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Roma criminale, la Capitale è una città pericolosa? Sembra di no

Violenze, problemi di sicurezza e di vivibilità ce ne sono, per questo occupa solo il 30esimo posto tra le città più sicure al mondo. Dipende anche da noi prevenire o evitare i pericoli insiti in ogni grande metropoli

Polizia scientifica straniera

Esiste un numero limite di azioni a scopo criminale oltre cui una città come Roma può definirsi sicura, oppure pericolosa.

Una lite furibonda sull’autobus, poi la discussione prosegue ad una fermata di via Nazionale. Infine spunta un coltello che ferisce alla gola Hassan. Un barbone di origini egiziane di 33 anni.

La notizia era sul Messaggero di pochi giorni fa. L’uomo cade a terra in una pozza di sangue mentre l’aggressore scappa tra la folla ammutolita. Sembra che la lite fosse scoppiata per un pezzo di prosciutto, oltretutto un cibo che la religione dell’egiziano non contempla tra quelli commestibili.

Poi l’aggressore è stato trovato dai Carabinieri di Roma Centro. Un italiano di 52 anni, detto Gigi. Anche lui barbone. Pare che entrambi fossero sotto effetto dell’alcol.

Gigi è stato individuato grazie alle telecamere sparse lungo via Nazionale e nel Rione Monti e riconosciuto, in un secondo momento, dalla vittima, scampata alla morte.

Un gesto violento. Un tentato omicidio per futili motivi in pieno centro. Non è sufficiente per etichettare Roma come città violenta, come nella serie dei film polizieschi degli anni 75-80, la famosa Trilogia del Commissario Betti, interpretato da Maurizio Merli, che tanto seguito ebbe all’epoca. Tuttavia è uno dei gesti che indicano la pericolosità della vita nella grande metropoli.

Omicidi per futili motivi, il caso De Pau

Di gesti violenti e di aggressioni terminate con omicidi Roma ne vive continuamente, intendiamoci. Verso la fine del 2022 ci sono stati 8 omicidi in soli 40 giorni. Tre prostitute sono state assassinate in un’ora (Agi 24/12/2022) Due erano cinesi e una colombiana.

L’assassino, Giandavide De Pau viene arrestato qualche giorno dopo la sua fuga dalla Polizia. Ha in dosso ancora gli ambiti sporchi di sangue. Sesso, sangue e soldi alla base della tragedia. Anche nel suo caso determinante la ripresa delle telecamere stradali.

Roma criminale: la strage di Fidene

Non passa un mese e altre quattro donne vengono assassinate a Fidene. Viene arrestato un 57enne, Claudio Campiti, che aveva sottratto poco prima una pistola al poligono a Tor di Quinto. Motivo: una lite tra condomini.

La cosa desta impressione. Le liti condominiali sono un problema quotidiano per chi vive in una grande città. Poteva succedere a chiunque. Dipende solo da chi incontri sulla tua strada.

Questo Campiti, ora disoccupato, è un ex assicuratore, la sua ex lavorava in un’ambasciata, i figli a scuola all’istituto Chateaubriandt. Un borghese agiato caduto in declino a seguito della improvvisa morte di un figlio di 14 anni per un incidente con lo slittino durante una vacanza in Alto Adige. Adesso i tre omicidi.

Prima di Natale un altro delitto. Nazzareno Paolo Teti, 52 anni, di Vibo Valentia, viene ucciso con una coltellata alla carotide in via della Borghesiana. L’aggressore è un albanese di 47 anni, marito dell’amante del Teti. Il dramma della gelosia. Non poteva mancare.

Più o meno nelle stesse ore del precedente omicidio, un ragazzo di vent’anni viene rapito a Ponte Milvio da un commando. Caricato su un’auto da sei persone. Si tratta di Danilo Valeri. Suo padre Maurizio era stato gambizzato alcuni mesi prima per questioni di droga e occupazioni delle case popolari.

Il ragazzo viene ritrovato e liberato dalla Polizia ma ancora non si sa perché sia stato rapito. Letta così sembra un regolamento di conti con minaccia in stile narcotraffico messicano o colombiano.

