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Vivere fuori Roma: Castel Gandolfo. Prezzi più bassi e migliore qualità della vita

Castel Gandolfo è uno dei borghi prescelti. Ricco di storia e immerso in un Parco Regionale. Il lago con le sue spiagge, la buona gastronomia e qualche problema ambientale

Castel Gandolfo, ingresso Palazzo apostolico

Castel Gandolfo, ingresso Palazzo apostolico

In molti abbandonano la metropoli per le città dei Castelli. Prezzi più bassi e migliore qualità della vita le motivazioni. Castel Gandolfo è uno dei borghi prescelti. Ricco di storia e immerso in un Parco Regionale. Il lago di Albano ne fa parte, con le sue spiagge, la buona gastronomia e qualche problema ambientale.

Lo so Roma è bella, in molti desiderano viverci, chi c’è nato non sa staccarsene. Offre più opportunità che altre località, proprio perché è una metropoli con molti settori produttivi in funzione, soprattutto nel campo della cultura, del turismo, dello spettacolo e del settore amministrativo. Negli anni anche Roma ha preso un po’ dello stile di vita frenetico che prima era tipico di altre città del nord, i romani sono diventati nervosi, stressati dai ritardi e dai rallentamenti del traffico, dai prezzi che salgono, dalle difficoltà a trovare parcheggio e dagli affitti delle case.

L’impennata dei prezzi, dopo la pandemia è cresciuta e sembra non fermarsi, mentre i salari restano al palo, ultimi in Europa. In molti cominciano a chiedersi se non convenga trasferirsi in uno dei borghi che circondano la Capitale, piuttosto che nelle periferie ingolfate e inquinate. Specie se si vuole comprare un appartamento.

Il costo della vita spinge giovani coppie e pensionati fuori Roma

Il prezzo medio di un metro quadro nella Capitale è arrivato a 3.318 euro. Medio, quindi ci sono zone dove proprio non si può immaginare di acquistare casa come quelle centrali o quartieri come Parioli, Salario, Nomentano, San Saba, Flaminio, Cassia. I prezzi restano inferiori a Milano, 4.400€ in media, e sono più alti che a Madrid, 2.700 €/mq e in linea con Barcellona, 3.190 €/mq. Allora viene facile dare uno sguardo intorno, un po’ più in là delle solite periferie. Purché siano centri dove sia buono il livello della qualità della vita, ben collegati e soprattutto meno cari, nei prezzi degli immobili e per la spesa. Tra i luoghi prescelti sembra esserci Castel Gandolfo.

Nel cuore della storia dei Castelli. Il flusso a ritroso dalla metropoli ai piccoli borghi sembra sia iniziato da qualche anno e che prosegua sempre più spedito, assieme a quello che vede molti pensionati trasferirsi in Portogallo, Sud della Spagna, Tunisia, Marocco, Albania, Isole Canarie se non addirittura nelle isole dei Caraibi o Thailandia e Filippine. Tutti luoghi con clima più favorevole, con vantaggi sul piano della imposizione fiscale, con servizi sanitari apprezzabili e anche eccellenti, dove la vita è meno cara e una pensione consente un livello di qualità maggiore che da noi.

Uno dei borghi più belli d’Italia, residenza estiva dei Papi e prima degli Imperatori

Castel Gandolfo conta circa 9.000 abitanti, si trova in collina ad un altitudine compresa tra i 100 e i 425 metri, è uno dei Borghi più belli d’Italia, un circuito di eccellenze storiche e architettoniche che rende il nostro Paese visitabile e interessante al di là delle solite città d’arte e i grandi centri del turismo internazionale. Il nome deriva probabilmente da Castrum Gandulphi con riferimento alla nobile famiglia Gandolfi che lo conquistò nel medioevo, prima prima era conosciuto come villaggio di Cuccuruttus.

Ma altri storici fanno riferimento al nome Gandulphi Sabinorum, ovvero a un certo Gandolfo Savelli, della omonima famiglia che aveva i propri domini proprio sui Colli Albani, in particolare su Albano e Ariccia. Il paese domina da una rocca il lago vulcanico sottostante e ospita il Palazzo estivo residenza dei Papi con i famosi Giardini Barberini. Tutta intorno una florida campagna, da sempre cuore delle civiltà che qui si sono sviluppate e che hanno originato Roma. Castel Gandolfo ha molti luoghi da visitare, come la Chiesa di San Tommaso di Villanova (di Gian Lorenzo Bernini), sulla piazza principale e il Ninfeo Dorico che faceva parte della villa dell’Imperatore Diocleziano.

