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ALLARME LAZIO – Con questo caldo NON andare a lavorare: puoi restare a casa e continuare a essere pagato | Legge approvata subito

Lavoratore disperato - Romait.it

Lavoratore disperato - Fonte www.pexels.com - Romait.it

Incredibile ma vero: si fanno passi da gigante in materia di diritti dei lavoratori. Ecco cosa succede se hai troppo caldo.

Il termometro ha deciso di superare ogni limite e l’aria sa di asfalto fuso e sabbia del deserto. A Roma e in buona parte del Lazio l’emergenza climatica non è più una questione da attivisti con le borracce: è realtà concreta, sudata e stremata.

Le temperature percepite raggiungono tranquillamente i 45 gradi. L’umidità non aiuta, anzi: trasforma ogni respiro in una sauna. La risposta delle persone? Corrono in farmacia. In cima alla lista della spesa estiva: magnesio, potassio e bustine miracolose contro crampi, stanchezza e quel senso di stordimento perenne.

Gli integratori vanno a ruba, e insieme a loro anche i ventilatori portatili da borsa e le borracce termiche. Non è più solo una questione di comfort, ma di sopravvivenza urbana. L’ondata di calore non colpisce solo il corpo, ma anche il cervello: irritabilità, mancanza di concentrazione, cali di pressione. Lavorare con 40 gradi fuori è un incubo.

Prenoti le vacanze?

Eppure, anche in queste condizioni, molti lavoratori sono costretti a farsi bastare le canoniche due settimane di ferie. Due settimane per ricaricare tutto: corpo, mente e spirito, mentre il caldo continua a premere senza sosta. Avere un contratto non sempre basta: negoziare le ferie diventa un gioco di incastri aziendali.

Non parliamo poi di chi lavora nei settori stagionali o all’aperto: edilizia, agricoltura, florovivaismo. Per loro l’estate non è pausa, è il picco. E se ti lamenti, ti dicono che una volta si lavorava anche sotto il sole. Ma una volta c’erano 32 gradi, non 48 percepiti con umidità tropicale.

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Vacanze – pexels – RomaIT.it

Se hai caldo puoi non lavorare

Brocardi.it ha diffuso la notizia. La regione Lazio ha approvato misure concrete in materia. Se fa troppo caldo, si può restare a casa. Non per finta, non con scuse creative: è tutto previsto per legge. Il Ministero della Salute ha infatti riconosciuto che l’esposizione prolungata a temperature elevate compromette le prestazioni cognitive e fisiche. I settori più esposti, come agricoltura, edilizia, pesca, trasporti, sono protetti da ordinanze specifiche: ad esempio, nel Lazio stop alle attività dalle 12.30 alle 16.00.

E non è solo questione di buon senso: le aziende possono richiedere la Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) per eventi meteo, anche sotto i 35 gradi se la temperatura percepita è troppo alta. L’INPS ha confermato tutto, aprendo la strada a tutele concrete e immediate. Non serve eroismo sotto il sole: basta un datore di lavoro attento e una normativa che finalmente tutela chi lavora anche e soprattutto quando l’estate è una prova di resistenza.