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Vivere fuori Roma: Cerveteri è a due passi, tante attrattive ma senza identità culturale

Cerveteri è immersa nella storia ma è come se la Storia l’avesse sempre emarginata. Tutto avveniva altrove, nei dintorni. Palazzi e Castelli dei signorotti laziali sono sorti altrove

Cerveteri, Castello Ruspoli

Cerveteri, Castello Ruspoli

Roma è diventata invivibile, sciatta, maltrattata dall’amministrazione e dai suoi stessi cittadini. Piuttosto che starci male è preferibile andarsene, magari vicino, per guardarla da fuori e illudersi che sia sempre lei. Cerveteri è a due passi. Un borgo immerso nella natura ma che ancora non si identifica del tutto con la civiltà antica che la circonda, che è sempre stato più un possedimento che una città.

Si può amare un luogo e viverci male. Può sembrare un controsenso ma è così. Ti fa male vederlo deperire. Perdere umanità. Perdere il fascino che possiede per incuria, disattenzione, maleducazione, inciviltà. Tutte le metropoli del mondo soffrono degli stessi problemi: traffico, sporcizia, disumanizzazione, solitudine. Sono condizioni alle quali non ti abitui. Le puoi sopportare, pagandole con stress, depressione, scontentezza ma non puoi pensare che quello debba essere il modo di vivere e prima o poi o muori o te ne vai.

Carlo Verdone: amo Roma ma mi deprime vederla maltrattata

A proposito del bisogno di trovare un’alternativa a vivere male in città ci pensano sempre più persone, anche chi a Roma è nato, c’è vissuto, l’ha lodata e raccontata mille volte. Sto parlando di Carlo Verdone. Recentemente, in un incontro pubblico registrato su il canale Il Capitale, postato su YouTube, in un video dal titolo “Vivere Roma – Carlo Verdone”, il regista si è espresso così. Non riporterò tutto l’intervento ma alcuni passi fondamentali che possono introdurre questo articolo.

Roma si trova in uno stato di sciatteria

“Roma può deludere. Però non è colpa di Roma. È colpa di chi dovrebbe occuparsi di Roma. È come una bella signora lasciata su una sedia sgangherata in un vicolo e nessuno si cura più di lei. Roma è una città molto abbandonata a sé stessa. Dove le persone sono molto distratte… è una città con poca luce. La notte Roma non è illuminata. Roma è bella di giorno, quando sorge il sole, l’alba. Quando arriva il tramonto iniziano i lumini. La notte non è un granché. A meno che non c’è una bella terrazza.

Roma è una città, purtroppo, in uno stato di sciatteria. Ma non per colpa sua poveraccia. Perché Roma ha dei tesori meravigliosi, io posso vivere solo qua non posso vivere da un’altra parte. Io l’adoro questa città. Però a un certo punto c’è qualcuno che ti costringe ad andare via.”

Ho pensato che i prossimi anni li passerò in campagna

“Ho la fortuna di aver comprato una casa che la guardo a 360° da lontano e mi sembra, ma è un’illusione, che è rimasta sempre uguale. Quindi io l’adoro. Però capisco chi pensa di andar via da Roma. Io stesso ho pensato che i miei prossimi anni li passerò in campagna, non troppo lontano da Roma, perché trovo una vita più sana, più serena, più tranquilla. Pure avendoci campato col mio lavoro su questa città, però francamente, se non si fanno delle operazioni basilari per i cittadini, la città viene lasciata alla sciatteria. Questo mi deprime moltissimo.”

Cerveteri un gioiello spesso dimenticato nella Maremma Laziale

Qualche chilometro a nord di Roma, 42 per l’esattezza, si trova il Comune di Cervéteri. Metto l’accento in evidenza sulla penultima sillaba, perché il nome è piano. Ho sentito talvolta pronunciarlo con l’accento sdrucciolo, sulla terzultima sillaba: Cervetéri. Orribile.

La città è ben collegata con l’autostrada Roma – Civitavecchia, la A12, con la ferrovia e i bus. Solo che chi percorre l’Aurelia o l’A12 più spesso è diretto altrove: Santa Marinella, Capalbio, Orbetello, l’Argentario o forse alla dirimpettaia Ladispoli. Questa parte di Maremma non è mai stata valorizzata come meriterebbe. Cerveteri è immersa in un bellissimo territorio ricco dal punto naturalistico e storico. Con la Necropoli etrusca del Sorbo e a quella della Banditaccia, una delle più monumentali del Mar Mediterraneo, dichiarata nel 2004 Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco, assieme a quella di Tarquinia.