Le città più violente al mondo sono quasi tutte messicane

“Nonostante questo Roma non è una città violenta.” Lo ha detto Francesco Rattà, ex capo della Squadra Mobile di Roma, nominato poi Vicario del Questore della Capitale, sposando la linea del sindaco Roberto Gualtieri. Gli omicidi, le gambizzazioni i sequestri di persone che talvolta hanno riempito le pagine della cronaca cittadina di fatto non restituiscono un clima di mancata sicurezza.

Vero. Roma non è da considerare alla pari delle nove città messicane considerate le più violente del 2022, secondo un rapporto delle stesse autorità del Messico. Colima, in particolare, capoluogo dell’omonimo stato occidentale messicano è stata considerata la più violenta di tutte per il sesto anno consecutivo, con 801 omicidi in un anno. Tra le prime dieci città più violente al mondo ben 9 sono del Messico e una sola è statunitense: New Orleans.

La più violenta viene decretata per via del calcolo degli omicidi, ma non può essere questo il criterio che a noi interessa. Non vogliamo basarci su qual è la città con più omicidi al mondo ma quella in cui la vita degli abitanti si scontra con problemi quotidiani di sicurezza, strada per strada. Negli atteggiamenti degli abitanti per esempio, che non per questo debbono essere tutti degli assassini.

Per capire se Roma può essere a torto o a ragione inserita in questo elenco, vediamo allora le città più pericolose al mondo, per avere un confronto che ci chiarisca le idee.

La più violenta e la più pericolosa nel mondo criminale, non è Roma

Sono altri i fattori che danno la misura di pericolosità: riguardano le difficoltà di vita, la litigiosità, le carenze delle forze dell’ordine e della giustizia, la corruzione, i traffici illeciti, non solo di droga ma anche di armi, di persone, di organi sottratti e rivenduti sul mercato nero. La presenza del gioco d’azzardo, della delinquenza minorile, i furti nelle case. Tutto questo rende pericolosa una città, la quale, sovente, più è grande e più presenta il rischio che vi venga commesso un crimine o che si sviluppino commerci illegali. Quindi la pericolosità può essere dovuta a diversi fattori ma non necessariamente più una città è grande e più debba essere pericolosa.

Tijuana, per esempio, la prima città messicana che si trova dopo il confine con gli Usa, al di là di San Diego, in Baja California, è considerata la più pericolosa al mondo. Nel 2018, ultimo dato acquisito, ci sono stati ben 2.640 omicidi. Non per questo i turisti rinunciano a visitarla. Eppure il suo tasso di omicidi è di 138 ogni 100.000 abitanti. Acapulco, che molti conoscono come meta di villeggiature esotiche, ha un tasso di omicidi di 110,50 ed è la seconda più pericolosa.

Città turistiche o città pericolose?

Anche se le località turistiche non sono di solito interessate da questo fenomeno, la sua pericolosità è legata al traffico di droga, proprio come a Tijuana, ed è collegata ai “cartelli” del narcotraffico. Seguono altre città messicane, venezuelane e brasiliane per lo più.

Se confrontassimo i loro tassi di omicidi con quelli italiani ci renderemmo subito conto della distanza tra questi due mondi. In Italia nel 2021 il tasso era di 0,50 ogni 100.000 abitanti!

Gli omicidi sono da collegarsi con le guerre tra i cartelli della droga e guerre di criminalità organizzata. Come dicevo prima si può vivere e sopravvivere anche nelle città più violente del mondo, scampando a quei pericoli. A volte è sufficiente evitare quei mondi, quei quartieri, quei locali notturni, quelle strade, specie dopo il tramonto. Certo non è piacevole pensare di muoversi in una città con un forte tasso di omicidi. Ti fa sentire come un potenziale bersaglio o la possibile vittima di un errore o di una pallottola vagante.

La classifica delle città peggiori in cui vivere:

Nella classifica dei peggiori luoghi in cui vivere, per motivi di sicurezza, non solo di omicidi e violenze, le città hanno tutti altri nomi e i motivi della non sicurezza appartengono ad altri fenomeni e non solo ed esclusivamente al traffico di droga.

Al primo posto della lista c’è Teheran, in Iran, dove è in atto una forte repressione delle opposizioni al regime degli Ayatollah, con manifestazioni da parte di donne e studenti e una crudele repressione da parte delle autorità.

