Roma, la risposta al degrado e all’abbandono dell’attivista social: “La città è nostra, riprendiamocela”
Simone Carabella, leader di Orgoglio Italiano, accoglie le segnalazioni che vengono ignorate dalle istituzioni: “Roma non può permettersi indifferenza”

Simone Carabella
C’è una parte di Roma che si sveglia ogni giorno tra degrado e abbandono. Ma c’è anche chi, a quella triste realtà, ha deciso di non voltare più le spalle e vuole combatterla. Tra questi c’è Simone Carabella, attivista romano, classe 1980, figura sempre più centrale nel panorama civico della Capitale. Con un approccio diretto, provocatorio ma mai improvvisato, Carabella è riuscito negli anni a costruire un ponte tra l’indignazione diffusa dei cittadini e un’azione concreta sul territorio.
Carabella dopo il blitz a Montesacro: ” Frutto di mesi di segnalazioni e sopralluoghi”
La redazione de Il Messaggero lo ha incontrato dopo il suo ultimo intervento sul campo, il blitz nella baraccopoli di Monte Sacro, che è stata smantellata pochi giorni fa.
«È gratificante ripristinare la legalità in un’area che da troppo tempo era nel degrado», racconta Carabella. «Questo blitz è il frutto di mesi di segnalazioni, sopralluoghi, documentazioni video e mobilitazione popolare. È il segno che, quando i cittadini si muovono e fanno sentire la propria voce, le cose possono cambiare».
Prima di Monte Sacro, erano già stati liberati gli accampamenti abusivi di Via Cilicia e Via Volturno. Anche in quei casi, Carabella ha agito portando sotto gli occhi dell’opinione pubblica — attraverso i social — situazioni note da anni ma ignorate dalle istituzioni.
Carabella, l’attivista leader del movimento Orgoglio Italiano
Le sue iniziative suscitano spesso reazioni contrastanti. C’è chi lo accusa di eccesso di protagonismo, se non addirittura di voler “sostituirsi allo Stato”. Ma Carabella ribatte con fermezza: «Il mio scopo non è colmare il vuoto istituzionale, ma attivare le coscienze. Quando mostro pubblicamente una situazione di degrado, costringo chi di dovere a muoversi. E questo, purtroppo, è l’unico linguaggio che in molti casi sembra funzionare».
Il suo attivismo non è frutto dell’improvvisazione. «Tutto è cominciato quando mi sono battuto per la chiusura dell’inceneritore ai Colli Albani. È stato lì che ho capito quanto conti metterci la faccia, quanto sia potente l’impegno personale quando è condiviso». Da allora, Carabella ha strutturato il proprio lavoro partendo anche dalla sua esperienza come personal trainer e mental coach, sviluppando un approccio integrato che unisce salute fisica e benessere mentale, ma sempre con uno sguardo rivolto al sociale.
Oggi guida il movimento Orgoglio Italiano, e il suo cellulare è sempre acceso. «Ricevo decine di segnalazioni ogni giorno. Le persone hanno fame di ascolto, chiedono sicurezza e attenzione. Si sentono abbandonate. E se non trovano risposte dalle istituzioni, provano a rivolgersi a chi almeno risponde, a chi c’è».
Carabella, un invito ai cittadini: “Non arrendetevi”
Uno dei punti centrali della sua denuncia riguarda la lentezza, se non l’inerzia, della macchina amministrativa. «Quando pubblico un video, viene visto da centinaia di migliaia di persone. Quel tipo di visibilità crea imbarazzo e mette pressione a chi è abituato a rimandare. Ma Roma non può più permettersi l’indifferenza: ha bisogno di una gestione quotidiana, capillare e coraggiosa».
Il prossimo intervento dovrebbe essere nel quartiere Esquilino, dove Carabella denuncia una situazione fuori controllo. «Scippi, spaccio, aggressioni anche a minorenni. È una zona allo sbando. Non possiamo più chiudere gli occhi. È ora di reagire, per chi ci vive e per chi ci lavora. La sicurezza è un diritto di tutti».
Per Carabella, la vera sfida è restituire fiducia e partecipazione. «Roma ha un potenziale immenso, ma lo sprechiamo. Manca una visione chiara, manca la volontà politica di presidiare e prendersi cura della città. Finché non si supererà questa gestione “a chiamata”, sempre in ritardo, nulla cambierà davvero».
«Ai cittadini romani voglio dire una cosa semplice: non arrendetevi. Ogni piccola azione conta. Anche solo segnalare, parlare, condividere. Insieme possiamo davvero cambiare le cose. Lo abbiamo già fatto. E possiamo farlo ancora. Roma è nostra, riprendiamocela».