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“Le foto hot e il tuo numero di telefono sono su tutti i muri”: la vendetta dell’ex fidanzato

Manifestazione di meschinità e volgarità è il revenge porn, termine che viene usato per identificare la pubblicazione di immagini private sui social

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Ennesimo caso di un uomo che a Cinisello Balsamo (Milano), per punire la ex, stampa le sue foto intime e le attacca sui muri delle vie prossime a dove abita la donna, che viene avvisata da una vicina. La legge prevede il carcere da uno a 6 anni e multe fino a 15 mila euro.

Una delle peggiori manifestazioni di meschinità e volgarità è il revenge porn, un termine che viene usato sui social per identificare quei malati mentali (più uomini che donne) che una volta che si separano decidono di pubblicare foto o video delle relazioni intime della ex e diffondono il suo numero di telefono. Come dire, per me sei al livello di una “prostituta”, di una che non vale nulla, posso darti in offerta gratuita a tutti affinché ti possano vedere e sbeffeggiare. 

Lo spirito malvagio che sta assopito nei cuori di molti umani, tanto possessivi quanto volgari, gente senza dignità e senza cultura, che disprezza a tal punto anche i propri sentimenti, da ignorare quelli degli affetti appena passati, per gettarli in pasto ad altrettante persone volgari e meschine.

È un gioco al ribasso delle persone che cercano di superarsi nella cattiveria inutile che non porta nessun vantaggio

Il fatto più recente della cronaca è avvenuto a Cinisello Balsamo (Milano), a febbraio ma ne succede uno al giorno se non di più e non c’è un’età preferita. È una vergogna che si manifesta a qualsiasi età, nelle menti meno evolute. Una donna di 40 anni è stata così svergognata dal suo ex fidanzato che, dopo aver filmato di nascosto un loro rapporto sessuale, ha poi pubblicato delle foto tratte dal video sui volantini e li ha incollati sui muri delle strade sotto casa della donna.

Le tue foto hot e il tuo numero di telefono sono su tutti i muri” così una sconosciuta ha avvisato la donna della vendetta dell’ex fidanzato.

Capire la mentalità possessiva del partner sarebbe utile per non arrivare a questi livelli di degenerazione ma non è facile

Capire prima della separazione come si comporterà l’ex non è facile, perché questi vigliacchi esprimono tutto il loro livore solo una volta che vengono lasciati. Il loro orgoglio ferito li fa sragionare e si sentono in diritto di ledere la libertà di un’altra persona fin nella sua intimità. Non meritano nessuna comprensione. Tuttavia è la possessività la chiave per smascherare queste personalità. Una possessività folle, che a volte si manifesta con una gelosia asfissiante che, alcune donne scambiano per amore. L’amore col possesso non c’etra nulla. L’amore vero è quello che lascia liberi. È donare non pretendere. Difficile da accettare perché è un concetto da persona matura, mentre chi ragiona da bambino infantile vorrebbe egoisticamente l’altro tutto pe sé, come fosse un giocattolo. Credo che neanche il carcere li farà rinsavire, andrebbero proprio evitati.

L’unica soddisfazione per la vittima è sapere che la loro cattiveria nasce da una sofferenza profonda dalla quale non si libereranno con questi atti

L’unica soddisfazione per la vittima è pensare a quanto marciume si agiti nei loro animi e che non li farà certamente vivere bene, proprio per quanta volgarità e odio sanno esprimere. Chi odia non gode affatto del proprio voler male ad altri, non è un sentimento che dà gioia, è uno spirito sadico di vendetta che lascia l’amaro in bocca, che non aiuta a crescere e a costruirsi un futuro migliore.

Con l’odio non si migliora, anzi, si soffre sempre di più perché non c’è vendetta che possa soddisfare chi viene mollato e non capisce perché. Bene farebbe invece a capire. Non sa comprendere gli errori propri e farne tesoro. Solo perdonando o comprendendo dove si è sbagliato e accettando i punti di vista dell’ex si può crescere e trovare serenità, per poter pensare a nuovi rapporti più positivi. Altrimenti si ripeteranno gli errori soliti e si tornerà sempre da capo.

La vittima ha ricevuto la solidarietà di tanti. Il responsabile, anche abbastanza sciocco, ora rischia il carcere

Come riporta il Corriere della Sera, ci sono stati gesti di solidarietà da parte della comunità lombarda.  L’autore, ora indagato, è un uomo di 44 anni che vive in provincia di Como. I due, secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Cinisello, hanno avuto una relazione sentimentale, finita però in aperta polemica, con accuse, da parte dell’uomo, di un presunto tradimento e la promessa di “fargliela pagare”. Come se fossimo in un contesto sportivo dove vince chi sottomette l’avversario. Ai primi di dicembre 2023, la donna aveva presentato denuncia. Ma da qualche giorno aveva cominciato a ricevere una serie di telefonate mute e anonime al proprio numero, anche durante la notte. Poi si è ritrovata la macchina danneggiata e un biglietto di insulti di natura sessista appoggiato sul parabrezza. 

