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Stadio della Roma: oggi il carotaggio a Pietralata, ma un sit-in blocca tutto. Cosa è successo

I lavori sono stati sospesi: niente rilievi. La protesta dovuta alla presenza di un bosco nel quartiere da proteggere

Roma, particolare del progetto del nuovo stadio in un video di presentazione diffuso dalla società

Roma, particolare del progetto del nuovo stadio in un video di presentazione diffuso dalla società

Doveva essere una giornata tecnica, una mattinata di rilievi archeologici, propedeutici alla costruzione del nuovo stadio della Roma nel quadrante di Pietralata. E invece, lunedì 12 maggio si è trasformato in un episodio di tensione urbana che, pur senza degenerare, ha nuovamente acceso il confronto su uno dei progetti più controversi dell’attuale amministrazione capitolina.

Blocco carotaggio a Pietralata per il nuovo stadio, le tensioni

I primi operai incaricati dei carotaggi sono arrivati in mattinata con mezzi e attrezzature. Dovevano eseguire un’attività preliminare, su mandato dell’AS Roma, nell’area individuata per la futura costruzione dell’impianto. Ma non sono mai riusciti a cominciare. Ad attenderli c’erano già alcune decine di residenti, sostenuti da attivisti del Movimento 5 Stelle e da esponenti di Potere al Popolo. Un presidio annunciato, organizzato per ribadire la contrarietà al progetto e per difendere, ancora una volta, quello che viene definito un “bosco urbano” che rischia di essere sacrificato sull’altare del nuovo stadio.

Il confronto con le forze dell’ordine è stato immediato. Quando è stato tentato un varco per permettere il passaggio del camion con i materiali da sondaggio, alcuni manifestanti si sono seduti sull’asfalto, impedendone l’avanzamento. Il clima si è fatto teso, anche se – è bene sottolinearlo – mai realmente esplosivo. A margine delle frizioni, è stata comunque allertata un’ambulanza per eventuali controlli medici: una precauzione, più che una necessità, che testimonia però la delicatezza della situazione.

Poco dopo le 11 è arrivata la decisione di fermare tutto. I lavori sono stati sospesi. Il camion, che trasportava le attrezzature tecniche per effettuare i primi carotaggi nel sottosuolo, ha fatto retromarcia e ha lasciato l’area. Al suo posto, come già accennato, è arrivato il personale sanitario. Non si sono registrati feriti seri, ma la giornata si è chiusa con un rinvio a data da destinarsi. Nessuna nuova comunicazione, al momento, da parte del Comune o del club giallorosso.

Stadio della Roma, il sit-in organizzato da esponenti del M5S

La richiesta di effettuare questi rilievi era arrivata proprio dall’AS Roma, nell’ambito della fase iniziale del percorso autorizzativo per il nuovo impianto. Ma lo stadio continua ad essere un nodo difficile da sciogliere, tanto sul piano tecnico quanto su quello politico.

Nei giorni scorsi, a precedere il presidio, era stato presentato un esposto ai carabinieri forestali. A firmarlo sono stati l’eurodeputato Dario Tamburrano, il consigliere comunale Daniele Diaco e quello municipale Stefano Rosati. Tutti esponenti del M5S, e tutti convinti che nell’area di Pietralata interessata dai lavori si trovi “un vero e proprio bosco”, certificato da una perizia agronomica già depositata.

Durante la mattinata, tra striscioni e slogan, si sono visti proprio i tre promotori dell’esposto, presenti per seguire da vicino lo svolgimento degli eventi. Il punto di frizione, da mesi, è sempre lo stesso: la possibile eliminazione di un’area verde spontanea, cresciuta su suoli finora inedificati, che i residenti considerano parte integrante dell’identità del quartiere, una delle poche porzioni di verde non strutturato ancora esistenti a Roma.

Stadio della Roma, il sit-in per proteggere una zona boschiva

Alla fine del sit-in, le dichiarazioni degli esponenti M5S non si sono fatte attendere. “Il bosco urbano di Pietralata è salvo, per ora. Ma al prezzo di una pagina vergognosa per la città”, hanno dichiarato Diaco, Tamburrano e Rosati. I tre hanno puntato il dito contro l’attuale amministrazione, accusata di una gestione “caotica e priva di trasparenza” del percorso verso lo stadio.

Secondo gli attivisti, l’assenza di un confronto diretto con i comitati e con la cittadinanza ha esacerbato il clima, trasformando un’operazione tecnica in un motivo di scontro. La proposta avanzata è chiara: “Serve subito un tavolo di dialogo con i residenti. Prima ancora che si parli di cantieri, si ascoltino le ragioni di chi vive questo territorio ogni giorno”.