Nell’elenco seguono Douala in Camerun, Harare nello Zimbabwe, Dacca nel Bangladesh, Port Moresby in Papua Nuova Guinea, Karachi in Pakistan, Algeri in Algeria, Tripoli in Libia e Lagos in Nigeria. Al decimo posto c’è poi Damasco, in Siria, dove non c’è nessuna sicurezza, forte instabilità, rischi sanitari, ambientali, poca opportunità di frequentare scuole e scarse infrastrutture.

Il problema di Damasco è evidentemente la guerra tutt’ora in corso tra governativi e ribelli al regime di Assad. Sono anche questi alcuni dei luoghi da cui si fugge, intere famiglie scappano per cercare serenità e opportunità di sopravvivenza. Si affrontano traversate lunghe e pericolose pur di lasciarsi alle spalle drammi che non vedono soluzioni. In Italia conosciamo bene questo fenomeno dell’immigrazione clandestina, in questo caso dovuta a cause di guerre e di regimi repressivi.

Roma Criminale: le zone più pericolose

Tornando ai problemi di casa nostra, potremmo quasi stilare una classifica locale dei quartieri più difficili o pericolosi di Roma.

In base alle attività della Polizia, agli arresti e ai sequestri di importanti quantitativi di marijuana, hashish e cocaina, denaro contante, ritenuto provento dell’attività illecita, le piazze di spaccio più note sono Tor Bella Monaca, San Basilio, Corviale, Quarticciolo, Tor Sapienza, Torre Maura, Montespaccato, le zone delle stazioni ferroviarie Termini e Tiburtina, San Lorenzo, ma anche Tomba di Nerone, Ottavia, Colle Oppio, Trastevere, Vigna Clara, Eur, Pigneto, Camilluccia e Laurentina.

Sono questi gli ambiti in cui maggiormente fiorisce l’attività dei criminali. S’infiltrano nel tessuto economico e sociale con azioni di bassa visibilità. Dove la vita è più difficile trovano spazio e complicità e per questo si crea quel legame tra delinquenza e miseria che diventa difficile da estirpare.

Il lavoro delle forze dell’ordine è di straordinaria importanza, ma se rimane isolato non può in nessun modo intaccare lo stato delle cose. La criminalità riaffiora sempre con estrema rapidità, ovunque siano presenti le condizioni sociali che ne hanno permesso la nascita e il radicamento.

Perché ha a che fare con il bisogno, con la povertà, con la ricerca di guadagni facili. Soprattutto questo accade ai margini delle città, in quei territori dove il tessuto democratico è più fragile e vivono quelli che non ce la fanno.

Baby gang che assaltano i turisti in metropolitana

Poi si sta facendo largo il fenomeno delle criminalità minorile. Un fenomeno in crescita, dovuto all’abbandono della scuola da parte dei ragazzi che vivono esperienze più difficili, nei ghetti urbani, figli spesso abbandonati a sé stessi, abituati ad affrontare una vita sempre più dura.

Così i giovani criminali arrivano prestissimo ad occuparsi di spaccio di droga, riscossione di tangenti e intimidazioni, detenzione di armi, gambizzazioni e delitti su commissione. Secondo il rapporto della Direzione centrale della Polizia criminale di fine anno, in Italia, nei primi 10 mesi del 2022 c’è stato un aumento del 14,3% dei minori denunciati e arrestati rispetto allo stesso periodo del 2019.

In crescita del 35% gli omicidi commessi dai minori, dai 17 nel 2019 si passa ai 23 nel 2022, attentati +53,8%, tentati omicidi +65,1%, lesioni dolose +33,8%, percosse +50%, rapine +75,3%, +91,2% per quanto riguarda quelle nella pubblica via. Gli assalti ai turisti o nelle stazioni della metropolitana a Roma, hanno spesso occupato le prime pagine dei quotidiani.

Risse, percosse, lesioni, atti di bullismo, atti vandalici, ma anche attività di spaccio, furti e rapine sono i crimini di cui si macchiano i giovani minorenni appartenenti alle gang. I social sono il tam tam con cui si danno appuntamento e dove documentano le loro gesta.

I figli della borghesia reagiscono alla noia con il bullismo

A questo fenomeno si sommano gli atteggiamenti delinquenziali propri dei figli della borghesia. Hanno tutto ma non basta loro. Annoiati, indolenti, vivono da separati in casa, immersi nelle loro vicende adolescenziali, inseguono strade facili per un’idea di successo che si rivela foriera di sempre maggiori problemi.

