Gualtieri sbaglia pure quando ha ragione: il bando sui migranti docet
Cercare una casa provvisoria a stranieri in difficoltà con regolare permesso di soggiorno è una buona idea: destinata però a fallire perché il Comune di Roma non prevede fondi per le famiglie ospitanti

Roberto Gualtieri (immagine dalla sua pagina Facebook)
Il Sindaco capitolino Roberto Gualtieri è un Re Mida al contrario, che trasforma in fango tutto ciò che tocca. Perfino quando prende un’iniziativa lodevole, infatti, riesce poi a rovinarla in sede di esecuzione. Come nel caso del recente avviso pubblico indetto dal Campidoglio sul delicato tema dell’immigrazione.

Gualtieri e il bando sui migranti
La gara lanciata da Roma Capitale riguarda «l’affidamento del servizio di accoglienza in famiglia in favore di persone migranti in carico ai servizi sociali». A tal fine, l’Amministrazione Gualtieri ha stanziato 399mila euro, fissando la scadenza per la presentazione delle offerte alle ore 12:00 del 22 settembre.
In sostanza, Palazzo Senatorio cerca un operatore che avrà il compito di trovare una casa provvisoria a stranieri con regolare permesso di soggiorno, singoli oppure nuclei familiari/monogenitoriali. I quali dovrebbero essere alloggiati per un massimo di tre anni, dal prossimo 1° ottobre fino al 30 settembre 2028.

In sé non è affatto un’idea malvagia, soprattutto perché, come spiega Il Giornale, prevede anche l’attivazione di vari progetti finalizzati a un’efficace e rapida integrazione dei beneficiari. In primis, l’inserimento, anche di giovani neomaggiorenni, in percorsi di inclusione sociale e professionale e di progressiva autonomia abitativa e lavorativa.
Il problema è che, come specificano le faq del Comune di Roma, il bando non contempla alcun rimborso economico per i cittadini ospitanti, neppure per cibo o bollette. E quindi è un progetto votato al fallimento, al netto delle facili ironie social su radical chic e paladini delle porte aperte – purché altrui, beninteso.
Insomma, ancora una volta Gualtieri riesce nell’impresa di avere torto anche quando ha ragione. Chapeau.

