che nel tempo sono state soppresse, e che i dipendenti possono utilizzare entro la scadenza o monetizzare.
Fino agli anni ’70 questi particolari giorni erano riconosciuti nel calendario nazionale, ma oggigiorno non prevedono più la chiusura di scuole o uffici, né tanto meno il diritto automatico all’astensione retributiva.
Per tutte queste ragioni è fondamentale capire come funzionano queste festività soppresse, che possono comunque essere pagate, aggiungendo una somma considerevole al proprio stipendio, alla quale non si può assolutamente rinunciare.
Ex festività aggiunte nella busta paga
Nonostante siano state rimosse, le ex festività presentano ancora dei benefici. Come accennato in precedenza, le suddette sono state trasformate in permessi retributivi, che possono essere usati dai lavoratori come giornate od ore di riposo.
Questo significa che si ha l’opportunità di accumulare le ore, usufruibili entro una scadenza prestabilita, oppure si trasformano in remunerazione salariale. I dettagli tendono tuttavia a variare in base al contratto.

Quali sono le ex festività?
Le festività civili attualmente riconosciute sono tre, a fronte delle sette presenti nel calendario fino a qualche decennio fa. Nello specifico si tratta della Festa della Liberazione (25 aprile), della Festa dei Lavoratori (1 maggio) e della Festa della Repubblica (2 giugno). Ovviamente ad aggiungersi alla lista ci sono anche le ricorrenze religiose: Natale, Capodanno, l’Immacolata, Epifania, Ferragosto, Ognissanti, Pasqua e Pasquetta.
In passato i lavoratori rimanevano a casa altri cinque giorni, in corrispondenza delle seguenti festività: San Giuseppe, S.S. Pietro e Paolo, Corpus Domini, Ascensione e Festa dell’Unità Nazionale. Tutte queste, pur essendo state abrogate, pesano sullo stipendio considerato che vengono trasformate in permessi contributivi. Per quanto riguarda le prossime date importanti, per le quali si potranno maturare i famosi permessi, ricordiamo la Giornata dell’Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate (martedì 4 novembre 2025), San Giuseppe (giovedì 19 marzo 2026), Ascensione (giovedì 14 maggio 2026) e Santi Pietro e Paolo (lunedì 29 giugno 2026).