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Paghi 50€ di benzina, te ne chiedono indietro 5.000€ dal Fisco: se paghi con la carta ti arriva la batosta a fine anno

Scopri cosa succede se paghi la benzina con la carta

Benzina - Romai.it - Pexels

Non lo sapevi, ma da adesso in poi devi stare attento quando paghi la benzina: il Fisco è dietro l’angolo per fregarti.

Hai fatto benzina con la carta? Beh, potresti aver appena fatto partire un campanello d’allarme al Fisco. Non si tratta di una leggenda metropolitana né di una bufala da social: il pagamento elettronico, anche per piccoli importi come un pieno da 50 euro, può far scattare controlli fiscali.

Questi, in certi casi, portano a multe e accertamenti che arrivano anche a somme alte. Sembra assurdo, vero? Ma il punto è che non si tratta di quanto spendi, ma di come lo fai. E quando paghi con la carta, lasci inevitabilmente una traccia. Una traccia che può essere seguita fino all’Agenzia delle Entrate, anche se tu non hai fatto nulla di strano.

Il paradosso è questo: più sei preciso, più sei tracciabile. Non importa che tu abbia solo pagato il carburante per andare al lavoro: la somma dei tuoi movimenti può apparire sospetta e perciò scatta l’analisi. Altro che cashback: qui rischi il cash out.

Prezzi pazzi, benzina amara

In tutto questo, il prezzo della benzina non aiuta. Il costo al litro continua a oscillare, a volte verso l’alto, con punte sopra i 2 euro nei periodi critici. Il contesto geopolitico, le crisi energetiche e le accise storiche che ancora pesano come macigni fanno il resto.

Per non parlare del gasolio, che ha superato anche la benzina in alcune fasi. Morale? Fare il pieno non è più un gesto automatico, ma quasi un investimento. E quando quell’investimento è elettronico, il Fisco prende nota.

Scopri cosa succede se paghi la benzina con la carta
Il prezzo del carburante – Romait.it – Canva

5000 euro al Fisco

Brocardi.it ha diffuso le informazioni. Non è la carta di credito il problema, né tantomeno la pompa di benzina. Il vero nodo è tutto ciò che riguarda i tuoi movimenti bancari e fiscali. L’Agenzia delle Entrate, infatti, può monitorare le tue spese senza bisogno di autorizzazioni speciali, grazie a strumenti come la Superanagrafe dei conti correnti. Con questo sistema, vengono analizzati i dati aggregati di ogni contribuente: saldo, bonifici, addebiti, investimenti, carte di credito e persino le Postepay.

Se i tuoi consumi appaiono sproporzionati rispetto al reddito che hai dichiarato, partono le analisi. E anche se non è automatico, il rischio è concreto: l’Agenzia può chiederti chiarimenti, avviare accertamenti retroattivi fino a 5 anni o 7 se non hai presentato la dichiarazione dei redditi, e applicare sanzioni. C’è anche l’anonimometro, un algoritmo che incrocia i tuoi dati senza violare la privacy, ma che può accendere un faro su anomalie sospette. Dunque non è la benzina da 50 euro a crearti problemi. È tutto quello che c’è dietro, se non hai una dichiarazione dei redditi in ordine.