Il verde dei campi, delle colline, delle vigne e dei boschi di cui è circondata questa cittadina fa il resto in tema di relax, senza considerare l’esperienza del visitare il monumento naturale Palude di Torre Flavia, un’area naturale protetta che si estende fino al mare. Non è un suggerimento che diamo a Carlo Verdone ma certamente a tutti coloro che volessero pensare a dove trasferirsi, restando vicino a Roma. Non senza fare alcune riflessioni sulla condizione attuale della città

Una popolazione immersa nella natura e in crescita costante

Cerveteri è a un passo dal mare e dal lago di Bracciano dista solo 17 km. Le sue spiagge, vulcaniche come quelle di Ladispoli, sono nere perché ricche di ferro e molto frequentate d’estate. Fortunatamente Cerveteri non vive di solo turismo estivo. È un polo d’attrazione turistica ma è stata sempre anche una realtà molto attiva, con una forte presenza di aziende agricole. I suoi 40.000 abitanti stanno crescendo in un’Italia che si va spopolando.

Molti dei residenti lavorano sul territorio ma tra loro ci sono anche tanti pendolari che si muovono in machina o in treno e bus verso Roma. Chi si è abituato a vivere lontano dal caos non cambierebbe la propria residenza per nulla al mondo. Qui si respira natura, arte, storia e la gastronomia è una delle migliori d’Italia, con tanti prodotti davvero a chilometro zero. Dall’olio extravergine di oliva, al vino, alla frutta, ai vegetali e alla carne. Sul piano gastronomico non manca nulla. Manca l’identità culturale. E non è poco.

Un tempo il mare veniva scelto prevalentemente per trascorrerci le vacanze estive, oggi invece si sceglie di viverci tutto l’anno.  Le cittadine che si affacciano sul mare negli ultimi anni hanno visto una crescita esponenziale del mercato immobiliare soprattutto nel Litorale Nord. Secondo esperti del settore, in queste zone è ancora possibile acquistare casa con 1.500/2000 euro al mq. Le mete del litorale sono particolarmente consigliate agli amanti degli sport acquatici come surf, wind surf, kite surf e vela che qui, insieme al beach volley sono sport diffusissimi.

Cerveteri è un Non Paese, ha tutto ma non un’identità culturale

Come dicevo prima, Cerveteri sorge in un territorio potenzialmente ricco di tutto, natura, storia, gastronomia eppure, anche se ha nel suo comune una delle più vaste aree archeologiche del mondo, quando devi spiegare dove si trovi, devi fare riferimento a Ladispoli. Perché? Una sua frazione, sorta 140 anni fa da una comunità di pescatori e lavoratori del Principe Odescalchi, è più conosciuta. Di fatto si potrebbe dire che Cerveteri è un “non paese”. Ha tutto ma non c’è niente.

Cerveteri è nata anche prima di Roma e nella sua storia ha seguito le sorti della “figlia” divenuta città imperiale ma in sé non ha luoghi dove usufruire di cultura. Non c’è un Teatro, una sala Convegni, un Auditorium, un Palazzetto dello Sport. C’è un Museo, ma solo dal 1967. Eppure qui si raccolgono reperti etruschi da oltre due secoli, certo ma qui è anche nato il fenomeno dei tombaroli. Che depredavano per vendere altrove i tesori che trovavano nelle necropoli. Non riconoscevano identità culturale a quei tesori, servivano solo per fare soldi.

Non una città con dei cittadini ma un possedimento con dei dipendenti

Tutto è rimasto intorno a lei. Bisogna andare a Tarquinia, a Bracciano, a Roma, forse anche a Ladispoli per qualsiasi cosa. Probabilmente Cerveteri manca di una continuità storica identitaria come c’è in altre cittadine anche prossime a lei. È immersa nella storia ma è come se la Storia l’avesse sempre non proprio ignorata ma emarginata. Tutto avveniva altrove, nei dintorni. Palazzi e Castelli dei signorotti laziali sono sorti altrove.

Una spiegazione che possiamo dare è che negli anni ’70 qui c’erano 10mila abitanti e non erano di Cerveteri erano per lo più marchigiani. Erano più attaccati alle Marche che a questo territorio. Stavano qui per lavorare e basta e non si identificavano con Cerveteri, non la difendevano. Per chi governava Cerveteri, i Principi Ruspoli per esempio, questa non era una città con dei cittadini ma un possedimento con dei dipendenti.

Non era necessario per i Ruspoli dare un segno di potenza a Cerveteri

Il pittore Carlo Grechisi spiega così questa assenza di cultura a Cerveteri: “I nobili, nelle loro proprietà, facevano naturalmente quello che volevano. Negli spazi pubblici, quando era possibile, cercavano di evidenziare, anche con gesti generosi, la loro potenza e la loro ricchezza. Ma Cerveteri non era Tarquinia. Cerveteri non era una città, ma una proprietà dei Ruspoli. Nasce come agglomerato urbano per i loro operai e i loro fattori. Non è Roma, dove il Principe Ruspoli doveva dare dimostrazione pubblica della sua potenza. A Cerveteri non doveva essere generoso, realizzando grandi opere. Cerveteri è sempre stata amministrata come si gestisce un terreno o la cucina di casa propria. A Cerveteri, al massimo, si confrontavano con il mezzadro. Che non aveva, in generale, interesse per l’Arte.

