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Diabete, studio dimostra come 10 mila passi al giorno ne riducano il rischio

Lo studio del team di scienziati della Vanderbilt University School of Medicine di Nashville ha esaminato 5 mila persone, il 74% donne

Policlinico Tor Vergata di Roma

Lo studio svolto dai ricercatori della Vanderbilt University School of Medicine di Nashville, ha dimostrato che fare 10 mila passi al giorno ridurrebbe, e addirittura dimezzerebbe, la probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.

Dopo aver esaminato 5 mila soggetti, per un totale di 4 anni, il team di scienziati ha scoperto che camminare ogni giorno può ridurre il rischio di essere affetti da diabete. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

Lo studio

Nei 4 anni di studio, sono stati esaminati in totale 5.500 persone, di cui il 74% donne, che nel periodo della ricerca hanno indossato il dispositivo contapassi. Gli scienziati hanno notato come solo il 2% dei partecipanti abbia sviluppato il diabete di tipo 2. Quindi, tra coloro che camminavano oltre 10 mila passi al giorno, il rischio si è ridotto del 44%.

Andrew S. Perry, primo firmatario della ricerca, ha dichiarato: “I nostri dati mostrano l’importanza di tenere in movimento il corpo ogni giorno per ridurre il rischio di diabete”. Continua poi affermando che il prossimo passo è diversificare i campioni per poter confermare il risultato ottenuto.

Come si può riconoscere

Un possibile indicatore di diabete è la paradentite, infiammazione cronica della gengiva. Questa può portare alla caduta dei denti e a problemi di produzione di insulina. Secondo la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) le due malattie sono collegate, e lo hanno anche dimostrato in occasione della Giornata mondiale del diabete, che si celebra il 14 novembre.

Inoltre Mario Aimetti, professore di Parodontologia presso l’Università degli Studi di Torino ed ex presidente della Sidp, ha affermato: “Chi ha infiammazione delle gengive, dev’essere consapevole che può avere un maggior rischio di avere forme di prediabete ancora non diagnosticate. In questo anche il dentista ha un ruolo importante nell’indirizzare il paziente con la malattia parodontale a eseguire un controllo della glicemia e dell’emoglobina glicata con un semplice esame del sangue. Di contro, un primo screening della malattia parodontale dovrebbe far parte della visita diabetologica. La persona con diabete deve essere sensibilizzata dal diabetologo sull’influenza della parodontite sul diabete, sull’importanza di una corretta igiene orale e di una visita parodontale”.