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Sì o no in vacanza? Italiani indecisi, tutto costa di più e il clima stravolge l’estate

Nel 2021, come effetto della fine della pandemia ci fu il fuori tutti e ben il 71% partì per le vacanze. Quest’anno, meno del 62% degli Italiani potrà permettersi un viaggio

Stazione Termini, Roma

Stazione Termini, Roma

Gli Italiani indecisi se partire. Tutto è più caro e il cambiamento climatico stravolge l’estate esattamente come l’inverno e non fa stare tranquilli. Per di più è partita la polemica sul turismo che da noi non avrà un futuro, per via del cambiamento climatico.

Caldo terribile, costi altissimi. Partiamo o no?

Siamo nel momento clou delle vacanze, quando in tanti sono già partiti e molti stanno programmando le ferie. Quest’anno, più che decidere dove andare, sembra che gli Italiani debbano decidere “se” andare. Nel 2021, come effetto della fine della pandemia ci fu il fuori tutti e ben il 71% partì per le vacanze. Quest’anno, quando altre le spade di Damocle pendono sulle nostre teste, meno del 62% degli Italiani potrà permettersi un viaggio con permanenza lontano da casa.

Questo emerge dalla quarta edizione della ricerca sulle vacanze degli italiani condotta da YouTrend per conto di Wonderful Italy. Quello che li frena è il rincaro dei prezzi (65%). Gli Italiani si preoccupano anche per il rincaro dei mutui ma c’è una fetta consistente che è in ansia per i cambiamenti climatici (39%) e quello che possono determinare, in un’estate di incendi e di tempeste di grandine, e altri ancora sono perplessi per la situazione del lavoro (37%): precarietà, stipendi bassi, possibili fallimenti e chiusure di aziende.

Le cause degli aumenti: pandemia, guerra ma anche la forte domanda

Quest’anno un freno lo rappresentano i costi aumentati per i voli e i trasporti in generale, i rincari degli alimentari e dal deciso aumento delle tariffe degli hotel, per far fronte a bollette energetiche più elevate. Ma questo non si deve solo alla guerra in Ucraina e al post pandemia, c’è anche una forte domanda di vacanza che fa alzare i prezzi.

La tariffa giornaliera per una camera d’albergo in media ha raggiunto i 212 euro nel primo trimestre dell’anno, mentre negli anni passati non superava i 160 euro. Ma ciò non ha scoraggiato viaggiatori e anche il tasso medio di presenza turistica negli alberghi continua ad aumentare siamo intorno al 62% di oggi, mentre prima della pandemia era del 71%.  Ai Caraibi gli hotel sono già pieni all’80% e si prevede un afflusso record da Nord America ed Europa.

I viaggi all’interno dell’Europa pure cresceranno del 20% quest’anno, per circa 515 milioni di arrivi, con un trend che seguirà ancora nel 2024. Il clima spaventa ormai moltissimo tutti ma per questo si scelgono mete dove per il momento non sono previsti problemi di tempeste o uragani, che solitamente si concentrano in alcuni mesi dell’anno.

Molti non partiranno per problemi economici

Un altro sondaggio, il Rapporto vacanze estive 2023 di Allianz Trade, dimostra una cosa che già conosciamo da anni e cioè che se molti Italiani non vanno in vacanza per risparmiare o proprio perché non hanno i soldi per pagarsele, ce ne sono pure tanti (41%) che invece le faranno senza badare a spese. L’anno scorso erano il 33%. Questo conferma solo che la forbice tra chi può e chi non può s’è allargata. C’era da aspettarselo. Le mete di questi Italiani sono, come al solito, le più belle a disposizione: Maldive, Mauritius, Seychelles, Sri Lanka, Thailandia, Caraibi.

Sono mete verso le quali già il biglietto supera i 1.500 euro a persona in turistica. Il turismo è un’industria vitale, essenziale per il nostro come per molti altri Paesi nel mondo. Tutti quelli che si affacciano sul Mediterraneo hanno entrate dal turismo di cui non possono fare più a meno. E meno male, aggiungo io. Sarebbe da incentivare quel turismo che ci fa conoscere per imparare, piuttosto che quello che ci fa solo divertire. Comunque il turismo resta un modo formidabile per far incontrare popoli, scambiare culture, amicizie, relazioni. Un forte deterrente contro le guerre e contro il razzismo.

Ripeto, c’è turismo e turismo. Io preferisco quello del viaggiatore che vuole conoscere e imparare, muovendosi consapevolmente in zone anche impervie, o praticando sport anche estremi. Altri privilegiano quello per cui il luogo conta meno, l’importante è il divertimento o il relax: discoteche, sesso, gioco d’azzardo, passeggiate e passatempi. In ogni caso è un’industria in forte espansione, soprattutto nelle zone del mondo che assicurano più tranquillità in termini di sicurezza.

Le prove del cambiamento climatico sono incontrovertibili

La selezione sul dove andare, se si va, è sempre più evidente. Il tema cambiamento climatico sta assumendo sempre più le forme di un vero spauracchio e si scelgono tempi e luoghi in base al clima. Le prove sono sotto i nostri occhi. Aumento incredibile delle temperature, chicchi di grandine grandi come palle da tennis, bufere improvvise che sradicano alberi e fanno ingenti danni all’agricoltura. Le inondazioni in Romagna, la siccità che si alterna alle bombe d’acqua.

Tutto quello che gli scienziati avevano annunciato sta arrivando. Si ci sono le solite voci discordanti, ma non hanno nessun avallo scientifico. Si ripete la storia dei no vax. Non è una materia sulla quale sono ammesse opinioni. La valutazione che la scienza ufficiale ha fatto non è in discussione sui giornali ad opera di giornalisti. Chi alimenta le critiche lo fa senza nessun fondamento e per fini poco nobili.

