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Contro violenza sulle donne presidio a Montecitorio domani h 9.30

L’USI, che ha proclamato lo sciopero generale per il 25, aderisce all’iniziativa e alla manifestazione del 26 contro la violenza sulle donne

Lo sciopero generale, in coincidenza con la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato proclamato in tutti i settori lavorativi pubblici, privati e cooperativi e riguarderà tutte le lavoratrici e i lavoratori a tempo indeterminato, a tempo determinato, con contratti precari e atipici.

Da gennaio ad oggi troppe donne sono state uccise in Italia da uomini che affermavano di amarle. La violenza sulle donne è una tragedia che si fa più profonda nei momenti di crisi economica, come quella in cui stiamo vivendo, quando tutti i diritti sono messi in discussione, si chiudono gli spazi pubblici (consultori, scuole, asili, ospedali, centri culturali) e al contempo le donne sono spinte fuori del mondo del lavoro e ricondotte al mero ruolo di mogli e madri all’interno delle mura domestiche; la libertà delle donne, le scelte delle donne,   sono continuamente ostacolate e giudicate.

I nuovi strumenti di comunicazione di massa (web) si aggiungono a quelli meno recenti (giornali e tv) e usano spesso il corpo delle donne a fini pubblicitari proponendolo come mero oggetto di consumo, umiliando il genere femminile e contribuendo a far crescere nella società una mentalità maschilista.

La violenza maschile sulle donne può e deve essere respinta.  Per respingerla è necessario mettere in discussione il sistema economico su cui si regge, il capitalismo, sistema economico che non esita a sfruttare e umiliare ai fini del profitto tutti gli individui della società che per la loro situazione fisica o sociale sono più facilmente ricattabili (bambini, immigrati, donne).

Mentre si assiste al femminicidio quotidiano delle donne con governi praticamente muti, al contempo si assiste alla messa in discussione delle leggi che tutelano il diritto d’aborto in nome della tutela della vita. Noi diciamo che chi sostiene di difendere la vita attaccando le leggi sull’aborto in realtà cerca solo di limitare la vita e la salute delle donne.

Le leggi sull'aborto molto restrittive, infatti, non sono associate a tassi d’aborto più bassi. Il tasso è di 37 aborti ogni mille donne in età riproduttiva nei Paesi in cui è vietato completamente o permesso soltanto per salvare la vita delle donne, rispetto al 34 per mille di quei Paesi dove l'aborto è praticabile su richiesta.

Questa, che solo in apparenza è una piccola differenza, in realtà ci parla di come la depenalizzazione, non solo riconosce alla donna il diritto sul suo corpo, ma abbassa il numero d’aborti perché le leggi restrittive producono interventi sanitari non sicuri, portando a complicazioni e a morti che potrebbero essere evitate fornendo servizi pubblici, gratuiti e trasparenti.

Le iniziative come il “Fertility day” del Ministro Beatrice Lorenzin, sono un esempio di come il governo italiano, mentre attacca i diritti delle donne con la privatizzazione, nei fatti, dei servizi pubblici, delle scuole e della sanità, spinga ed incoraggi le donne a ritornare al ruolo di fattrice di figli di memoria fascista.

Una donna, quella proposta da queste campagne in cui si esalta il ruolo di madre, che, sotto lo stretto controllo della gerarchia maschile, possa svolgere un ruolo per la continuazione della “razza italiana”. Tutto questo è proposto mentre in Italia le donne muoiono ancora di parto (circa 50 donne l’anno).

E’ necessario cambiare la nostra società, l’economia e la cultura. E’una battaglia che deve essere condotta dalle donne e dagli uomini insieme. E’una battaglia che deve essere condotta dalle lavoratrici e dai lavoratori, dalla stragrande maggioranza della popolazione che non vive di profitti ma del proprio lavoro e che non ha nulla da perdere nel mettere in discussione questo sistema basato sulla paura, la precarietà e la violenza.

Non è un problema di donne contro gli uomini ma un problema che parla a tutta l’umanità.

Lottiamo per arrivare ad una società in cui non sarà più necessario la giornata del 26 novembre contro la violenza sulle donne!  Così il comunicato delle "Donne in Lotta No Austerity"

 

 

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