In seguito, nell’arco di poche settimane, nelle vicinanze della propria abitazione, sono stati diffusi dei volantini con immagini esplicite della donna, accompagnate dal suo nome e cognome, numero di telefono, indicazione del profilo Instagram, indirizzo del luogo di lavoro.

L’uomo s’era reso responsabile di stalking nel tentativo di recare danno alla sua ex con danneggiamenti all’auto, telefonate, insulti. Tutti registrati dai Carabinieri

Il tutto accompagnato da una serie di riferimenti e frasi volgari a lei rivolte. Stando alle indagini, l’uomo avrebbe filmato in passato un rapporto sessuale con la quarantenne (da chiarire se con il consenso di questa, o a sua insaputa). Ha estrapolato dei fotogrammi, e ha “ritagliato” solo la figura della donna, escludendo la sua. Ha poi stampato l’immagine, per esporla in strada, tra il 16 e il 17 febbraio di quest’anno. 

Le indagini svolte dai carabinieri di Cinisello hanno portato a raccogliere molti elementi nei confronti del comasco: i transiti in entrata e in uscita della sua vettura nel comune dell’hinterland, i tabulati telefonici, e soprattutto il controllo effettuato nei suoi confronti il 12 marzo scorso, quando viene scoperto, in prossimità di casa della ex, con una serie di ulteriori ritagli dello stesso tenore, custoditi in una busta. 

Un provvedimento restrittivo aveva già colpito l’uomo che, non soddisfatto dei rischi, ha continuato a infierire

Nei giorni scorsi è stato raggiunto da un provvedimento restrittivo della magistratura di Monza, che gli impone l’obbligo di firma quotidiano nel suo comune di residenza, e il divieto di avvicinamento alla sua ex. I reati ipotizzati  sono quelli di stalking, per aver molestato la quarantenne con telefonate e appostamenti sotto casa, e “diffusione di immagini sessualmente esplicite”, come prevede la norma che disciplina i casi del cosiddetto revenge porn. Dal 9 agosto 2019 una legge apposita regola questi casi e viene punito anche chi, avendo ricevuto le immagini, le cede o diffonde.

Previste aggravanti per la diffusione via social. Nei casi più gravi è possibile procedere d’ufficio. L’articolo 612 ter del Codice penale prevede la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15 mila euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro danno.

Ci sono aggravanti se la vittima è in stato di gravidanza o soffre di una inferiorità fisica o psichica e se il reato avviene attraverso i social

Previste aggravanti se il reato è commesso dal partner o da un ex con diffusione via social: la pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.

La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale. Nei casi più gravi si procede tuttavia d’ufficio.

Le norme rese urgenti dopo i suicidi di alcune donne attaccate da questa pratica brutale

Nel suo saggio dal titolo Revenge Porn (edito da Giuffrè-Francis Lefebvre) Alessia Sorgato, avvocato penalista specializzata in violenze e abusi su donne e minori, affronta e analizza gli aspetti giuridici, informatici e psicologici della nuova norma, un testo utile non solo agli addetti ai lavori ma anche alle vittime e ai loro familiari.

Le norme sono state rese urgenti dopo i tragici fatti che negli anni scorsi hanno spinto al suicidio la giovanissima Carolina Picchio e la poco più che trentenne Tiziana Cantone e, aggiunge l’avvocato Alessia Sorgato:

Nel frattempo, la giurisprudenza ha celebrato processi per fatti che oggi rientrano nella nuova fattispecie di reato e non si è fermata davanti alla carenza legislativa dell’epoca. Ha semplicemente chiamato quel comportamento in un altro modo: a volte pedopornografia, altre volte atti persecutori, più raramente anche violenza sessuale. Io ho potuto esaminare 120 sentenze emesse dal Tribunale di Milano negli ultimi tre anni e, sulla scorta di queste pronunce, ipotizzare come verrà applicato e interpretato il nuovo delitto. In questo reato gli aspetti psicologici e quelli informatici sono molto peculiari. Conoscerli è fondamentale per tutti, dal giudice all’avvocato, ma pure per i parenti, gli amici e la vittima stessa. Perché anche dal revenge porn bisogna “imparare a difendersi”.