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Champions ed Europa League: rabbia Atalanta, delusione Lazio, Roma sul velluto

Ma anche l’amara eliminazione del Napoli e la sofferente qualificazione del Milan: bottino delle italiane da bicchiere mezzo vuoto

Champions Atalanta Real

Secondo giro di coppe, con il completamento dell’andata degli ottavi di Champions e dei turni di sedicesimi di Europa League. Bottino infrasettimanale di 2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte con 2 qualificazioni agli ottavi di Europa League e un’eliminazione. Rammarico e delusione sono le sensazioni dominanti, con la sola Roma che non ha avuto particolari patemi.

Atalanta sconfitta e arrabbiata: un’occasione persa per riscrivere la storia in Champions

Rammarico e delusione per l’Atalanta e per una città che credeva fortemente al colpaccio contro la regina della Champions, il Real Madrid. Al netto degli assembramenti dei tifosi fuori dallo stadio prima del match – brutta immagine ad un anno esatto dal primo morto di Covid in Italia – le aspettative per la Dea erano giustamente elevate. I blancos, falcidiati dagli infortuni e con soli 11 giocatori di movimento della prima squadra a disposizione, sono stati agevolati dall’espulsione diretta – quantomeno dubbia – di Freuler.

Per i nerazzurri è cambiato completamente il piano tattico, ma nonostante 75 minuti di inferiorità numerica, “la banda del Gasp” si è battuta alla grande. Soprattutto nella ripresa, non ha potuto fare le solite sortite offensive, ma è stata autrice di una gara ordinata e attenta in retroguardia. In 86 minuti Gollini non ha dovuto fare interventi prodigiosi, con tutti i tiri madridisti in qualche modo ribattuti e rimpallati da interventi difensivi, a dimostrare la lotta su ogni pallone. Il destro a giro dai 25 metri di Mendy è uno schiaffo forte ed immeritato per una prestazione che rimane di altissimo livello e che obbligherà l’Atalanta tra 3 settimane ad un’impresa storica in Spagna, quando presumibilmente il Real recupererà qualche pedina.

Lazio che si consegna ai campioni in carica

Sensazioni diverse in casa Lazio, date le aspettative iniziali e la partita che ne è venuta fuori. C’era tanta attesa per una squadra che non si giocava gli ottavi di Champions da 20 anni – quando il mister Inzaghi era in campo – conscia però di affrontare i campioni d’Europa e del Mondo. Speranza di una partita alla pari evaporata solamente dopo 9 minuti con il retropassaggio kamikaze di Musacchio per un Lewandowski che non avrebbe bisogno di tali regali. Una “Caporetto” nel primo tempo con 2 gol e mezzo concessi per gravi errori difensivi, più l’autogol di Acerbi ad inizio ripresa: i biancocelesti hanno provato a reagire (con un episodio arbitrale anch’esso dubbio) ma hanno sentito troppo la gara. Il gol della bandiera di Correa permette di salvare l’onore ma non le ambizioni di qualificazione.

L’amara eliminazione del Napoli, che lotta ma deve fare ammenda dei propri errori

Prosegue il momento critico del Napoli che, chiamato ad una semi impresa, viene eliminato ma con molto rammarico. Serviva una partita ai limiti della perfezione per ribaltare il risultato di Granada e l’inizio sprint aveva incanalato la partita verso una rimonta. Dopo due minuti e mezzo l’incursione di Zielinski ha illuso gli azzurri, che poco più tardi pagano a caro prezzo l’ennesima disattenzione difensiva. Così come all’andata, un’incornata di un giocatore lasciato colpevolmente solo ha compromesso la situazione.

Nel secondo tempo il Napoli, nonostante i tre gol da fare, si è buttato in avanti con tutte le energie rimaste. Al netto delle buone notizie arrivate dalla prestazione di Ghoulam ed il rientro di Mertens, non basta il 2-1 firmato da Fabian Ruiz e le molteplici palle gol non sfruttate. Al fischio finale, la rabbia di Gattuso è per un momento complicato e per una qualificazione che, nonostante le numerose assenze, poteva arrivare ugualmente.

Agli ottavi Roma (in scioltezza) e Milan (con troppa fatica)

L’unica vera nota lieta di questi primi due turni europei è la Roma, che con un complessivo 5-1 passa comodamente agli ottavi. Nonostante le assenze in difesa, con il solo Mancini come centrale di ruolo, i giallorossi mettono ancora più in discesa il discorso qualificazione con il timbro di Edin Dzeko. Bosniaco poi costretto ad uscire per infortunio, ma in tal senso è positiva la prestazione sua e di un El Shaarawy in crescendo di condizione. Nel frattempo, anche partendo dalla panchina, Pellegrini inventa, Spinazzola serve assist e Mayoral insacca: Roma avanti con agio.

Chi ha dovuto soffrire oltremodo invece è stato il Milan che, dopo il 2-2 di Belgrado, con l’1-1 di San Siro passa agli ottavi con il brivido. Anche in questo caso, un match che sembrava in discesa dopo il rigore trasformato da Kessie al settimo minuto. Il Diavolo, forse credendo di aver archiviato la qualificazione, rallenta colpevolmente e dà linfa alla Stella Rossa dell’ex interista Stankovic. Dopo un quarto d’ora la squadra serba pareggia e nella ripresa, nonostante l’uomo in più è Donnarumma con un intervento superlativo a salvare il Milan. Rossoneri che passano agli ottavi ma faticando più del previsto, sintomo di una difficoltà anche mentale di una squadra che comincia ad accusare le fatiche di una stagione intensissima.

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