“Qui da voi fa troppo caldo il turismo non ha futuro”

Ci si è messo anche il Ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach ha fomentare la polemica.  Per esempio, il 16 luglio visitando Bologna: “L’ondata di caldo qui è spettacolare. Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine”. Il giorno dopo alla basilica di San Francesco a Siena il 17 luglio ha scritto “Bella costruzione medievale, ma anche cella frigorifera. Le chiese dovrebbero essere aperte nelle ondate di caldo durante il giorno e offrire protezione”.

Il 19 luglio, visitando una chiesa a Montepulciano, ha scritto: “Più di una cella frigorifera. Roma ancora troppo calda”. In pratica ha sentenziato che in Italia il clima sta cambiando e che il nostro Paese non ha un futuro per il turismo perché fa troppo caldo.

Chi va non teme caldo o freddo, non si ferma neanche per la radioattività

Curioso. Sono decenni che il turismo si rivolge anche alle zone border line, come quelle sahariane, al sud di Marrakesh, dove inizia il deserto, oppure alle spiagge sul Mar Rosso, a Ourgada dove le temperature non sono miti. C’è chi partecipa ai trekking nel Sinai o passa il fine settimana nelle oasi desertiche degli Emirati, dove hanno allestito Hotel 5 stelle lusso sotto le tende in stile beduino. Ancora, i frequentatori delle spiagge di Dubai e Doha nel Quatar, non hanno mai smesso di recarsi laggiù.

Da sempre fanno il pieno di turisti occidentali ed europei, russi compresi. Non ci eravamo accorti che il gran caldo impedisse ai turisti di avventurarsi ovunque. Direi che anzi il turismo cerca sempre idee estreme per vivere la fantasia del viaggio avventuroso: Patagonia, Artico, Antartide, Deserto del Gobi, Himalaya. Addirittura è in crescita il turismo nei luoghi pericolosi, come a Chernobyl. Lì c’è il problema di prendersi la radioattività altro che le botte di calore.

Il turismo da noi non ha un futuro, dice il ministro della salute tedesco

Lauterbach, Ministro della Salute in Germania, di professione medico epidemiologo, appartenente al Partito socialdemocratico (Spd), è in vacanza nel nostro Paese da qualche giorno ed è stato evidentemente sorpreso dalla bolla di aria sahariana. Nel corso delle sue vacanze, sul suo profilo Twitter ha postato diverse fotografie con i commenti che sapete.

Daniela Santanché, Ministra del Turismo (non si sa ancora per quanto) ha risposto con frasi di circostanza che non è neanche il caso di commentare. Qualcuno però deve aver telefonato ugualmente da Berlino e Lauterbach ha corretto il tiro e, giunto a Roma venerdì 21 luglio, s’è recato a scattare il classico selfie davanti alla fontana di Trevi: “36 gradi, un po’ di vento. Va bene. Dopo i Caravaggio nella fresca Galleria Borghese, ora fontana di Trevi”.

Il Ministro ha insistito molto sul fatto di far diventare le Chiese una sorte di pausa rinfrescante per i turisti in città. Credo che questa sia una eventualità conosciuta anche da chi normalmente le chiese non le frequenta. Usare le Chiese come pausa rinfrescante è un modo però abbastanza curioso d’intendere l’arte e la cultura italiana.

Non solo le Chiese ma anche le Banche, i Supermercati, i Centri Commerciali e molti ristoranti offrono una temperatura rinfrescante che ci fa recuperare le forze dopo le passeggiate sotto il sole italiano. Oltretutto, in più delle Chiese, offrono occasioni per lo shopping e un momento di pausa rinfrescante davanti a una granita o un gelato. A breve quindi non vedo problemi per il turismo, se non quelli economici, ma sul lungo periodo si che ce ne sono, ma non solo per il nostro Paese.

Come cambierà il clima in Italia nei prossimi decenni?

Una fotografia del clima atteso nel nostro paese dal 2021 a fine secolo è stata realizzata dalla Fondazione CMCC, il Centro Euro-mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, una struttura di ricerca scientifica che opera nel campo della scienza del clima e si prefigge di approfondire le conoscenze sulla variabilità climatica, le sue cause e le sue conseguenze, attraverso lo sviluppo di simulazioni con modelli globali e con modelli regionali, ponendo particolare attenzione all’area del Mediterraneo. Il CMCC ha elaborato diverse mappe interattive per rispondere a una serie di domande pratiche, come “Di quanto aumenterà la temperatura?”, “Quali saranno gli effetti sui mari?”, “Come cambieranno le piogge?”.

I modelli climatici ipotizzano un aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050. Nello scenario peggiore si valuta un incremento che potrà spingersi fino a raggiungere i 5°C in più nelle medie stagionali. Se nei prossimi anni nulla cambierà nell’attività umana e negli effetti che quest’ultima determina a livello planetario, si stima che l’aumento delle temperature sarà inevitabile.

L’aumento della temperatura non è cosa da poco. Può scatenare una cascata di effetti secondari, a partire dallo scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello marino, erosione delle coste, fino alla crescente manifestazione di eventi meteorologici estremi. Ogni evento ne provoca altri in conseguenza. Se aumenta la presenza di acqua dolce negli oceani di sicuro cambieranno corso le correnti marine, che adesso rendono vivibile le zone continentali del nord Europa e del nord America. Si attiva un processo di cambiamenti che risulterà incontrollabile e pericoloso per l’umanità. Se questa è la prospettiva il problema più che solo per l’Italia è per l’umanità intera.