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Scuola, vertice Governo: quarantena solo se in aula c’è più di un positivo

In classe niente lezioni di canto e stop alle ore di educazione fisica

Scuola, quarantena di sette giorni se in classe ci sono due o più casi di Covid. E’ quanto si legge nella bozza al vaglio delle Regioni sulla gestione dei contatti scolastici nei contesti ad elevata incidenza per le scuole primarie e secondarie di primo grado per i soggetti di età inferiore ai 12 anni. Nel Lazio attivi i drive-in per gli studenti.

Scuola e quarantena: per una positività niente quarantena, sì con due casi

Fino a un caso i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing.

Con due o più casi si prevede invece quarantena di sette giorni con test antigenico o molecolare effettuato tra il quinto e il settimo giorno. Per la scuola dell’infanzia, si legge nella bozza, dove è assente la copertura vaccinale ed è impossibile applicare misure di prevenzione come distanziamento e mascherina, è prevista una quarantena di dieci giorni e lo stop alla frequenza con un caso di positività. 

Per le scuole secondarie di primo (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, infine, scatterà la quarantena di sette giorni al verificarsi di tre o più casi nella classe. Secondo il documento, fino a due casi a scuola i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing.

Resta comunque la raccomandazione all’utilizzo delle mascherine FFP2. “Si ritiene utile sottolineare alcuni aspetti non direttamente legati alla gestione dei contatti: evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, canto e utilizzo di strumenti a fiato – si legge nella bozza del documento – verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa, promuovere maggior utilizzo di Ffp2, avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule”.

Scuola, il vertice a Palazzo Chigi: ritorno regolare il 10 gennaio

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a palazzo Chigi il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ed il commissario all’emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo. Al centro della riunione la questione relativa al ritorno in classe degli studenti dopo le vacanze e le regole per la quarantena fra i banchi. Intanto, si torna in classe il 10 gennaio: nessuno slittamento, nessuno allungamento delle festività.

Distribuzione delle Ffp2

Intanto, come reso noto ieri dal ministero dell’Istruzione, inizia la distribuzione di Ffp2 alle scuole. Le mascherine sono destinate, secondo il decreto legge approvato prima di Natale, al personale “preposto alle attività scolastiche e didattiche nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, dove sono presenti bambini e alunni esonerati dall’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie”. Una prima tranche di dispositivi è in distribuzione e arriverà entro il 10 gennaio, spiega una nota inviata oggi alle scuole dal ministero. Successivamente, grazie al monitoraggio attivato nelle scuole dal ministero sui fabbisogni di Ffp2, verrà effettuata una ulteriore rimodulazione delle consegne.

In merito a possibili slittamenti, è intervenuta anche la Regione Lazio che, con una nota, ha assicurato che quella che sta circolando è una fake news. Non c’è alcuna ordinanza per avviare la didattica a distanza nelle scuole statali superiori del Lazio fino al 18 gennaio. “Si tratta di una notizia falsa e la Regione attiverà fin da subito tutte le azioni legali per individuarne gli autori. E’ utile ribadire che tutte le misure applicate nella gestione dell’epidemia Covid-19 vengono comunicate esclusivamente sui canali ufficiali della Regione Lazio”.

Le proposte del PD

“Il Partito democratico è sempre stato il promotore di interventi per l’attività didattica in presenza e in sicurezza. I casi di passaggio alla DAD restino limitati a quelli già disciplinati e non portino a discriminazioni” hanno dichiarato Manuela Ghizzoni, responsabile Scuola del partito, Rosa Maria Di Giorgi e Roberto Rampi, capigruppo della IV Commissione Istruzione rispettivamente di Camera e Senato. “Al dilagare della variante Omicron, per garantire il diritto all’istruzione, occorre mettere in campo misure nuove ed intensificare quelle già in essere.

Chiediamo al Governo risorse aggiuntive e dedicate – rispetto a quelle del DL 41 di maggio – per l’areazione delle aule, accompagnandole da specifiche tecniche per facilitare l’acquisto delle apparecchiature; di estendere in aula l’uso della mascherina Ffp2; di intensificare l’informazione sui vaccini pediatrici per dissipare i dubbi delle famiglie; mantenere in servizio fino al termine dell’anno scolastico il personale per sorvegliare gli ingressi nelle scuole, contrastare assembramenti, sanificare ambienti e postazioni. Infine, chiediamo – hanno concluso – il monitoraggio sul long covid pediatrico anche per garantire una assistenza scolastica specifica ai bambini che ne sono affetti”.

La voce dei 5 Stelle su quarantena e alunni non vaccinati

Dal Movimento 5 stelle, Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera ha spiegato che è in corso un dibattito sulla possibilità di destinare alla Dad gli alunni non vaccinati che non tiene conto della realtà della scuola italiana, dei dati epidemiologici e di quelli vaccinali. “Studentesse e studenti corrono i maggiori rischi di contagio nelle situazioni legate alla quotidianità, non in quelle che li vedono coinvolti all’interno delle istituzioni scolastiche. La Dad per i non vaccinati coinciderebbe con la chiusura delle scuole primarie, dove solo un bambino su dieci è vaccinato”.

“Si tratta – ha aggiunto – di un provvedimento non commisurato ai reali rischi pandemici. Purtroppo si pensa alla Dad in termini sbagliati, come scorciatoia per un distanziamento e una sicurezza che dovrebbero passare per adeguate strategie di prevenzione, monitoraggio e tracciamento. Per affrontare questa fase occorrerebbe intervenire sull’offerta didattica: investire sulle mascherine Ffp2, l’organico, lo sdoppiamento delle classi. Studenti inseriti in contesti di classe meno numerosi correrebbero rischi molti più bassi. La didattica a distanza non potrà mai sostituire quella in presenza, specialmente nei contesti dove insiste un problema di povertà educativa”, ha concluso Casa.

“La scuola in presenza va salvaguardata, senza se e senza ma. L’idea di allentare le regole sulle quarantene per i bambini vaccinati e allontanare dalla scuola i non vaccinati è la strada sbagliata”. Lo ha dichiarato il senatore di Liberi e uguali Francesco Laforgia. “Il Covid – ha aggiunto – ci insegna continuamente la cautela e indica la nostra impreparazione sul tracciamento e sul contenimento dei focolai”. “Allontanare i bambini da scuola sarebbe un atto gravemente discriminatorio, soprattutto in assenza di un esplicito obbligo vaccinale”, ha concluso.

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