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Canili Roma e il caso “Villa Andreina”, la denuncia: ostruzionismo ai volontari

Canili dove vengono relegati “cani fantasma”; i quali ostacolano i volontari nell’eseguire le attività a cui possono dedicarsi per legge

Facendo ricerche sui canili di Roma abbiamo scoperto che ci sono questioni complesse e interessi diversi, non sempre compatibili, relativi all'adozione e alla custodia dei cani. La possibilità di essere informati sugli esemplari ospitati nei canili è una forma di tutela dei cani ma anche dell'interesse pubblico. Non dimentichiamo infatti, che dato che il mantenimento è una spesa che grava sulle casse pubbliche, è nell'interesse dei cittadini che i cani vengano adottati, che abbiano la possibilità di avere visibilità sui social e sui giornali per favorire la loro adozione. Le strutture di accoglienza, convenzionate con il Comune, dal quale ricevono fondi pubblici, per legge dovrebbero mostrare ai volontari di determinate associazioni preposte al benessere degli stessi, che dovrebbero aprire ai volontari per consentire le adozioni. Eppure ci sono canili dove vengono relegati “cani fantasma”; strutture che non permettono ai volontari di eseguire le attività a cui potrebbero dedicarsi per legge. Uno di questi si chiama Villa Andreina, e si trova ad Acilia, Roma. Questo articolo vuole dare voce a quelle anime anonime, agli ultimi degli ultimi. Ai cani che non hanno neppure la più lontana possibilità di essere visti in una fotografia e magari di avere una vita migliore fuori dalle gabbie.

Ce ne ha parlato Monica Virello, responsabile relazioni esterne dell'associazione ACL Onlus, acronimo di Associazione Canili Lazio, la quale ci ha denunciato questa situazione illegittima verso gli animali della Capitale.

 

Ci spiega cosa prevede la legge in merito ai canili convenzionati e qual è il vostro ruolo?

“Per legge i Comuni, ormai dal 1991, devono dotarsi di canili pubblici. In molti casi non lo hanno fatto, quindi i comuni hanno iniziato a convenzionarsi con strutture private e le sostengono con denaro pubblico. In tempi recenti, nel 2007 e in seguito con diverse delibere regionali, si è stabilito che le strutture devono essere aperte alle associazioni di tutela animale per favorire le adozioni e monitorare il benessere degli animali. L'apertura alle associazioni di volontariato è nel Lazio un requisito indispensabile per la convenzione tra Comune e canile.

Purtroppo nella realtà i provvedimenti non vengono rispettati e quando vengono chiamati vigili e polizia per verificare il fatto quasi mai le forze dell'ordine intervengono e vengono prese le misure legali previste dalla legge. Noi della associazione ACL Onlus operiamo sul territorio da Roma a Latina da 13 anni, soprattutto nelle strutture problematiche per aumentare le chances di adozione dei cani. Solo da circa due anni operiamo a Roma, dove c'è una situazione arretrata e obsoleta, nonostante sia la Capitale. Abbiamo infatti trovato proprio qui qualche situazione da canile-bunker”.

 

Cosa accade nel caso particolare del canile Villa Andreina?

“Di recente e non senza difficoltà, siamo riusciti ad ottenere dal Comune di Roma l'autorizzazione ad accedere al canile di villa Andreina. Ora si chiama “Pet Land Srls” ma di fatto all’interno vi è sempre lo stesso soggetto. Sapevamo da altre associazioni di criticità in questo canile. Quando siamo entrati in contatto con la struttura ci hanno impedito di accedere ad alcuni settori, chiusi ai volontari”.

 

Ci spieghi, non vi fanno accedere e non vi mostrano neppure gli animali anche se la legge prevede che lo facciano?

