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Future Respect 2022, Carocci: “Dobbiamo riportare il dibattito sulla cultura”

“L’arte plasma le coscienze, aumenta le possibilità, permette un approccio più intellettuale a ogni genere di problema”, ci spiega Carocci

Cristiano Carocci

Cristiano Carocci

Dal 28 al 30 aprile, allo Stadio di Domiziano presso Piazza Navona, a Roma, si terrà il Congresso Nazionale 2022 Future Respect, con il patrocinio del Ministro della Transizione Ecologica. Ad aprire l’appuntamento, la relazione Metaverso della Sostenibilità, dal titolo “provocatorio per evidenziare lo stato ancora abbastanza illusorio e virtuale dell’attuale trasformazione sostenibile”.

Tra le varie figure che interverranno nel corso dell’evento, ci sarà anche Cristiano Carocci, Presidente della Fondazione Spazi dell’Arte, con Arte e Sostenibilità, come la bellezza può salvare la Terra. Intervenuto in esclusiva al nostro giornale, Carocci spiega: “È una conferenza molto importante che mette al centro il dibattito sul futuro sostenibile“.

Carocci: “Occorre anche il contributo dell’arte”

“È un dibattito ampio – prosegue -, che serve a individuare attraverso una progettazione e una programmazione proficua, il migliore dei futuri possibili. Quindi sostenibilità in termini di conservazione del pianeta e possibilmente miglioramento della Terra, per consegnarlo alle generazioni future nelle migliori condizioni possibili”.

“L’argomento sicuramente è centrale per la nostra epoca e lo sarà sempre di più. Io intendevo sottolineare come in questo dibattito sia splendidamente assente la cultura, il movimento intellettuale. Se esaminiamo i 17 obiettivi dell’Onu nell’agenda del 2030 non è presente alcuna elaborazione spirituale, intellettuale. E noi Italia, come Paese dell’arte, credo che abbiamo come imperativo categorico, cercare di far capire che occorre anche il contributo dell’arte allo svolgimento e alla programmazione di questo dibattito”.

“Dobbiamo riportare il dibattito sulla cultura”

“L’arte plasma le coscienze, aumenta le possibilità, permette un approccio più intellettuale a ogni genere di problema e in definitiva costituisce un architrave indispensabile. Questo approccio invece mondiale globalista è tutto tecnico, tecnologico e tecnocratico. Noi abbiamo il dovere come Italia, patria dell’Umanesimo, del Rinascimento, di Giotto, Cimabue, Caravaggio… di cercare di riportare, di ricentrare il dibattito sulla cultura“.

“C’è chi dice che un libro non ferma una guerra, ma…”

“Cultura come lusso e non come necessità? È marginale se non addirittura inutile questa visione, ma noi dobbiamo batterci, proprio per il nostro passato storico e culturale importantissimo. Siamo una super potenza mondiale per quanto riguarda la cultura. Abbiamo il dovere di cercare di inserire nel dibattito l’elemento culturale. È vero, c’è chi dice che un libro non ferma una guerra. Sì, ma ti fa riflettere, ti aiuta a elaborare sentimenti positivi, ti aiuta ad annegare tutti gli istinti negativi e quindi ti aiuta a superare ogni crisi, ogni problema”.