Sarà per questo che un intero quartiere della città è stato costruito sulla necropoli dell’antica città etrusca di Caere, senza che nessuno abbia mosso un dito o fatto delle proteste. Non glie n’è fregato niente a nessuno. Lo stesso patrimonio archeologico, che stava sottoterra, non apparteneva alla cultura degli abitanti di Cerveteri. Con quello che rubavano nelle tombe ci facevano i pavimenti delle case. Lo stesso Principe Ruspoli ha depredato quanto ha voluto per farne oggetto di regali a chi gli stava simpatico o gli necessitava. Fosse il Papa o i Francesi, a chiunque. Lui era il Signore e faceva quello che voleva dei reperti, della città, della sua storia e dei dipendenti.

Il rischio di vedere trasformare Cerveteri in una città dormitorio va evitato

Nel dopoguerra, con la nuova migrazione, la popolazione è passata da 10mila a 40mila abitanti. Ma il fenomeno della non identità s’è aggravato. Chi s’è trasferito a Cerveteri non era neanche laziale o romano, era gente di varie regioni del centro e del sud d’Italia. Non venivano a vivere qui ma solo ad abitarci. Era ed è rimasto in gran parte un dormitorio, per molto tempo. Soltanto adesso la situazione sta cambiando perché comincia ad essere presente una generazione locale, di persone attaccate al territorio.

Anche a Cerveteri si è verificato il fenomeno della chiusura di molte piccole attività commerciali e all’arrivo dei cinesi con le loro cineserie e la loro gastronomia. Se non c’è una identità che difende un borgo è facile che si verifichino fenomeni di multiculturalità, di ghetti di immigrati, finanche di degrado com’è avvenuto altrove. Quando arrivano i cinesi il pericolo è imminente. I loro prodotti sono uguali, gli stessi in tutto il mondo. Riempiono le nostre case di plastiche inutili e oscenità industriali. Il pericolo della perdita di gusto e di qualità delle cose, apre alla presenza della microcriminalità, che occupi spazi lasciati vuoti dalla cultura.

Non ce l’ho coi cinesi. Loro fanno il loro mestiere. Siamo noi che non abbiamo bisogno delle loro soluzioni di plastica a un euro e di prodotti spesso inutili. Nel vuoto culturale poi arrivano lo spaccio di droga e i quartieri dormitorio. Sono una prospettiva pericolosa intorno a Roma, l’abbiamo già visto a Guidonia e ad Ardea. Per fortuna qui saremmo ancora in tempo a fermare questa deriva. Ma occorre dare una forte connotazione identitaria e culturale alla città.

La possibilità di una crescita economica e identitaria va di pari passo

Sta ai suoi abitanti fare di questa battaglia la propria bandiera. Non lasciare che Cerveteri sia l’ennesima città dormitorio alle porte di Roma. Per sua fortuna la Maremma laziale ha molto da offrire in termini di proposta culturale e di tempo libero, è un territorio che può essere valorizzato e sfruttato a vantaggio di un turismo qualificato e dei suoi stessi abitanti, se però imparano ad amare questi luoghi, a valorizzare i prodotti, l’artigianato, rivitalizzando vecchi mestieri che hanno molto da offrire al turista straniero, la lavorazione del cuoio, del legno, del ferro, dei marmi, i gioielli. Si pensi solo a cosa possono essere le riproduzioni dei gioielli etruschi per farne un commercio fiorente. Ma anche le pratiche sportive, le opportunità di svago e di apprendimento possono costituire chances di crescita economica.

Il turismo internazionale crescerà nei prossimi decenni e l’Italia è una delle mete prescelte

I cittadini di ogni parte d’Italia e del Mondo non aspettano altro che trovare luoghi in cui si possa sfruttare le bellezze del nostro passato e godere di quelle del presente. La chiave è sempre in un turismo intelligente, non solo quello dell’ombrellone sulla spiaggia, ma interessato alla gastronomia, ai prodotti della campagna, agli oggetti, al recupero dei materiali, all’arte ricca e povera, alle mostre, alle sagre e alle fiere locali.

Finché è possibile bisogna fare in modo che il quartiere di Cerenova e tutta Cerveteri non diventino la città dormitorio. Anticamera del degrado sociale e culturale. La provincia italiana ha ancora molto da offrire ai turisti di tutto il mondo e il mondo, ve lo posso garantire, non vede l’ora di potersi bagnare nella tradizione, nella storia, nella cultura del nostro Paese, perché sono valori che si vanno perdendo un po’ dappertutto, sotto la mannaia dell’omologazione.