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Emanuela Orlandi, a 40 anni dalla scomparsa il Vaticano riapre le indagini

Il fratello Pietro parla di messaggi su WhatsApp del 2014 che conterrebbero la chiave per risolvere finalmente il mistero

Pietro Orlandi con manifesto Emanuela e sfondo San Pietro

Pietro Orlandi

A 40 anni dalla scomparsa, il promotore della giustizia Vaticana Alessandro Diddi, fa ripartire le indagini sul caso di Emanuela Orlandi. L’allora 15enne cittadina Vaticana, è scomparsa da Roma a giugno 1983. A sollecitare la riapertura del caso è stata la famiglia Orlandi e il loro legale, Laura Sgrò che, a fine 2021, avevano chiesto con un a lettera inviata direttamente a Papa Francesco, il suo interessamento alla vicenda.

“Il Santo Padre – dichiara l’avvocato Sgrò – ci rispose che l’argomento era di competenza del promotore di Giustizia Vaticana e, a lui dovevamo rivolgerci. Cosa che abbiamo fatto a gennaio 2022 – continua Sgrò – senza avere nessuna risposta. Neanche oggi abbiamo avuto comunicazioni. Tutto ciò che sappiamo lo abbiamo appreso dalla stampa. Se fosse vero ne saremo felici”.

Emanuela Orlandi, le parole del fratello Pietro

“Da tantissimi anni chiediamo una collaborazione per arrivare a una soluzione finale. Che vengono aperte le indagini è una cosa molto positiva, finalmente forse ci potrà essere una collaborazione tra lo Stato italiano e lo Stato vaticano visto che, poco tempo fa, è stata fatta una proposta per aprire un’inchiesta parlamentare”. A dirlo è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a Rainews24 dopo la riapertura delle indagini.

“Mi auguro di essere convocato e di poter verbalizzare. È una cosa che chiedo da tantissimo tempo con l’avvocato Laura Sgrò”, ha spiegato Orlandi il quale ha aggiunto che non era al corrente di questa riapertura del caso e di averlo saputo dai notiziari.

“Voglio andarci con i piedi di piombo. Sono disponibile e spero di essere ascoltato quanto prima perché nel tempo avrei voluto parlare con loro per i tanti elementi emersi in questi ultimi anni”. Orlandi ha aggiunto che “ci sono cose importanti come i messaggi whatsapp del 2014 che mi sono arrivati tra due persone molto vicine a papa Francesco che parlano di documenti di Emanuela, di cose di Emanuela“.