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Omicidio della vigilessa Ziliani, le figlie confessano: una chiede perdono

Le due figlie confessano di averla avvelenata, complice anche il fidanzato di Paola, una delle due

Laura Ziliani, uccisa dalle figlie

Laura Ziliani

È cominciato il processo per fare luce sull‘omicidio di Laura Ziliani, la vigilessa uccisa dalle figlie a Temù (Brescia) dalle figlie Silvia e Paola Zani con la complicità del fidanzato di quest’ultima, Mirto Milani.

Davanti alla Corte d’assise di Brescia le due donne sono state chiamate per testimoniare e hanno confessato l’omicidio della madre. Secondo il medico legale la donna è stata uccisa e poi seppellita per occultarne il corpo, nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2021.  La 55enne morì per “asfissia meccanica”, soffocata con un cuscino e dopo essere stata stordita con delle benzodiazepine.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Silvia, Paola e Mirto Milani hanno agito in concorso e con l’aggravante della premeditazione. 

Omicidio della vigilessa Laura Ziliani, le figlie confessano

“Quando ho ucciso mia madre ero convinta al 300 per cento che lei volesse avvelenarci. Ci avrei messo la mano sul fuoco. Ora dopo tanti mesi in carcere, non sono più così sicura”. Con queste parole alla Corte d’assise di Brescia è iniziato l’esame di Silvia Zani, una delle due figlie di Laura Ziliani.

“Eravamo convinti che nostra madre volesse ucciderci. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse ucciderci, forse perché ero una rompiscatole o perché volevo gestire gli immobili che abbiamo ereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso” ha detto Silvia Zani che già un anno fa, durante l’interrogatorio in carcere in cui confessò l’omicidio, aveva detto di aver agito per difendersi da un presunto progetto omicida della madre.

Le scuse di Paola Zani

 “Voglio chiedere scusa a tutti. A mia madre che ho ucciso, ai miei zii, a mia sorella, a mia nonna, a tutte le persone di Temù. Mi rendo conto di aver ferito tutto. Mi dispiace per tutto. In assoluto mi dispiace più di tutti per mia mamma”. Lo ha detto in lacrime dopo un’ora e mezza di esame in aula, Paola Zani.

Paola Zani ha ammesso l’omicidio, ha ricostruito la sera in cui è avvenuto e ha provato scagionare il fidanzato Mirto Milani. “Quando è intervenuto in camera dove io soffocavo mamma e mia sorella la teneva ferma, credo che mia mamma fosse già morta. E’ quanto ho rielaborato dopo mesi di carcere” ha detto.