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Carocci: “Attenzione, nell’Agenda 2030 non si fa cenno all’Arte e alla Cultura”

Ma arriva una buona notizia da Città del Messico dove 135 ministri della Cultura hanno sancito che la cultura è “un bene pubblico globale”

Cristiano Carocci

Cristiano Carocci

Pensare al futuro, al nostro futuro senza arte e cultura non è possibile. Da molto tempo lamento anche dalle pagine di questo giornale che nei 17 punti-obiettivi delle Nazioni Unite che compongono l’Agenda 2030 non v’è accenno alcuno all’Arte e alla Cultura. E il Governo italiano dal 2015 non ha mai tentato di proporre di implementare l’agenda ONU indirizzandola in quella direzione culturale, insita nella storia del patrimonio artistico italiano che rappresenta da solo il 75 per cento del patrimonio artistico del pianeta terra.

Ma finalmente arriva una buona notizia da Città del Messico dove dal 28 al 30 settembre si sono riuniti 135 ministri della Cultura (con il Ministro Franceschini assente come al solito agli appuntamenti che contano davvero), per stabilire, per la prima volta nella storia, attraverso una dichiarazione universale di massimo impatto quali sono quelle dell’Unesco che la cultura è “un bene pubblico globale”.

Il Mondialcult 2022, questo il nome della riunione, chiede insomma che la cultura venga inserita come obiettivo specifico a sé stante tra i prossimi obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che così diventerebbero 18. Il riconoscimento dell’Unesco che l’Arte è un bene universale oltre a rappresentare un pronunciamento ormai ineludibile dovrà essere per il nuovo Ministro della Cultura italiano un ulteriore sprone per valorizzare come non mai la straordinarietà delle nostre risorse artistiche, vera vena aurifera per il nostro Paese che da questo punto di vista e’ una potenza mondiale, anzi la superpotenza dell’Arte.

Cristiano Carocci, Presidente Fondazione Spazi dell’Arte