Una curiosità: è nata qui, nel 1820, la consegna della posta e in Piazza della Libertà si trova la prima cassetta postale del mondo! Il Paese dista solo 18 km da Roma e confina con il Comune di Albano Laziale.

Il Palazzo Apostolico e i Giardini sono visitabili

Il Papa impiega circa 50 minuti per raggiungere la sua residenza estiva, percorrendo i 29 km che separano la Città del Vaticano dal Palazzo Apostolico, progettato da Carlo Maderno per Papa Urbano VIII nel XVII secolo. Tutta l’area si estende per un totale di quarantaquattro ettari, che appartengono allo Stato italiano, con la servitù dell’extraterritorialità concessa allo Stato Vaticano nel 1929, anno della sottoscrizione dei primi Patti Lateranensi.

Tuttavia Papa Francesco non si reca nel Palazzo, è il primo Papa ad aver rinunciato a sfruttare questa comodità, come ha fatto con tante altre, ed ha aperto le porte al pubblico dal 2016. Così adesso s’è trasformato in un Museo dei reperti dei papi e della loro storia e si possono visitare tanto gli uffici che le stanze private dei pontefici. Nella visita non si possono trascurare i Giardini Papali, dove la bellezza delle piante e dei fiori si sposa con il progetto del giardino e le rovine archeologiche, risalenti all’epoca dell’Imperatore Diocleziano.

La decisone del Papa di non andare più ha deluso i commercianti del borgo

In un primo momento gli abitanti di Castel Gandolfo non hanno preso bene la decisione del Papa. Non tanto per motivi d’affetto quanto per quelli più prosaicamente economici. Un papa che non frequenta più il Palazzo Apostolico poteva tradursi in un danno per i commercianti del posto. La piazza si era svuotata e così alberghi, ristoranti e negozi di souvenir. Il sindaco l’aveva presa proprio male, come fosse un lutto. La tradizionale messa del 15 agosto (è il giorno della Sagra delle pesche), con il Papa che riceveva i castellani in chiesa per fargli benedire le pesche, colte a fine luglio, non c’è più stata, un rito che s’è perso come l’afflusso dei turisti che venivano a curiosare.

Patrizia Gasperini ha un negozio di souvenir e articoli religiosi in Piazza della Libertà, era incredula in quel 2016: “Quando mi hanno detto che il Papa non veniva ho pensato a una burla. Ora per noi è dura. Capiamo le ragioni del Papa, ma per noi è molto difficile. Abbiamo così tanta merce in magazzino che ci arriveremo a Natale. L’estate per noi era il periodo con cui reggere durante l’inverno. Adesso non sarà così, quindi dovremo ripensare un pò il tutto”.

Poi il turismo è ripreso in più momenti dell’anno e ora tutti sono contenti

Poi la decisione di trasformare il Palazzo in Museo ha dato di nuovo fiato al turismo, un turismo diverso ma ugualmente importante. Prima i turisti andavano soprattutto quando c’era il Papa e nei giorni in cui si affacciava alla finestra, adesso i turisti vanno in qualsiasi momento dell’anno, non solo d’estate e la presenza in paese è aumentata.

La signora Marina, artigiana a Castel Gandolfo, sostiene la scelta di Bergoglio. “Io sono quasi contenta che non venga, perché non venendo ha aperto le ville e il palazzo pontificio, quindi ha creato un’opportunità maggiore al paese perché è una visita che non si può fare in nessun’altra parte del mondo. Quindi abbiamo un turista molto più ricco, perché il biglietto costa 27 euro, quindi le persone che vengono sono facoltose e non viene più il pellegrino solo la domenica. Ora molte agenzie importanti portano i turisti qui e prima non succedeva. L’unica cosa che secondo me si è persa è la presenza davanti al palazzo delle guardie svizzere, che ora non ci sono più.

Collegamenti con treni, metro e bus

La stazione di Castel Gandolfo non è molto grande, ma ha collegamenti diretti con la Stazione Termini tuti i giorni. Trenitalia ha la linea FL4a che effettua fermate a Ciampino, Marino e Castel Gandolfo, terminando ad Albano Laziale. La distanza è di circa 20 km. Le corse sono abbastanza frequenti durante la settimana e anche nei weekend. La stazione ferroviaria si trova in basso rispetto al centro del paese e ci si può andare a piedi. Un tragitto per pedoni permette di non dover camminare vicino alle macchine. Il tragitto a piedi dura circa 15 minuti. Se si vuole, ci sono delle navette gratuite che facilitano il raggiungimento del passaggio tra centro e stazione. 

