Luce: la mascotte gnostica di Bergoglio e la dea “Lucina”
Luce sembra un manga giapponese; è stato disegnato da Simone Legno, proprietario di un marchio che fa gadgettistica per il Gay Pride
Non era difficile. Una piccola ricerca ed ecco che escono gli altarini su “Luce”, la mascotte dell’anti-giubileo dell’antipapato gnostico di Bergoglio. Bisogna dire che la caccia a questi simbolismi pagani e occulti è anche divertente, ma sta diventando fin troppo facile. E anche un po’ triste, a dirla tutta.
Il pupazzo si presenta come un manga giapponese; è stato disegnato da un artista che è proprietario di un marchio che fa gadgettistica per il Gay Pride e realizza anche vibratori di design. Nulla di nuovo: non dimentichiamo che anche il logo del Giubileo, un osceno “trenino dell’amore” composto da pretini arcobaleno, è stato realizzato da un omosessuale dichiarato, di professione massaggiatore.
E’ sempre la stessa pappa indigeribile: cultura pagana del fallo (vedansi i mega-peni eretti in tante piazze d’Italia da sedicenti “artisti”) – omosessualismo – transgenderismo – culto della Grande Madre – mito di Osiride – avvento dell’Anticristo – devozione alla Luce-Lucifero – Era dell’Acquario nel 2025: sono tra i temi centrali dello gnosticismo new age, il credo della massoneria ecclesiastica in piume di struzzo e dei potentati globalisti che sostengono l’antipapa.
Non è un caso che Luce indossi un K-way giallo come Greta Thunberg, sacerdotessina del culto della Grande Madre e Cassandra della truffa demenziale sul riscaldamento climatico di origine antropica. Al collo, Luce porta uno pseudorosario arcobalenato; in mano, regge un bastone Wiccan a Y, da druido, che già aveva indossato Bergoglio in varie occasioni, spacciandolo per ferula.
Nella scritta del logo Luce & Friend, la “&”, guarda caso, è fatta a mo’ di serpentello (tanto, chi se ne accorge?). Il serpente è il simbolo dello gnosticismo, come tutti sanno.
Ancor più gustoso cosa scrivono sul sito ufficiale di Luce: “Benvenuti a Luce Friends, la mascotte gioiosa della Chiesa del Vaticano! Nata nel cuore del Vaticano, Luce diffonde risate e amicizia a tutti. La nostra missione è celebrare la fede con un cuore leggero, collegando persone di ogni estrazione sociale attraverso positività e divertimento. Unitevi a noi mentre creiamo una comunità vibrante dove tutti sono benvenuti qui!”.
La “Chiesa del Vaticano” che cosa sarebbe? Ah, già, la chiesa antipapale gnostica, non quella cattolica. Hanno ragione: la nuova Chiesa nata nel Vaticano. Sul vibrante, poi, ci saremmo. Povero Mons. Fisichella: che cosa è stato costretto a presentare.
Per veri intenditori, tuttavia, il riferimento alla dea romana Lucina, dea della luce e delle partorienti, potente e misericordiosa, derivata dalla greca Ilizia; la quale, a sua volta è una versione della neolitica Grande Madre della natura e della fertilità.
Lucina, ovvero colei che “porta i neonati alla luce”, fu anche attributo della madre di tutti gli dei e di tutti gli uomini: Giunone in persona. I Romani edificarono sull’Esquilino un tempio in suo onore, luogo caro e frequentato in pellegrinaggio da chi desiderava una prole.
Guarda caso, sull’Esquilino sorge la basilica di Santa Maria Maggiore che, nelle credenze gnostiche si opporrebbe alla patriarcale e “maschilista” San Pietro.
Non è un caso che dentro S. Maria Maggiore si vorrebbe far seppellire – vivo o morto – l’antipapa Francesco. Al suo interno la basilica conserva l’icona della Salus Publica Populi Romani, un’icona antichissima che si chiamava Regina Coeli e che nell’800 venne risemantizzata in senso gnostico-massonico dai Gesuiti che l’avevano in carico. Guarda caso, nella loro casa generalizia i gesuiti hanno allestito un Museo della Luce affollato di simbologie massoniche ed esoteriche (un ordine che il prossimo vero papa, ci auguriamo, dovrà sopprimere una volta per tutte.
Non è un caso che Bergoglio sia devotissimo di questa anti-Madonna, dando a bere a tutti di possedere un profondo sentimento mariano, come balbetta un irriconoscibile padre Livio Fanzaga il quale ovviamente sa tutto dell’antipapato, ma evidentemente si ritiene troppo indispensabile insieme alla sua Radio-NATO-Maria.
Godibilissimo il dettaglio per cui le vestali, a guardia della porta del tempio di Lucina, controllavano l’abbigliamento di chi entrava. Infatti nessuno che avesse un nodo addosso, dalla punta dei capelli alla punta dei calzari, poteva accedervi. I nodi erano considerati uno dei nemici delle partorienti romane, poiché trattengono, ostruiscono, non fanno fluire il decorso della vita. Così come accadrebbe se si verificasse un nodo sul cordone ombelicale.
Ecco che torna la Maria che scioglie i nodi, l’icona gnostica fatta realizzare dal premassone Hyeronimus Langenmantel ai primi del ‘700 ad Augusta.
Tuttavia, questa sceneggiata patetica sta per concludersi nel più rovinoso dei modi: su tutto giganteggia il genio del più grande papa della storia, Benedetto XVI, che con il suo sacrificio, con il suo consegnarsi alla sede impedita ha messo in atto un micidiale, piano di salvezza, della Chiesa e del mondo.