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Vaccini anti-Covid, prof Frajese: “Dubbi sulla sicurezza a breve e a lungo termine”

Come si può continuare a veicolare il messaggio che i vaccini siano assolutamente sicuri se non lo sappiamo?

Frajese vaccini , esposte nel punto vaccinale all'interno delle tende donate all'Italia dal Qatar nei pressi dell'ospedale San Carlo

Fiale dei vaccini anti Covid-19, da sinistra, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Pfizer e Moderna, esposte nel punto vaccinale all'interno delle tende donate all'Italia dal Qatar nei pressi dell'ospedale San Carlo

Vaccini anti-Covid, l’intervista esclusiva al professor Vanni Frajese, Professore Associato all’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, specializzato in endocrinologia.

Vaccini anti-Covid, l’intervista al professor Frajese

Dopo il caso della diciottenne purtroppo deceduta a seguito della somministrazione del vaccino Vaxzevria, il CTS si è visto costretto e rivedere le linee guida per l’utilizzo di questo siero.

Ed è notizia di questi ultimi giorni che si è deciso di vietarlo alle fasce di età al di sotto dei 60 anni, anche per le seconde dosi che saranno effettuate con i diversi vaccini a mRNA. Ritiene sia una decisione opportuna? I giovani che lo hanno ricevuto hanno corso dunque effettivi pericoli?

“Il clamore suscitato dagli eventi avversi a breve termine del vaccino Vaxzevria, da un lato ha creato enorme confusione nella popolazione, dall’altro ha evidenziato un problema molto più profondo.

Ossia la mancanza di evidenze scientifiche sulla sicurezza a breve e, aggiungo, soprattutto a lungo termine di questi sieri approvati in via emergenziale. Questo non riguarda solo il prodotto AstraZeneca, ma è comune a tutti quei vaccini che utilizzano materiale genico (DNA o mRNA) come induttori dell’immunità. Mi riferisco quindi anche ai prodotti Pfizer, Moderna, J&J, e perfino Sputnik”.

Vaccini anti-Covid: prodotti genici assolutamente nuovi

“In questo momento l’evidenza più importante che credo sia urgente portare alla luce è il fatto che quelli che oggi chiamiamo comunemente vaccini anti-covid, siano in realtà prodotti genici assolutamente nuovi.

I quali per rapidità di sviluppo, produzione e approvazione potrebbero non essere stati sottoposti a sufficienti verifiche sugli effetti collaterali a lungo termine. O anche ad una adeguata valutazione degli effetti a breve termine evidenziati dalle brevi sperimentazioni.

Questo credo sia invece essenziale per la loro somministrazione soprattutto ad alcune categorie di persone, quali ad esempio i bambini e le donne in gravidanza.

Cosa Suggerisce?

Ritengo assolutamente urgente e necessario che chi di dovere, enti regolatori, governo ed esperti del settore, ci rassicurino mostrandoci i dati che dimostrano che il rischio di sviluppare il cancro. O anche problemi al sistema immunitario, o alterazioni della riproduzione con uno di questi sieri sperimentali, sia stato ben quantificato.

Cosa pensa della vaccinazione nella fascia 12-16 anni?

Riguardo alla vaccinazione anti-Covid dei minori, adolescenti e bambini, fasce di età non generalmente soggette, oltretutto, agli effetti pericolosi della malattia, occorre porre una attenzione dieci volte superiore a quella che già occorre per individui di qualsiasi età e sesso.

Questa immagine mostra i dati, ad esempio, sul Pfizer 12-15 anni, aggiornata al 31/5/2021.

Bisogna sottolineare che la segnalazione di un evento indesiderato non significa necessariamente una relazione di causalità con la somministrazione vaccinale, ma accende comunque più di un campanello d’allarme.

Una delle complicazioni a breve termine per i giovani è ad esempio la miocardite. Si tratta di un’infiammazione del cuore che rappresenta un problema molto serio, soprattutto su soggetti giovani.

Come si può continuare a veicolare il messaggio che i vaccini siano assolutamente sicuri se non lo sappiamo?

Io da medico che ha fatto un giuramento, che ha una coscienza e un’etica oltre che una laurea, attendo di vedere gli studi di cancerogenicità prima di poter pensare di consigliare queste sostanze a bambini e donne incinte.

Vaccini, Frajese: perché non ci sono dati sulla carcinogesi?

“Vorrei ascoltare il pensiero di coloro che sono tecnicamente ben più competenti di me in immunologia, per capire perché non sono, ad oggi, disponibili i risultati in merito agli studi di carcinogenesi, ad esempio. A me sembrano fondamentali.

Ci sono molteplici medici che si stanno mobilitando riguardo questo e altri aspetti, soprattutto nell’intento di salvaguardare la fasce di età più giovani e i bambini: esperti inglesi, 93 medici israeliani, la commissione tedesca Stiko e anche la richiesta della moratoria italiana. Si è puntato il dito contro AstraZeneca, ma qui la questione è molto più complessa.

Perché, chiedo da medico, nel pieno di una pandemia mondiale, che ci dicono pericolosissima, invece di creare e distribuire vaccini tradizionali, sicuri e già utilizzati da decenni, si decide di sperimentare vaccini a materiale genico? Quale è la logica? Non può essere certamente l’urgenza, a discapito della sicurezza”.

Le cure contro il Covid ci sono

Esistono cure?

“L’umanità non è certo arrivata fino al 2020 senza antivirali. Il Covid ha importanti possibilità di cura con Idrossiclorochina, Ivermectina, ruoli di supporto per le vitamine D e C, la quercetina, lo zinco, cortisonici e anti-aggreganti come l’eparina, ci sono studi clinici su migliaia di persone. Si finge di essere a mani nude davanti a un nuovo virus, ma non è così.

I pazienti andrebbero curati, non osservati finché non necessitano ospedalizzazione”.

N.B.

Le opinioni espresse sono a titolo personale, e non coinvolgono in alcun modo l’Università di Roma “Foro Italico” presso cui presto servizio. Né coinvolgono l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori (WFO-OMA) di cui coordino il consiglio scientifico.

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