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Alla scoperta della Roma del Caravaggio

Visite culturali guidate con lo Spazio Libero Tenaglia e l’archeologo Marco Mancini

Sabato 7 gennaio si è svolto il terzo appuntamento all’insegna della cultura con lo Spazio Libero Tenaglia, insieme all’archeologo Marco Mancini. La visita itinerante questa volta ha condotto i partecipanti alla scoperta dei luoghi del Caravaggio, emblema indiscusso della rivoluzione pittorica e protagonista assoluto della Roma del suo tempo.

Michelangelo Merisi, noto come il ‘Caravaggio’ è uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi, di fama universale. I suoi dipinti, che combinano un’analisi dello stato umano, sia fisico che emotivo, con un drammatico uso della luce, hanno avuto una forte influenza formativa sulla pittura barocca. La scoperta dei luoghi in cui l’artista, dall’animo particolarmente irrequieto, ha lasciato il segno e che nella sua permanenza nella città capitolina ha frequentato, sono stati quindi al centro del percorso itinerante iniziato dalla Chiesa di Sant’Agostino, importante per la sua unicità legata allo stile primo rinascimentale, difficilmente riscontrabile in altre Chiese romane.

All’interno di essa, vicino alla porta di sinistra, si può osservare un’importante opera del Caravaggio: la “Madonna dei pellegrini”. La straordinarietà del dipinto è l’emblema della creatività artistica del pittore, che con i suoi giochi di ombre e luce crea effetti assolutamente straordinari. In quest’opera il volto di Maria è illuminato da un fascio di luce proveniente da una finestra ipotetica, che crea un effetto ombra all’interno del dipinto stesso; tutto il movimento dei protagonisti è decretato non da loro stessi, quanto dal movimento della luce. Insieme alla Madonna, rappresentata in tutta la sua leggerezza ed eleganza, c’è Gesù, rappresentato qui nell’età della fanciullezza. Davanti a loro due personaggi, di cui non si vedono i volti, ma il formato della figura ci indica come più c’è una vicinanza alla miseria, tanto più si è vicini all’eccelso; quest’ultimo è rappresentato da una Madonna non in glorificazione, ma da una Madonna madre, bella e sensuale. Proprio quest’ultima considerazione creò scandalo, tanto che il dipinto sarà posto nella Chiesa dieci anni dopo la sua realizzazione.

Eppure dietro il genio e la sregolatezza dell’artista si cela un chiaro messaggio evangelico: l’intera figura di Maria è come se fosse il braccio verticale della croce, perché quello orizzontale è dato dalla sua mano destra posta intorno al fanciullo. Infine, il piccolo accenno alla sua divinità, rappresentata da un’aureola appena accennata, è infatti messo in secondo piano rispetto all’esuberante accenno alla sua sensualità, dato dalla sua fisicità.

Con Caravaggio inizia una modernità legata alla commissione delle opere d’arte, non più quindi personaggi legati al clero o ricchi principi: chiunque aveva possibilità economiche, poteva infatti commissionare delle opere, distaccando quindi l’arte dalla concezione religiosa che si è avuta per centinaia di anni.

Seconda tappa, la chiesa di San Luigi dei Francesi, costruita nel 1585 nel quartiere dei francesi, dove grazie al Cardinal Del Monte, viene commissionata a Caravaggio la “Vocazione di San Matteo”, composto di tre dipinti. Il primo a sinistra, sicuramente quello più famoso, rappresenta ‘La chiamata’ ossia il momento in cui Gesù e San Pietro entrano in un osteria e il primo indica proprio Matteo, l’unico tra i presenti, ad essersi accorto delle due importanti presenze. Il secondo dipinto riguarda il momento in cui San Matteo scrive il vangelo con l’angelo che esce da sopra, quasi a voler dettare o suggerire cosa scrivere; mentre sulla destra, viene rappresentato il martirio del Santo, realizzato in contemporanea del primo.

Altra tappa in via della Scrofa, dove un tempo c’era l’osteria frequentata da Caravaggio e i suoi adepti, che passavano qui il tempo a bivaccare. Si trova di fronte al palazzo in cui dimorarono Luigi Gonzaga e Torquato Tasso: era una delle più ‘importanti’ osterie della malavita romana, a due passi dal porto fluviale, che cominciava dove oggi c’è l’involucro bianco che racchiude l’Ara Pacis; 140 anni fa l’osteria ha lasciato il posto ad una farmacia.

Insomma, quella di Caravaggio era una personalità sicuramente fuori controllo e difficile da gestire, il cui estro tuttavia ha fatto sicuramente scuola, tanto da influenzare le correnti artistiche che a lui seguirono.

Il prossimo appuntamento culturale dello Spazio Libero Tenaglia riguarderà un’immersione tra classico ed industriale nel mese di marzo, presso la Centrale idroelettrica di Montemartini. Per info e prenotazioni: Emanuele 3358769359; sportelli tenaglia@gmail.com. Pagina Facebook: Spazio Libero Tenaglia

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