Zanzara tigre e caldo anomalo: l’allarme degli esperti, “Rischio punture fino a Natale”
Con l’“estate di San Martino” e temperature oltre la media, la zanzara tigre e altre specie resistono al freddo. L’allerta Sima: rischio fino a Natale

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Con temperature fino a 6 gradi sopra la media stagionale e un novembre che sembra primavera, in Italia è scattato l’allarme per la presenza record di zanzare, anche in pieno autunno. La Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) avverte: “I cittadini fanno ancora i conti con le punture di zanzare, e il rischio persiste fino a Natale”, dichiara il presidente Alessandro Miani. Un fenomeno legato al prolungarsi dell’“estate di San Martino”, che quest’anno si presenta con un’intensità e una durata insolite, preoccupando gli esperti per le conseguenze sanitarie e ambientali.
L’estate di San Martino e il caldo anomalo che prolunga la stagione delle zanzare
Il meteorologo Lorenzo Tedici de IlMeteo.it spiega che il bel tempo di questi giorni è tipico dell’“estate di San Martino”, il periodo di clima mite che si manifesta intorno all’11 novembre, ma che quest’anno è arrivato con una settimana di anticipo e con temperature superiori di 5-6 gradi rispetto alla media stagionale.
«È un periodo soleggiato nel cuore dell’autunno – spiega Tedici – ma le anomalie di quest’anno sono evidenti: a Roma si sfiorano i 25 gradi, valori più simili a fine settembre che a inizio novembre».
Questa anomalia termica non è solo un curioso fenomeno meteorologico, ma un fattore ambientale che altera profondamente gli equilibri naturali. Il caldo persistente e l’umidità residua offrono infatti condizioni ideali per la sopravvivenza e la riproduzione delle zanzare, che in anni normali entrerebbero in uno stato di quiescenza.
Zanzara tigre, coreana e giapponese: le specie più resistenti al freddo
Le segnalazioni arrivate nelle ultime settimane alle autorità sanitarie e agli enti ambientali confermano la presenza diffusa di zanzare attive anche a novembre, soprattutto nelle aree urbane del Centro e Nord Italia. Secondo la SIMA, la responsabilità è da attribuire alle specie più resistenti al freddo: la zanzara tigre (Aedes albopictus), la zanzara coreana (Aedes koreicus) e la giapponese (Aedes japonicus japonicus).
«L’innalzamento delle temperature medie stagionali ha creato le condizioni favorevoli per una alterazione dei cicli di vita e di riproduzione di alcuni insetti – spiega il presidente Miani – Il caldo consente alle uova di sopravvivere grazie a un autunno più mite, e agli adulti di rimanere attivi, riprodursi e moltiplicarsi».
Il problema non riguarda solo le specie esotiche introdotte negli ultimi decenni, ma anche la diffusissima zanzara comune (Culex pipiens), vettore del virus West Nile, che ha causato numerosi casi e alcuni decessi in Italia durante l’estate appena conclusa.
Zanzare attive fino a Natale: l’allarme della Società Italiana di Medicina Ambientale
Il rischio, avverte la SIMA, è che in assenza di un brusco calo delle temperature le zanzare possano continuare a proliferare fino a dicembre inoltrato. «In alcune aree del Paese – prosegue Miani – la popolazione di zanzare potrebbe restare attiva anche sotto Natale. È un cambiamento che comporta non solo fastidi, ma anche pericoli per la salute pubblica».
Le zanzare non sono solo un fastidio quotidiano: la loro capacità di trasmettere virus come dengue (DENV), chikungunya (CHIKV) e febbre gialla (YFV) rappresenta un problema crescente anche in Europa. L’Aedes albopictus, la zanzara tigre, è già in grado di trasmettere localmente alcuni di questi virus, come dimostrano i casi autoctoni registrati negli ultimi anni in Francia e Spagna.
Le conseguenze sanitarie e ambientali del riscaldamento climatico
Il riscaldamento globale non si limita a innalzare la colonnina di mercurio: altera gli ecosistemi e i cicli biologici degli insetti, estendendo la loro stagione attiva. In Italia, le temperature autunnali sempre più alte favoriscono la sopravvivenza delle uova deposte in estate e la schiusa di nuove generazioni di zanzare anche in novembre.
Secondo i climatologi, se queste tendenze continueranno, la “stagione delle zanzare” potrebbe estendersi di due mesi rispetto al passato, passando da aprile-ottobre a marzo-dicembre. Ciò significa una maggiore esposizione ai rischi sanitari, ma anche un aumento dei costi per la disinfestazione e un impatto sulla qualità della vita urbana.
Cosa possono fare i cittadini per difendersi
In attesa di un abbassamento delle temperature, gli esperti invitano i cittadini a non abbassare la guardia. Eliminare ristagni d’acqua da sottovasi, bidoni e caditoie resta la misura più efficace per interrompere il ciclo riproduttivo delle zanzare. È consigliato inoltre usare zanzariere, repellenti e indossare abiti chiari e leggeri anche in questi giorni insolitamente miti.
Le amministrazioni locali, dal canto loro, stanno valutando interventi straordinari di monitoraggio e disinfestazione prolungata, mentre i servizi sanitari continuano a tenere alta la sorveglianza sui casi sospetti di infezioni trasmesse da vettori.
Un segnale del cambiamento climatico sempre più evidente
Il protrarsi dell’attività delle zanzare fino a Natale è solo uno dei tanti indicatori del cambiamento climatico in corso. Gli esperti lo considerano un “termometro biologico” del riscaldamento globale, poiché questi insetti reagiscono in modo diretto alle variazioni di temperatura.
«La presenza di zanzare attive in novembre – conclude Miani – è un segnale chiaro di come il clima stia cambiando. È una sfida che impone nuove strategie di prevenzione sanitaria e ambientale, ma anche un ripensamento complessivo delle nostre abitudini e del modo in cui gestiamo l’ambiente urbano».