Sono quelli che compiono atti di bullismo a scuola, estorsioni verso coetanei, fino a quando non arrivano addirittura agli stupri collettivi. Le loro gesta vengono diffuse direttamente sui social network, sempre più teatro che riproduce le loro vite, dove si pubblicano spesso per ricatto o per vendetta foto che mettono alla berlina chi non si è sottomesso, chi si è ribellato.

Dall’inchiesta della Direzione della Polizia criminale, sulle baby gang dei liceali, emerge il profilo del presunto leader della banda: un diciottenne, figlio di professionisti, che si caratterizzerebbe per spregiudicatezza, violenza, e ambizione sfrenata.

Roma non è una città violenta, ma attenzione alla rete criminale

A fronte di tutto ciò si possono comprendere le affermazioni dell’ex capo della squadra Mobile Francesco Rattà: “Roma non è assolutamente una città mafiosa e violenta“. D’altronde, gli episodi di violenza che riguardano Roma raccontano uno spaccato criminale di medio basso livello: “Quando c’è un equilibrio tra le compagini criminali i traffici di droga funzionano abbastanza bene, purtroppo, ma quando non si riesce a fare attività di mediazione si arriva a regolamenti di conti. E infatti ci sono stati omicidi, tentati omicidi e gambizzazioni, ma non tutti i fatti di sangue sono riconducibili agli equilibri criminali“. (Fonte: Roma Today 31.3.2023) “Nella Capitale ci sono varie gang criminali, continua Rattà, calabrese, siciliana e campana, come in tutte le città complesse. Però non mi sentirei di definire Roma una città violenta tenuto conto delle complessità e della grandezza: una metropoli pari alle dimensioni delle altre 9 città più grandi d’Italia“. 

I fenomeni su cui lavorare e che ci debbono preoccupare di più sono quelli che toccano da vicino la gran parte della popolazione: le truffe agli anziani, lo spaccio di droga, le rapine e gli episodi di usura. Queste sono le pericolosità che riguardano strati più ampi della popolazione. Reti in cui si può cadere in conseguenza di momenti difficili della propria vita.

Sempre più persone in città, dobbiamo abituarci

Nel mondo più della metà della popolazione vive nelle città (56%). Entro il 2050 diventeranno il 68%. Questa continua urbanizzazione non lascia presagire niente di positivo per quanto riguarda la soluzione dei problemi di vivibilità e sicurezza. Le aree urbane riescono a fatica a fornire un ambiente sicuro e protetto per i residenti, per le aziende che vi operano e per i turisti. Quindi molto della nostra capacità di migliorare la qualità della vita in futuro dipenderà da come si risolveranno i problemi di sicurezza e vivibilità nelle grandi metropoli.

Roma criminale, nella classifica delle più sicure è al 30esimo posto

Il settimanale inglese d’informazione politico-economica The Economist, ha stilato quest’anno la classifica delle città più sicure al mondo.

Per misurare la sicurezza di una città viene usato il Safe Cities Index (SCI) che classifica le città in base a 57 indicatori che riguardano la sicurezza digitale, sanitaria, infrastrutture, sicurezza personale. Viene assegnato un punteggio riassuntivo tra 0 e 100 a ciascuna città.

Le dieci città più sicure al mondo per The Economist sono Tokyo (92.0), Singapore (91.5), Osaka (90.9), Amsterdam (88.0), Sidney (87.9), Toronto (87.8), Washington D.C. (87.6), Copenaghen (87.4), Seul in Corea del Sud (87.6) e Melbourne (87.3). In questa classifica troviamo Roma al 30esimo posto con 76.4 dietro a Milano al 29esimo con 78.1.

Le grandi capitali europee come Parigi, Londra, Bruxelles, Madrid, Stoccolma, Zurigo ma anche Barcellona, vengono tutte prima delle due città italiane. Così come città come Chicago, San Francisco, Dubai, Francoforte, Hong Kong.

Evidentemente esiste una relazione tra reddito elevato e sicurezza. Dove c’è più benessere economico si investe di più nei sistemi sanitari e nelle infrastrutture di qualità, scuole, trasporti, viabilità, tempo libero. Questo ruolo di fanalino di coda dell’Italia rispetto ai paesi più ricchi torna spesso nelle classifiche economiche e sociali e riflette esattamente il quadro del nostro Paese, ultimo tra i primi o primo tra gli ultimi. Come preferite.