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“Polizia, i tatuaggi sono vietati”, è ti buttano fuori dalla spiaggia: quest’anno o li copri.o te ne resti a casa | Multe violente in arrivo

Tatuaggi - Romait.it - Pexels

Incredibile ma vero: da adesso la polizia ti controlla anche se hai dei tatuaggi. Si sta davvero esagerando.

I tatuaggi hanno origini antichissime, risalenti a pratiche rituali, tradizioni tribali, segni di appartenenza sociale o spirituale. In molte culture erano simboli di coraggio, protezione o status sociale. E nel corso della storia assumono significati diversi: nella cultura Maori erano marchi di famiglia e origine, ad esempio.

Nel tempo, in Occidente i tatuaggi hanno assunto dimensioni estetiche o personali, spesso però associati a gruppi sociali specifici come marinai, motociclisti o rappresentanti della controcultura urbana. In certi ambiti professionali come forze dell’ordine o ambienti formali erano malvisti, percepiti come simbolo di trasgressione.

Oggi i tatuaggi sono diventati mainstream, parte di un’identità personale visibile. Non è solo decorazione: è messaggio, è scelta estetica o simbolica. Ma resta il fatto che in molti contesti continuano ad essere visti con diffidenza. In certi ambienti possono rappresentare uno stigma, un motivo di esclusione. Il problema è quando interviene la polizia.

Esclusione sociale

In alcuni ambienti i tatuaggi continuano a essere motivo di esclusione. Piscine comunali, palestre, spa e località turistiche talvolta impongono l’obbligo di coprirli o addirittura vietano l’ingresso agli individui tatuati. Non per legge, ma per norme interne, spesso legate a pregiudizi o a un’idea di decoro collettivo.

In molti casi questi divieti non sono ufficializzati: non vengono pubblicati sulla cartellonistica, ma emergono da prassi non dichiarate. Se un bagnino nota un tatuaggio vistoso, può chiedere di coprirlo con una maglietta o una toppa adesiva. Il risultato è un senso di disagio e discriminazione sottile. Ma fino ad oggi si trattava di regole non scritte, dormienti.

Schiena di donna tatuata a opera del noto artista romano Marco Manzo
Persona tatuata – Pexels – Romait.it

Il divieto esplosivo di tatuaggi

A quanto pare in Giappone, i tatuaggi visibili in spiaggia sono ancora ufficialmente vietati. Calabrese in oriente Giappone, da Facebook, ha diffuso le informazioni. Le autorità locali e la polizia municipale possono impedire l’accesso ai bagnanti tatuati e applicare multe salate o ordinare allontanamenti immediati se il disegno è visibile.

Le origini di questa policy affondano nella storia: a partire dal periodo Edo, i tatuaggi venivano usati per marcare i criminali. Ancora oggi, grazie all’associazione culturale tra tatuaggi e yakuza, molti stabilimenti balneari e spiagge pubbliche impongono regole severe. Anche se non esiste una legge nazionale che vieti i tatuaggi in spiaggia, le amministrazioni locali possono decidere di non ammettere chi ha tatuaggi in bella vista. In alcuni casi sono arrivate multe definitive o la rimozione forzata dalla spiaggia. L’imposizione si sta estendendo anche ai lidi turistici.