Il tempo di percorrenza del treno tra Castel Gandolfo e Roma è di circa 43 minuti e copre una distanza di circa 26 km. Sono 97 i treni che operano settimanalmente, anche se gli orari possono variare nel fine settimana e nei giorni festivi, quindi bisogna verificarli in anticipo. Se si vuole si può prendere il bus Cotral per raggiungere la Stazione Metro Anagnina e da lì qualsiasi parte di Roma.

Molto sport, cibi genuini e vini famosi caratterizzano questa parte dei Castelli

A partire dagli anni Sessanta con il turismo di massa, le sponde del lago si sono attrezzate con stabilimenti, bar e ristoranti, dove si può godere del meraviglioso paesaggio e delle acque del lago. Lo stadio olimpico di canottaggio del CONI offre la possibilità di spettacoli sportivi. Tra le attività più praticate sulle sue acque oltre alla canoa c’è il pedalò, mentre a riva molte persone si tengono in forma con il jogging, la mountain-bike o con lunghe passeggiate sotto la boscaglia.

Tra il centro di ogni borgo e i dintorni ville e case agricole si alternano in una vegetazione fittissima, di campi coltivati, boschetti, giardini, viali alberati e vigneti. Non dimentichiamo che questa è la terra del famoso “Frascati” e ora anche del “Cesanese del Piglio” e a pochi km da Castel Gandolfo c’è Marino. Secondo molti Castel Gandolfo è uno dei centri più tranquilli, con pochi abitanti e anche un turismo selezionato, legato più che altro alla religione e alla storia.

Lo strano fenomeno dell’abbassamento delle acque del Lago di Albano

Tutt’intorno al borgo, si estende il Parco Regionale dei Castelli Romani, con zone boschive e prati, oltre alle coste del lago, e per assaporare le autentiche atmosfere del posto, tra divertimento e tradizione. Nonostante il nome, il piccolo lago vulcanico fa più parte del panorama naturale di Castel Gandolfo che di Albano. L’Emissario è una delle più importanti opere di ingegneria idraulica dell’epoca romana. Un canale scavato dai romani per 1800 metri, che inizia sulle sponde del Lago Albano e termina a Mole di Castel Gandolfo serve a regolare il livello delle acque del lago. È tuttora funzionante e viene usato anche per irrigare i campi del versante nord della zona.

Il lago Albano è un bacino craterico, situato tra le piccole colline dei Castelli Romani. È alimentato principalmente da acque sotterranee. Tuttavia, dagli anni ’60 il livello dell’acqua del lago si è drasticamente abbassato fino a circa otto metri. In più, ogni anno, diminuisce di circa trenta centimetri. I Romani regolavano le acque del lago con il canale Emissario, noi invece ci affidiamo alla tecnologia. Per questo non molto tempo fa è stato installato un teleidrometro per monitorare livello e temperatura dell’acqua.

Le acque del lago sono monitorate per prevenire fenomeni di formazioni di alghe

Le cause principali dell’abbassamento del livello sono l’urbanizzazione e il sovrasfruttamento delle acque lacustri e sotterranee. Infatti il continuo prelievo di acqua dal lago non è bilanciato dall’apporto che dovrebbero dare le piogge. Anch’esse sono diminuite negli ultimi anni a causa del riscaldamento globale e quando si verificano sono talmente copiose, in poco tempo, che l’acqua fa in tempo a penetrare nel terreno ma scorre in superficie trascinando a valle detriti e pietre. Con il fondale che si riduce costantemente, dato il tempo di rinnovo dell’acqua stimato di quarantasette anni, e con il conseguente aumento degli inquinanti, i livelli di azoto e fosforo diventano più elevati, influendo sulla qualità generale dell’acqua e provocando le massicce fioriture algali.

Per far fronte a questi problemi ambientali c’è il progetto Bloo Water. Vuole proporre soluzioni tecnologiche con l’integrazione di tecniche di monitoraggio e trattamento delle acque colpite dalla fioritura di alghe tossiche. L’aspetto più innovativo dell’iniziativa, coordinata da ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile), è il fatto che si uniscono le immagini satellitari con quelle acquisite dai droni. I dati così ottenuti possono poi essere utilizzati dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale. In questo modo è possibile prevedere con precisione le fioriture di queste alghe e interrompere temporaneamente, laddove necessario, la captazione di acqua potabile.