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Il fiore di Giugno: la lavanda

Green Passion, di Federica Basili

Spighe viola si piegano al vento

invitano a seguire la direzione
di un nuovo colore d’amore

per neutralizzare la rinascita
di ogni eventuale antico dolore.

Libera oscillo tra steli che mi cullano
m’inebrio di penetrante profumo

che si rinnova a ogni cambio d’umore
io lavanda purificata,
in ogni parte di me. 

 

Profumo di lavanda – Nelida Ukmar
 

LA STORIA
La storia di questa preziosa pianta risale all’epoca dell’Antica Roma, periodo in cui la lavanda era utilizzata come essenza per la preparazione di profumi e per la composizione di decotti e infusi destinati alla cura della bellezza di pelle e capelli.

Preziose testimonianze letterarie su questa pianta sono da ricondurre a Plinio il Vecchio che la rappresenta come erba curativa per eccellenza.

La lavanda è stata ampiamente sfruttata in quasi tutte le epoche e in diversi luoghi del mondo occidentale: nel Medioevo la lavanda veniva utilizzata per preparare un medicinale, lo Sticadore, utilizzato per curare crampi intestinali e altri disturbi gastrici. Questa eclettica pianta fu anche apprezzata dai pittori del Rinascimento che estraevano l’olio come diluente; nel periodo elisabettiano le dame inglesi usavano cucire sacchetti contenenti fiori di lavanda per conservarli nei loro vestiti: un efficiente sistema anti tarme.

Nonostante gli studi attestino il suo uso già in età antica, sembra che la lavanda venne scoperta solo 200 anni fa e fu introdotta nei paesi del sud della Francia da alcuni commercianti che rimasero affascinati dal suo inequivocabile profumo. Nel XX secolo René Maurice Gattefossé, il padre dell’aromaterapia moderna, nella sua opera libro "Aromathérapie" del 1937 racconta come durante un esperimento riportò una grave ustione su una mano: immerse quindi la mano in una vaschetta contenente olio di lavanda e si sbalordì dinnanzi ai miracolosi effetti curativi della pianta che divenne lo spunto per i suoi studi sulle proprietà terapeutiche delle piante officinali.

CURIOSITA'
A seguito di alcuni studi, è stato evidenziato come la lavanda, se diffusa in un ambiente di lavoro, possa stimolare la produttività. Gli effetti calmanti di questo fiore sono stati dimostrati anche da una recente analisi del King’s College di Londra secondo cui nebulizzare l’essenza negli ambulatori dentistici aiuterebbe a calmare l’ansia dei pazienti; non è un caso che in molte cliniche per le malattie nervose si faccia uso dell’azione equilibratrice dei fiori di lavanda. In numerosi asili, la diffusione delle piantine aiuta a mantenere l’aria più pulita allontanando il rischio di diffusione dei microbi.

La spiga di lavanda è stata considerata anche un potente amuleto contro la cattiva sorte e il maligno e sembra, secondo alcune credenze popolari, che sia anche un talismano per portare prosperità e fecondità.

LA COLTIVAZIONE
La lavanda è una pianta erbacea classificata come arbusto e non raggiunge grandi dimensioni (in genere arriva ad una altezza massima di mezzo metro), ma tende a svilupparsi molto in larghezza.

Prima di accingersi a piantare la lavanda, è bene assicurarsi di avere un terreno leggero e ben drenato poiché i ristagni idrici sono i nemici più dannosi per l’apparato delle radici; per la coltivazione è indispensabile l’esposizione alla luce e il posizionamento il un luogo ventilato cercando di ricreare le condizioni climatiche naturali.

E’ possibile scegliere tra numerose varietà di lavanda sebbene la più adatta alla coltivazione in casa sia quella francese caratterizzata dalle foglie seghettate.

E’ preferibile scegliere un vaso molto grande dal momento che questa pianta tende a mal sopportare la costrizione; una volta piantata è possibile aggiungere del concime di tipo calcareo che favorisce un sano sviluppo delle foglie e dei fiori.

Per quanto riguarda l’innaffiatura è necessario bagnare il terriccio solo quando si denota una certa secchezza senza mai eccedere per non compromettere la salute della piantina.

La potatura deve avvenire annualmente verso la fine di ottobre: il primo anno deve essere molto lieve mentre negli anni successivi le piantine vanno cimate di circa tre centimetri sopra la parte legnosa.

La fase della raccolta è particolarmente delicata: in genere si raccolgono le sommità che presentano i fiori e vengono utilizzate normalmente dopo un periodo di essicazione da effettuare in un luogo molto ventilato, ombreggiato e fresco. Seguire con particolare attenzione questa fase permetterà di avere spighe floreali in grado di mantenere il proprio profumo per molto tempo.

Oltre all’utilizzo più conosciuto della conservazione nei sacchetti adibiti alla profumazione di armadi e cassetti, la lavanda si presta anche alla distillazione a vapore dalla quale si ottiene l’olio essenziale (estraibile dai fiori appena raccolti).

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