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Milano, stop ai riconoscimenti dei figli di coppie omogenitoriali

Il prefetto di Milano ha chiesto al Comune di interrompere i riconoscimenti alla nascita dei figli delle omogenitoriali

Comune di Milano riconoscimenti figli omogenitoriali

Il prefetto di Milano ha chiesto al Comune di interrompere i riconoscimenti alla nascita dei figli delle Omogenitoriali. In caso contrario i riconoscimenti saranno comunque annullati dalla Procura.

Lo stop riguarda i nuovi atti di nascita bloccando il sindaco Beppe Sala che dal luglio scorso  aveva ricominciato a registrare certificati anagrafici omogenitoriali.

Lo stesso primo cittadino di Milano ebbe occasione di spiegare che interveniva perché parlamento e governo non provvedevano a colmare il vuoto di legge sulle famiglie arcobaleno, nonostante le sollecitazioni della Corte Costituzionale.

Sala, nell’incontrare l’associazione Famiglie arcobaleno e le famiglie coinvolte promette “battaglia politica” al governo.

Stop al riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali: la sentenza

La stretta del prefetto scatta dalle indicazioni del ministero dell’Interno. La storia prende vita dalla sentenza n° 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del 30 dicembre.

In quella occasione i giudici stabilirono che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe.

“È stato effettuato, da parte di questa Prefettura, un approfondimento quanto a casi rilevati e a orientamenti amministrativi e giurisprudenziali relativo alle iscrizioni e alle trascrizioni degli atti di nascita, riportanti dati di genitori dello stesso sesso”, si legge nella circolare della Prefettura.

Il testo continua: “Alla luce del divieto perle coppie composte da soggetti dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita, il solo genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionato nell’atto di nascita che viene formato in Italia. Parimenti esclusa è la trascrizione di atti di nascita formati all’estero riconducibili alla fattispecie della maternità surrogata”.

Secondo il prefetto il divieto vale anche per i figli nati all’estero da coppie lesbiche”.

La sentenza della Cassazione, dunque, da indicazione di riconoscere con l’adozione in casi particolare i figli di due padri nati con la surrogata all’estero. La situazione è più incerta sul caso dei figli di due madri nati in Italia, dove le sentenze non sono chiare creando un vuoto normativo.

Proprio sulla base di questa incertezza giuridica in alcuni comuni si procedeva con i riconoscimenti alla nascita, proprio come il caso di Milano.