“In alcuni casi Sono restii, piuttosto prelevano il cane portandolo fuori dal settore, senza far entrare il volontario. Il volontario può fotografare il cane che viene poi riportato dentro. Questa pratica fa perdere tempo, ma soprattutto impedisce al volontario di verificare il comportamento del cane nel suo ambiente, se è nervoso, in che tipo di spazio abita, in che condizioni igieniche è tenuto

Questo è importante per la tutela del cane ma anche della eventuale famiglia che lo adotterà perché i cani che restano troppo in isolamento possono sviluppare comportamenti aggressivi o di angoscia e diffidenza verso le persone. Ci sono cani più timidi e spaventati che non possono essere portati fuori dal box al guinzaglio e, che di fatto restano invisibili ai volontari i quali non possono neppure fotografarli per farli conoscere al pubblico e quindi adottare. L'ufficio comunale preposto che abbiamo contattato per denunciare il fatto, ha opposto anch'esso resistenze”.

 

Quali ragioni vi sono state date per cui non vi lasciano accedere?

“In un caso Ci è stato detto che si tratta di un settore sanitario nel quale quindi non si può accedere per via delle norme igieniche, ma Villa Andreina non risulterebbe è autorizzata come canile sanitario. Ci è quindi stato comunicato che non potevamo accedere perché avremmo portato malattie. Eppure, a differenza degli operatori noi indossiamo copri calzari e apposito abbigliamento usa e getta per entrare nei canili sanitari. Non è contraddittorio? Nel caso di una mamma che aveva cuccioli ancora lattanti, il gestore del canile, pur di non farci entrare, ci ha proposto di far uscire la mamma cane.

Noi abbiamo rifiutato per buonsenso, perché se si fa camminare la mamma fuori poi quest'ultima può portare agenti patogeni all'interno, ai cuccioli lattanti e a tutti gli altri esemplari. In un altro settore non si può entrare per via di un albero caduto e in un altro ancora perché vi sarebbero cani privati a pensione insieme a cani pubblici, il che è singolare. Non si vuole turbare i cani privati e di conseguenza vengono penalizzati i cani comunali che non possono essere visti e fotografati nei loro box”.

 

Che differenza c'è tra un canile sanitario e un canile rifugio?

“Il sanitario è un canile di prima accoglienza, quello dove entrano i cani prelevati dalla strada, quindi che può ospitare anche animali malati. In questi luoghi vengono somministrate le prime prestazioni sanitarie come vaccini, vermifughi, sterilizzazioni, test per le zoonosi. Dopo la tappa nel canile sanitario, per tutelare l'animale ma anche la popolazione umana da eventuali patologie di origine animale, il cane passa nel canile rifugio.

Canile sanitario e rifugio devono essere separati dal punto di vista funzionale, anche se fanno parte di una stessa struttura, i loro locali devono essere fisicamente divisi, in modo che non si creino situazioni di promiscuità sanitaria potenzialmente pericolose. Il sanitario di Roma è il canile Muratella. Però ci sono cani che quando non hanno ancora finito le prestazioni mediche di sicurezza del sanitario, vengono già trasferiti a villa Andreina.

Ma per questa funzione Villa Andreina non risulterebbe è autorizzato. Perché la Asl autorizza i trasferimenti dal sanitario di Muratella al rifugio villa Andreina? Quando, a proposito di alcuni cuccioli non vaccinati che avrebbero dovuto stare in un canile sanitario, abbiamo fatto notare che Villa Andreina non ci risulterebbe è autorizzata come canile sanitario, la Asl ha risposto via mail che però stavano meglio a Villa Andreina.

Allora perché non togliere l'autorizzazione a Muratella e darla a Villa Andreina? (E’ una provocazione, ovviamente: il canile dovrebbe possedere specifici requisiti per essere autorizzato come sanitario). Per quanto riguarda le adozioni, I cani nei canili convenzionati sono mantenuti dal loro Comune, i gestori percepiscono denaro pubblico quindi chiaramente si crea un conflitto di interessi se il soggetto che percepisce fondi per mantenere i cani e deve cercare al contempo di farli adottare è lo stesso. Insomma ci sono contraddizioni inspiegabili”

 

Avete provato a collaborare con la delegata Raggi del Comune di Roma, Loredana Pronio?

“La Pronio ci risulta essere una consulente del Comune di Roma e non delegata. Inoltre lei sembra occuparsi esclusivamente di adozioni facili, di piccoli cani, e non delle situazioni di malagestione dei cani nei canili; non ci risulta che lei si sia attivata per verificare e risolvere le gravi situazioni da noi segnalate al Comune”.

 

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