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Scoperta tomba di 2000 anni fa. Bimbo sepolto con un cane dotato di medaglietta: non ci sono precedenti

Scoperta eccezionale: nella tomba di un bambino di circa un anno è stato sepolto un cane, con tanto di collare e campanello

Francia, anno 2020. Il ritrovamento archeologico di un neonato umano sepolto con un cagnolino provoca entusiasmo tra gli archeologi, antropologi e storici. E tra gli etologi e gli educatori cinofili. Sì perché nella tomba, di un bambino di circa un anno, è stato trovato anche un cane, con tanto di collare con una medaglietta e campanello.

La tomba del neonato con il cane dotato di collare e medaglietta

La tumulazione risale al I secolo d.C ed è un reperto eccezionale, spiegano gli esperti, perché ci presenta il rito funebre della popolazione dei Galli, di cui si posseggono pochi reperti. Il piccolo, a differenza degli adulti non è stato cremato, ma è stato sepolto in modo anomalo per questa popolazione: con attorno del cibo, sezioni di maiali e galline e boccette di profumo e oggetti ornamentali.

Gli scavi sono stati effettuati ad Aulnat dall’ Institut National de Recherches Archéologiques Préventives.


Ciò che rende la scoperta senza precedenti non è in sostanza la tumulazione di animale e umano insieme che è già testimoniata in diverse culture ed epoche anche più remote, ma la scoperta della collana (già collare?) dell’animale a cui è legata una targhetta in bronzo e un campanello. Questi manufatti testimonierebbero un vero e proprio addomesticamento e “adozione” familiare dell’animale?

Uomo e cane: un processo coevolutivo

Sappiamo che alle origini del legame tra uomo e cane c’è un processo coevolutivo, una sorta di addomesticamento reciproco in cui il cane ha trovato vantaggio nell’uomo non meno di quanto l’uomo abbia trovato utile il cane. Questo processo di domesticazione è avvenuto in età preistorica e non abbiamo una data precisa.

La teoria più accreditata si fonda sul carattere di utilità come impulso che spinse il lupo ad avvicinarsi agli accampamenti umani, per nutrirsi degli scarti. L’uomo dapprima spaventato, capì che questa presenza assicurava protezione al villaggio, perché allontanava altri predatori. Il vantaggio si dimostrò reciproco e cambiò il comportamento dell’uomo verso il cane e viceversa.

“Anche se la presenza di cani anatomicamente moderni (Canis familiaris) è dimostrata a partire da 14.000 anni fa, studi più recenti hanno anticipato di millenni la data di inizio del processo affiliativo tra uomo e lupo. Nel 1870 venne rinvenuto in Belgio, un cranio di cane databile intorno a 36.000 anni fa”, spiega MicroMega. La manipolazione genetica tramite accoppiamenti e selezione delle razze canine ha poi preso articolazioni complesse e difficili da ricostruire.

Il cane “da compagnia”

La struttura sociale e culturale, soprattutto occidentale, ci ha portato poi nei secoli a depotenziare le funzioni di guardia alla casa e caccia nel cane, e ci ha portato a investire emotivamente sul nostro cane “da compagnia”. La letteratura e la poesia hanno dedicato lacrime e lodi ai cani. Freud disse infatti che il sentimento che proviamo per i cani è lo stesso che nutriamo per i bambini.

Questo perché come spiega l’etologo Danilo Mainardi il cane è l’animale che più partecipa alle nostre giornate e collabora alle nostre attività.

Il cane è colui che sentiamo capace di nutrire e colmare quelle mancanze affettive che tutti in qualche modo proviamo. Ci fidiamo del cane e veniamo responsabilizzati dal cane perché si fida di noi.

Con il cane condividiamo il calore di casa, la bellezza della natura, la meraviglia della vita e il mistero della morte. In quel lutto antico, in quella tenera e atavica tomba, c’era già tutto il profondo legame tra uomo e cane.

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