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Immigrazione, la Francia “buona” fa peggio dell’Italia “cattiva”

Oltre ai respingimenti di Ventimiglia, Parigi si appresta a inasprire la normativa sui migranti: l’avessimo fatto noi, Bruxelles ci avrebbe già condannati senza appello

Immigrazione, Migranti accampati alla frontiera di Ventimiglia

Migranti accampati alla frontiera di Ventimiglia

E ora la Francia “buona” intende risolvere la questione immigrazione da par suo. Ovvero, inasprendo la normativa attualmente in vigore, con particolare riferimento alle procedure d’asilo e alle espulsioni. Il tutto nel silenzio assordante dei media nostrani e, soprattutto, di quell’Europa che, a parità di provvedimento, l’Italia “cattiva” l’avrebbe già condannata senza appello.

Immigrazione, Migranti accampati alla frontiera di Ventimiglia
Migranti accampati alla frontiera di Ventimiglia

La Francia modifica la legge sull’immigrazione

Dopo l’affaire Ocean Viking e la mezza crisi diplomatica con Roma, Parigi si appresta a riformare, in senso decisamente più restrittivo, la normativa sui migranti. Lo riporta France 24, precisando che il nuovo progetto di legge sull’immigrazione «inquieta le ONG», che lo giudicano «troppo severo», in primis verso i richiedenti asilo.

Gérald Darmanin, Immigrazione
Gérald Darmanin

In effetti, il testo preparato dal Ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, riduce drasticamente il numero dei ricorsi a cui avranno diritto quanti intendano contestare il proprio allontanamento. Questi ultimi, inoltre, saranno obbligati a lasciare il territorio transalpino senza neppure attendere l’esito dell’eventuale reclamo, come ha denunciato Pierre Henry, presidente dell’associazione France fraternités.

I (pessimi) precedenti transalpini

Facile immaginare quali sarebbero state le reazioni di Bruxelles se una misura simile l’avesse concepita il Premier Giorgia Meloni. D’altronde, che Oltralpe “facciano i galletti” (è il caso di dirlo) lo dimostrano anche i noti comportamenti della gendarmerie alla frontiera ligure. Che purtroppo, come sottolinea InfoMigrants, a volte finiscono perfino per costare la vita agli stranieri che cercano di oltrepassare il confine. «Voi ci criticate sui migranti, ma a Ventimiglia, coi respingimenti, fate peggio» ha tuonato, non a caso, l’inquilina di Palazzo Chigi.

Per non parlare dell’ignobile residuo imperialistico rappresentato dal franco CFA (acronimo che originariamente stava per “Colonie Francesi d’Africa” e oggi per “Comunità Finanziaria Africana”). La moneta utilizzata in 14 Stati del Continente Nero, che viene stampata dalla Banque de France. A cui questi Paesi devono obbligatoriamente versare la metà di quanto guadagnano dalle esportazioni, oltre a depositarvi il 50% delle proprie riserve valutarie.

Banca di Francia
Banca di Francia

Un paio di anni fa, otto di queste Nazioni hanno deciso di adottare una nuova valuta, chiamata ECO. Tuttavia, la sua introduzione, prevista per il terzo trimestre del 2020 e annunciata da squilli di tromba, è stata rinviata (almeno) al 2027.

Franco CFA
Franco CFA

Solo per dire che il piano Piantedosi sull’immigrazione non sarà certo il massimo. Ma i nostri “cugini”, prima di puntare l’indice contro il Belpaese, farebbero meglio a sciacquarsi la bocca.