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Ucraina, Pagliarulo (Anpi): “È resistenza, ma è diversa da quella italiana”

“Bisogna lavorare per l’unità fra tutte le forze di pace e antifasciste del nostro Paese per cercare la via del negoziato”, spiega Pagliarulo

Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI (foto Dire)

Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI (foto Dire)

Come riportato dall’agenzia Dire, questa mattina, il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, è intervenuto durante la conferenza stampa sulle prossime celebrazioni per la Liberazione, rilasciando le seguenti dichiarazioni.

Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI (foto Dire)
Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI (foto Dire)

“Questo sarà un 25 Aprile di memoria per la Liberazione e d’impegno per la pace. Non sarà solo un giorno di festa quest’anno, per quanto è possibile festeggiare in questo momento, ma sarà stimolo verso tutti per il ritorno della politica come composizione dei conflitti. Anpi non è mai stata equidistante, siamo da parte degli aggrediti contro gli aggressori, come abbiamo detto subito”.

Pagliarulo: “Anpi contraria all’invio di armi in Ucraina”

“Oggi vediamo una fase nuova, sempre più tragica, con violenza crescente e una tensione internazionale a un livello sconosciuto dal dopoguerra. Anpi si è detta contraria all’invio di armi in Ucraina, come all’aumento del budget per la difesa, perché sono scelte che hanno contribuito all’escalation a cui stiamo assistendo. È urgente un tavolo di trattative, invece succede il contrario, con il prolungarsi delle ostilità e il riarmo indiscriminato che aumenta le tensioni internazionali.

Assistiamo a un riarmo generalizzato come prima delle Guerre Mondiali. Come si fa a non vedere che si sta creando una reazione a catena apocalittica? Bisogna lavorare per l’unità fra tutte le forze di pace e antifasciste del nostro Paese per cercare la via del negoziato. Le differenze sulle singole posizioni non possono impedire questo percorso. In queste ultime settimane ho scoperto a mia insaputa di essere putiniano (ha rivelato con sarcasmo, ndr). È un sintomo dell’imbarbarimento del dibattito pubblico. Oggi rilanciamo una proposta di dialogo, sapendo che la guerra tra i tanti disastri che produce, divide”.

“Quella ucraina è lotta di resistenza, ma diversa da quella italiana”

“Pensiamo sia giusto chiamare quella ucraina una lotta di resistenza, come è scritto nella Carta delle Nazioni Unite. Ma è sbagliato identificare la resistenza ucraina con quella italiana. Ovunque uno Stato ne attacchi un altro va appoggiata la sua resistenza, ma quella italiana è emersa in un contesto totalmente diverso.

C’è stata la resistenza anche in Iraq e in Libia, ahimè, contro la Nato, ma ognuna è diversa. Quando affrontiamo questi temi bisogna cogliere le affinità, ma anche differenze. La resistenza ucraina è nata subito dopo l’invasione e riceve armamenti da un numero ampio di Stati che non sono in guerra contro la Russia. In Italia nasce l’8 settembre 1943 fino al 25 aprile 1945, quando l’Italia era già in guerra da tre anni”.

“Dobbiamo impedire che l’invio di armi ci avvicini alla linea rossa”

“Gli Alleati erano in guerra contro la Germania e l’Italia fascista, per cui forniscono armi alla Resistenza italiana e lei si muove per chiudere la guerra al più presto, cacciare i nazisti e costruire la pace. Già questa è una differenza abissale che spiega anche perché siamo contrari all’invio di armi all’Ucraina. Gli Alleati erano in guerra contro la Germania, invece l’Italia non è in guerra contro la Russia. Dobbiamo impedire che l’invio di armi ci avvicini alla linea rossa“.