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AS Roma, finalmente Friedkin: termina l’era Pallotta, non quella yankee

L’accordo da 591 milioni di euro annunciato di notte dalla società, poi le prime parole da proprietario del magnate texano: “Città e club iconici, non vediamo l’ora di iniziare”

stadio della roma: dan friedkin

Il presidente dell'AS Roma Dan Friedkin

Con qualche mese di ritardo a causa della pandemia da Covid-19, l’AS Roma ha un nuovo proprietario. È stato infatti ufficializzato il passaggio del club nelle mani del tycoon di Houston Dan Friedkin. Un avvicendamento che ha chiuso dunque l’era di James Pallotta, ma non quella a stelle e strisce. E che è stato rovinato solamente dall’eliminazione della squadra dall’Europa League per mano del Siviglia.

AS Roma, da Pallotta a Friedkin

Le firme sono giunte in piena notte, a suggellare il felice esito di una trattativa lunga e sfibrante. Un corteggiamento durato mesi, che probabilmente sarebbe andato a buon fine molto prima se non ci avesse messo lo zampino il coronavirus.

Alla fine, però, è arrivato il comunicato ufficiale indirizzato dal club alla CONSOB (la Commissione di vigilanza sulle società quotate in Borsa). Una nota in cui si annunciava «la sottoscrizione di un accordo vincolante di acquisto di azioni con The Friedkin Group, Inc.». E si precisava che «l’operazione è valutata in circa 591.000.000 di Euro» e «dovrebbe concludersi entro la fine di agosto 2020».

È quindi terminata dopo nove anni (di cui otto da numero uno), ma senza trofei vinti, l’esperienza di Jim Pallotta alla guida dei giallorossi. E, al proprio commiato, l’imprenditore bostoniano ha unito il benvenuto al suo successore Dan Friedkin e a suo figlio Ryan. Il quale, sulla scia di quanto ha fatto Steven Zhang all’Inter, si stabilirà nell’Urbe per assicurare la presenza fisica della nuova proprietà.

«Negli ultimi mesi, Dan e Ryan Friedkin hanno dimostrato totale dedizione nel voler finalizzare questo accordo e nel guidare il club positivamente. Sono certo che saranno dei grandi futuri proprietari per l’AS Roma», le ultime parole da presidente di Pallotta. Cui hanno fatto da specchio le prime del nuovo proprietario. «Noi tutti al Friedkin Group siamo felici di aver fatto i passi necessari a diventare parte di questa città e club iconici. Non vediamo l’ora di chiudere l’acquisto il prima possibile e di immergerci nella famiglia dell’AS Roma».

AS Roma, chi è Dan Friedkin

54 anni, texano (ma di origine californiana), Dan Friedkin ha l’esclusiva della distribuzione e vendita della Toyota in cinque stati U.S.A. È soprattutto grazie a questo business che può vantare un patrimonio stimato da Forbes in 4,1 miliardi di dollari. Cifra che lo colloca al 187° posto tra gli uomini più ricchi d’America e in 504° posizione a livello mondiale.

Friedkin è attivo anche nei settori del turismo e della cinematografia (nel 2017 il suo The Square ha vinto la Palma d’Oro a Cannes). Inoltre, ha la passione dell’aviazione, tanto da possedere la licenza per il volo acrobatico – e da aver pilotato un aereo durante le riprese del kolossal Dunkirk. E, per non farsi mancare niente, è anche impegnato in progetti filantropici, come quello teso a salvaguardare i territori incontaminati della Tanzania.

Naturalmente, però, le aspettative dei tifosi della Maggica sono legate al piano sportivo, su cui però, al momento, vi sono solo indiscrezioni. A cominciare dalla carica di Ds, per cui i nomi si sprecano. Dall’ex difensore romanista Nicolás Burdisso al ritorno di Walter Sabatini, fino al clamoroso reintegro di Gianluca Petrachi. Non è neppure escluso che della nuova dirigenza possa far parte il Capitano per antonomasia, Francesco Totti, con un ruolo operativo oltre che di rappresentanza.

Per quanto riguarda invece la squadra, l’intenzione è blindare i gioielli come Nicolò Zaniolo e Lorenzo Pellegrini. Nelle speranze dei supporter, dovrebbe essere il primo tassello di una campagna di rafforzamento, che il campo ha dimostrato essere più che necessaria.

Siviglia-Roma 2-0

L’AS Roma è stata eliminata dal Siviglia, vittorioso 2-0 negli ottavi di finale di Europa League disputati in gara unica nella città tedesca di Duisburg. Partita mai in discussione, con gli andalusi in costante controllo e in rete al 21’ con Reguilón dopo aver già colpito una traversa. Soltanto nella parte finale del primo tempo i giallorossi hanno provato a rendersi pericolosi, soprattutto con un tiro murato di Zaniolo.

Al crepuscolo della frazione, però, è arrivato il raddoppio degli Spagnoli con il marocchino En-Nesyri. Doppio vantaggio meritato, benché l’azione fosse viziata da un evidente fallo su Edin Džeko, non ravvisato dall’arbitro Björn Kuipers.

Non è stato peraltro l’unico errore dell’indisponente fischietto olandese, che ha all’attivo anche la ridicola espulsione di Gianluca Mancini al 98’, per interposto Var. Sarebbe però eccessivo dire che queste pecche abbiano condizionato il risultato, su cui hanno influito piuttosto la miglior condizione e la maggior esperienza degli Iberici. I quali, dopo l’intervallo, si sono limitati a controllare, sfiorando però la terza marcatura più di quanto i capitolini siano andati vicini al gol della speranza.

Sono dunque terminati così il cammino europeo e la travagliata stagione dell’AS Roma, nel match di transizione tra vecchia e nuova proprietà americana. Vi si potrebbe anche leggere un certo simbolismo, in effetti. A Dan Friedkin e al suo gruppo l’onere e l’onore di mantenere le promesse: incluse quelle scritte solo nel vento.

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