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Cucina, Guida Roma e il Meglio del Lazio 2024 del Gambero Rosso

Un’offerta sempre più ampia per la cucina a Roma e nel Lazio: per chi ama gustare la tradizione e per chi invece preferisce la grande cucina internazionale

Pasta Cacio e pepe

Un’offerta sempre più ampia: per chi ama sedersi al bancone e gustare la tradizione e per chi invece preferisce le terrazze dal fascino eterno della grande cucina internazionale.

Mille insegne di cucina da non perdere a Roma

In seguito alla massiccia ripresa del turismo e la radicale trasformazione dei centri storici in B&B anche Roma mostra un volto dinamico e in costante evoluzione nella nuova Guida Roma e il Meglio del Lazio 2024 del Gambero Rosso giunta alla sua 34° edizione

Mille sono gli indirizzi segnalati con ben 162 nuovi ingressi in Guida e le tante riconferme ma è l’impostazione grafica ed editoriale ad essere radicalmente cambiata, passando da un semplice elenco alfabetico dei locali ad una suddivisione ragionata delle insegne per categoria, per facilitare la ricerca rispetto alle occasioni d’uso e alla tipologia di locale desiderato.

Tra le nuove tendenze c’è la passione, sempre più grande, per il vino naturale: “le selezioni enologiche di un certo tipo stanno ridisegnando il panorama del bere cittadino, con locali dalla fisionomia asciutta, interamente settati sul prodotto artigianale, sia in cantina che nei piatti o meglio piattini, tapas, in una mappa del mangiare senza schemi che piace sempre di più, come la fruizione al bancone” ha dichiarato la curatrice Pina Sozio. “E questo semplice e piccolo spesso riesce a trasformarsi in qualcosa di assolutamente grande, che ha il suo riflesso nella Guida con premi ad hoc”.

Continua però il momento magico dell’alta ristorazione, sostenuta da investitori internazionali che scelgono di fregiare i propri hotel di ristoranti straordinari, come il prossimo Romeo Hotel che sfodererà il nome di Alain Ducasse.

Le Tre Forchette del Gambero Rosso

In ordine di punteggio, ecco le più grandi insegne in regione, i ristoranti che si sono aggiudicati i primi posti nelle “Tre Forchette” :

95 – La Pergola dell’Hotel Roma Cavalieri – Roma

94 – Il Pagliaccio – Roma

92 – Pascucci al Porticciolo – Fiumicino (Roma)

91 – La Trota – Rivodutri (Ri)

90 – Enoteca La Torre a Villa Laetitia – Roma

Tanti i Premi Speciali: Novità dell’anno, Valorizzazione del territorio, Ambasciatori Fondazione Gambero Rosso e Campioni della tradizione. E i tanti i numeri dell’eccellenza: 8 Tre Forchette, 4 Tre Bottiglie, 3 tre Cocotte, 2 Tre Mappamondi (con l’ingresso di Kohaku) e 6 Tre Gamberi.

Questi i Premi Speciali:

Premio Speciale Novità dell’anno

– Orma, ristorante dove il segreto di Roy Caceres, chef figlio di Bogotà ma ormai “nipote” della Roma dov’è maturato, è una proposta a braccia aperte, empatica quanto saporosa.

-Ruvido, winebar: è un cubo trasparente il nuovo progetto di Alessandro Bernabei&Co., un’enoteca mignon che punta tutto sui vini, i produttori giusti, le collaborazioni e una piccola scelta di piatti molto ben pensati e realizzati.

-Forme – Dispensa a Ripa, pausa gourmet: una bottega di qualità la nuova insegna trasteverina di Pasquale Borriello che ha creato un buon posticino, per acquistare e gustare specialità sul posto.

– Li Somari, trattoria a Tivoli: Andrea La Caita e Adriano Baldassarea distanza di anni tornano a lavorare insieme e lo fanno proponendo una cucina territoriale di grande sostanza.

Premio Speciale Valorizzazione Del Territorio, sponsor Casale del Giglio.

-Nù Trattoria Italiana dal 1960, la trattoria ad Acuto (FR): irriverente, guascone, geniale, Salvatore Tassa segue l’unico grande principio di proporre una cucina autentica, massima espressione in chiave popolare dell’estro del cuoco ciociaro.

Premio Speciale Ambasciatori Fondazione Gambero Rosso

-Il Sanlorenzo, ristorante con una proposta di alto livello per qualità, equilibrio, precisione, tra piatti del giorno, secondo pescato, e punti fermi.

Ma Roma è anche una città che resta profondamente ancorata alle sue radici gastronomiche: non c’è locale che non si misuri con i piatti simbolo capitolini, illustrati dai Campioni della Tradizione.

Premio Speciale Campioni Della Tradizione

-Cacio e pepe: Salumeria Roscioli, Wine Bar. Una famiglia di artigiani che hanno lasciato, e continuano a lasciare, un segno indelebile nella gastronomia della Capitale.

-Carbonara: Baccano, Bistrot a due passi da Fontana di Trevi dove lo stile cosmopolita e internazionale lo rende ideale per una pausa rilassata ma di classe in ogni momento della giornata.

-Polpette di bollito: Flavio al Velavevodetto, la trattoria di Flavio Di Maio che resta sempre quel porto sicuro in cui attraccare quando si ha voglia di una grande cucina romana realizzata con fedeltà, senza stravolgimenti.

-Coda alla vaccinara: Checchino dal 1887. Da oltre 150 il ristorante è un’istituzione del quartiere Testaccio e regno indiscusso del quinto quarto, pietra miliare della cucina romanesca.

Gambero-rosso-da-Cesare
Da Cesare

-Trippa alla romana: Da Cesare, una trattoria di quartiere e un’autentica istituzione e certezza della ristorazione capitolina sempre più apprezzata anche dalla critica italiana e internazionale per una cucina solidissima, tradizionale, centrata su ricette ben collaudate.

Antonella Fiorito