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Mascherine, via l’obbligo al chiuso? Occhio, ché chi di Speranza vive…

Le attuali misure restrittive dovrebbero decadere ovunque tranne, (forse) sui mezzi pubblici: ma il ritorno dell’allarmismo mediatico non fa dormire sonni tranquilli

Mascherine al chiuso

Mascherine al chiuso

A partire da metà mese dovrebbe esserci un’ulteriore allentamento delle restrizioni anti-Covid, soprattutto a livello dell’obbligo di mascherine al chiuso. Dovrebbe, appunto, perché gli “accertamenti” del Ministero della Salute sono ancora in corso. E il ritorno in auge dell’allarmismo mediatico non fa certo dormire sonni tranquilli.

Mascherine al chiuso
Mascherine al chiuso

Via l’obbligo di mascherine al chiuso?

Diceva il Divo Giulio Andreotti che “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Sarà per questo che il tempismo con cui è stata rispolverato il tradizionale catastrofismo sul SARS-CoV-2 appare vagamente sospetto. Siamo infatti a pochi giorni dal 15 giugno, data in cui è prevista la decadenza di quasi tutti gli attuali vincoli legati alla pandemia. La maggior parte dei quali riguarda i dispositivi di protezione individuale.

Giulio Andreotti
Giulio Andreotti (1919-2013)

Come rileva Sky TG24, Andrea Costa, sottosegretario alla Sanità, ha confermato che non serviranno più nei cinema, nei teatri e alle manifestazioni sportive al chiuso. Come però sintetizza La Repubblica, rimangono ancora due importanti nodi da sciogliere.

Andrea Costa, Mascherine
Andrea Costa

Il primo è l’esame di maturità, che a oggi i 500mila candidati dovrebbero affrontare indossando le Ffp2. Anche se perfino ai seggi per le Amministrative e i referendum sulla giustizia di domenica 12 le mascherine sono passate a essere solo fortemente raccomandate.

Mascherine Ffp2
Mascherine Ffp2

Poi ci sono i mezzi pubblici, su cui l’esponente di Noi Con l’Italia ha dichiarato di ritenere che «ci siano le condizioni per» superare la coercizione. Tuttavia, il Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza ha precisato che in merito «la valutazione è in corso». E non è l’unico segnale che di positivo ha ben poco.

Il ritorno dell’allarmismo mediatico

«Non dobbiamo considerare che la partita» contro il Covid-19 «sia chiusa» ha aggiunto, come riporta TGCom24, il titolare di Lungotevere Ripa. «In tanti Paesi, da qualche giorno, c’è una curva che ricomincia a crescere».

Roberto Speranza preoccupato
Roberto Speranza

La colpa è della sottovariante di Omicron BA.5, che a dirla tutta, sembrerebbe essere piuttosto contagiosa ma non particolarmente grave. Prova ne è, secondo alcuni virologi consultati dall’Adnkronos, il fatto che all’aumento dei casi non corrisponde alcun incremento dei ricoveri e dei decessi. Che, en passant, nel Belpaese continuano a calare, come ha certificato l’ultimo monitoraggio settimanale della Fondazione GIMBE.

Sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5
Sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5

Comunque anche agli esperti capita di prendere delle cantonate, come è successo alla virologa Ilaria Capua. La quale, per portare acqua al mulino delle mascherine, ha cinguettato che «se la positività è al 12%, ogni cento persone che vedi in giro 12 sono infette».

Peccato che il tasso di positività, come spiega il sito del giornalista Nicola Porro, non si calcoli sull’intera popolazione, bensì sul numero di tamponi effettuati. Quindi un tasso al 12% significa che ci sono 12 test positivi su 100, non che 7 milioni di cittadini su 60 hanno contratto la patologia.

Tampone anti-Covid
Tampone anti-Covid

In ogni caso, il cambio di registro comunicativo è già piuttosto significativo, soprattutto perché non è certo la prima volta che l’Italia resta ostaggio del Ministro libero e uguale. Cautela, quindi, anche con l’ottimismo: perché, come recita il proverbio, chi di Speranza vive…