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Roma, sequestrata Phica.eu, la piattaforma che diffondeva immagini intime senza consenso

La piattaforma phica.eu è diventata negli ultimi mesi un crocevia di segnalazioni e di denunce. Foto, video, commenti offensivi e diffamatori

Polizia Postale, stemma sul braccio e schermi computer sullo sfondo

Il decreto di sequestro della piattaforma phica.eu, eseguito in queste ore dalla Polizia Postale, porta la firma della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Non è un dettaglio formale: la scelta della Procura capitolina è significativa, perché proprio a Roma si accentra gran parte delle indagini più complesse in materia di criminalità informatica, grazie a competenze e strutture ormai consolidate.

L’indagine su Phica.eu partita dalla Capitale

Le attività tecniche, complesse e delicate, sono coordinate dal Servizio Centrale della Polizia Postale, con l’appoggio dei Centri Operativi di Milano e Firenze, ma la regia giudiziaria resta affidata agli uffici di Piazzale Clodio. Qui si incrociano le denunce delle vittime, le valutazioni giuridiche e le autorizzazioni che rendono operative le misure.

Il materiale sequestrato e l’impatto sulle indagini

La piattaforma phica.eu è diventata negli ultimi mesi un crocevia di segnalazioni e di denunce. Foto, video, commenti offensivi e diffamatori: tutto questo materiale è ora al centro delle attività di acquisizione, con l’obiettivo di “congelare” le prove e impedirne la dispersione.

Gli investigatori dovranno ricostruire i flussi di caricamento, gli autori dei commenti, i pagamenti effettuati per rimuovere i contenuti e il ruolo degli amministratori. Secondo quanto trapela, il responsabile del sito sarebbe già noto alla Polizia Postale: un uomo residente a Scandicci, con precedenti investigativi.

Roma come snodo delle tutele digitali

Il caso ha acceso i riflettori anche sul ruolo di Roma come punto nevralgico per le tutele digitali. Nella Capitale si concentrano sia le strutture di polizia specializzate, sia il raccordo con il Garante della Privacy e con le Commissioni parlamentari che nelle prossime settimane discuteranno il fenomeno.

Il 9 settembre, a Montecitorio, è prevista una riunione dell’Ufficio di Presidenza della Commissione sui femminicidi che ascolterà direttamente la Polizia Postale e le vittime. L’iniziativa parte da Roma, ma con ricadute nazionali: l’intento è costruire protocolli più rapidi ed efficaci contro la diffusione non consensuale di immagini e video.

Le vittime e il peso delle denunce

Proprio in questi giorni, al tribunale di Roma si stanno accumulando nuove denunce. Alcune vittime hanno scelto di agire individualmente, altre stanno valutando azioni collettive. La Procura dovrà coordinare queste istanze e stabilire i reati contestabili: dalla diffamazione aggravata all’estorsione, passando per la violazione della privacy.

Per la Capitale, il caso phica.eu non è soltanto un’inchiesta giudiziaria: è il simbolo di una città che ospita le istituzioni centrali e che, nel bene e nel male, diventa lo scenario delle grandi partite di legalità digitale.