Lazio 3–3 Torino: uno spettacolo rovinato e salvato al 102’ dal rigore di Cataldi
Resta il dato emotivo: Lazio – Torino sarà una partita da ricordare per l’intensità, il ribaltamento continuo e il rigore assegnato e realizzato in zona Cesarini

Quando il colpo d’occhio conta quasi quanto il risultato, Lazio–Torino 3-3 resterà nella memoria: cinica nel suo equilibrio, esplosiva nella sua ripresa, con sorprese, rabbia, proteste e infine un pareggio conquistato all’ultimo respiro. Una gara che avrebbe potuto avere un vincitore, ma che ha preferito consegnare a entrambe la sensazione dell’incompiuto.
Lazio – Torino, la sfida con un carico d’ostilità in più
Non era una partita qualsiasi. Lazio e Torino – storicamente mai del tutto affini – si sono presentati all’Olimpico con un’atmosfera di tensione aggiuntiva. Da un lato Maurizio Sarri, che salta dalla sedia per ogni giocata, dall’altro Marco Baroni, tornato alla casa madre da avversario, con il suo destino granata già sotto osservazione.
E poi le assenze: nella Lazio non c’era Zaccagni, ritiratosi dall’elenco convocati all’ultimo (oltre agli infortuni già noti: Guendouzi, Rovella). Nel Torino, Baroni doveva fare i conti anch’egli con un organico limitato, ma soprattutto con il peso emotivo del ritorno nell’impianto romano.
La cornice ufficiale conferma la posta in palio: incontro valevole per la 6ª giornata di Serie A 2025/26, in programma sabato 4 ottobre 2025 alle 15:00 all’Olimpico, con Marco Piccinini designato arbitro (coadiuvato al VAR da Davide Ghersini).
Sin dal fischio d’inizio, i granata hanno scelto di sfidare il clima con un piglio aggressivo. E non è stato solo un atteggiamento – è diventato sostanza, con il gol di Simeone al 16′ che ha spiazzato la Lazio prima che potesse stabilire le sue geometrie. La risposta biancoceleste – che pure appariva in affanno nei primi minuti – è arrivata con una veemenza improvvisa: Cancellieri ha preso per mano la squadra, prima con un gran destro al 24′ e poi con un’altra iniziativa personale al 40′, completando la rimonta. La Lazio chiudeva il primo tempo in vantaggio, ma non senza aver vissuto – come spesso in gare tese – qualche tensione e qualche rischio di disattenzione.
Il secondo tempo: il Toro rialza la testa, Lazio rischia
La ripresa ha cambiato fisionomia rispetto al primo tempo. Il Torino ha alzato l’intonazione, e lentamente la partita è diventata una battaglia su ogni metro, con la Lazio che ha provato a difendere mentre Baroni cercava il contraccolpo. I cambi al momento giusto – fra cui l’inserimento di Nkounkou e Adams per i granata – hanno dato freschezza e idee (come l’assist che al 73′ ha trovato Adams al centro dell’azione, segnando il 2-2).
Quando tutto sembrava indirizzato alla vittoria del Torino, ecco il colpo di scena: al 90+3′ Saul Coco di testa batte Provedel, è il 2-3. Ma non finisce qui: dopo il controllo VAR (90+5′), è confermata la regolarità dell’azione. E quando la Lazio sembrava aver perso energie mentali, arriva il momento decisivo: al 90+10′ il tocco di mano in area granata, segnalato via VAR al direttore di gara, induce all’assegnazione del rigore. Sul dischetto va Danilo Cataldi – classe, freddezza e precisione – che battè Franco Israel e ristabilisce la parità al 90+13′. Negli ultimi istanti non c’è più tempo per altri sussulti: finisce 3-3.
Nelle pieghe della partita, sono emersi protagonisti inattesi: Cancellieri – due gol pregevoli nel primo tempo –, Adams e Coco nel Torino, Cataldi nel finale. A sorpresa, la Lazio ha rischiato di perdere una gara che sembrava in controllo, salvandosi solo grazie a un episodio arbitrale corretto e al sangue freddo del veterano.
Lazio 3 – 3 Torino, oltre il risultato cosa resta
Questo 3-3 non è un pareggio banale. Per la Lazio, è la possibilità – ancora una volta – di esser salvata da una giocata estemporanea, e al contempo la consapevolezza che difendere il vantaggio in questo momento è attività tanto ardua quanto costruirlo. Per il Torino, la partita è un mezzo successo: ha dimostrato personalità, azione corale, la capacità di rientrare da uno svantaggio e perfino di proporsi in vantaggio. Ma perdere la vittoria al 90’ lascia un retrogusto amaro.
Sul piano della classifica, questo punto – che al primo tempo sembrava essere solo un bottino di sopravvivenza – potrebbe pesare: la Lazio deve risalire, il Torino ha bisogno di credibilità. Il calendario della stagione conferma che le partite casalinghe sono occasione imperdibile per la squadra di casa, e l’Olimpico ha visto oggi un match che valorizza il tema del fattore campo.
Infine, resta il dato emotivo: una partita che passerà agli annali per l’intensità, per il ribaltamento continuo, per il rigore assegnato e realizzato in zona Cesarini. Il tifoso che oggi ha pagato il biglietto ha visto una sorta di sintesi estrema del calcio: bel gioco, agonismo, errori, giocate decisive. Non mancheranno chiacchiere sui VAR, sull’arbitraggio, sulle scelte tattiche – ma il campo parla, e oggi ha parlato forte.