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Europa, le elezioni e quelle ingerenze russe “a intermittenza”…

Ormai la narrativa anti-Mosca viene riproposta a ogni tornata, come a mettere le mani avanti: per poi sparire se il risultato è “gradito” alle élites, come nel recente caso della Moldavia

Presunte ingerenze russe sulle elezioni in Europa

Presunte ingerenze russe sulle elezioni in Europa (immagine dall’account X - ex Twitter - di Felipe Galli)

Praticamente a ogni elezione che si svolge in Europa, ormai, riparte la grancassa politico-mediatica relativa alle intromissioni russe. Che però suona molto come un tentativo di mettere le mani avanti in caso di risultato “sgradito” alle élites. Tant’è che, nel momento in cui queste ultime tirano un sospiro di sollievo, sulla presunta disinformazione cala rapidamente una cortina di silenzio.

Presunte ingerenze russe sulle elezioni in Europa
Presunte ingerenze russe sulle elezioni in Europa (immagine dall’account X – ex Twitter – di Felipe Galli)

L’Europa e le ingerenze russe a intermittenza

Era già capitato in occasione delle Presidenziali-bis in Romania, e la storia si è ripetuta con le Legislative tenutesi lo scorso fine settimana nella confinante Moldavia. Più si avvicinava la tornata, infatti, più France 24 (a titolo meramente esemplificativo) martellava con la locuzione «sotto influenza russa».

Alla chiusura delle urne, però, come riporta l’ANSA la vittoria ha arriso al partito filo-Ue del Presidente della Repubblica Maia Sandu. E, guarda caso, la narrativa anti-Mosca ha finito di campeggiare sui post social della catena transalpina relativi all’analisi del voto di Chișinău.

La propaganda ha le gambe corte

D’altronde, in Europa (e non solo) è invalsa da parecchio l’abitudine di considerare Vladimir Putin, numero uno della Russia, come l’origine di tutti i mali, indistintamente. E pazienza se, scrive Il Fatto Quotidiano, l’interferenza al GPS dell’aereo di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, dapprima «innegabile», al dunque era inesistente. Per non parlare delle accuse per le incursioni di droni del Cremlino, che però, almeno in Polonia, quasi certamente hanno sconfinato perché disorientati dai sistemi difensivi dell’Ucraina.

Quest’ultimo cahier de doléance è particolarmente significativo perché, se ci si chiede cui prodest, la risposta non è lo Zar, bensì il suo omologo gialloblù Volodymyr Zelensky. Come nell’affaire del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, che infatti alla fine si è rivelato opera di un commando ucraino.

Volodymyr Zelensky, Ucraina
Volodymyr Zelensky (immagine dalla sua pagina Facebook)

Ecco perché anche la questione delle ingerenze elettorali a intermittenza va presa con le molle. Perché la propaganda ha le gambe corte e, come insegnava il Divo Giulio Andreotti, “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.