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Uccise Vanessa Russo con un ombrello, ma è nullatenente: lo Stato risarcirà la famiglia

Doina Matei uccise la 23enne Vanessa Russo conficcandole la punta di un ombrello in un occhio, a pagare per lei lo Stato italiano

Vanessa Russo

Vanessa Russo

Vanessa Russo, 23 anni, venne uccisa con un ombrello al culmine di una lite alla stazione Termini di Roma nell’aprile del 2007, sulle scale della metropolitana.

L’omicidio di Vanessa Russo a Roma nel 2007

Per l’atroce omicidio fu condannata Doina Matei, 22enne romena senza fissa dimora, a 16 anni di reclusione. E adesso, per le precarie condizioni economiche, la Matei non verserà un euro alla famiglia della ragazza. A pagare sarà lo Stato italiano la somma di 760mila euro che la donna non dovrà versare in quanto nullatenente e con due figli a cui pensare.

Così ha stabilito il Tribunale civile di Perugia, che chiude la questione sul risarcimento che spetta alla famiglia della 22enne uccisa.

Vanessa Russo

Le sofferenze e le battaglie della famiglia Russo

La Matei fu trovata, arrestata e condannata per omicidio preterintenzionale aggravato a sedici anni, poi parzialmente scontati in semilibertà. Infine data in affidamento in prova ai servizi sociali fino alla fine della pena.

La famiglia Russo intentò causa pure in sede civile. Stabilito l’ammontare dell’indennizzo, il Tribunale di Perugia, affermò che la Matei era insolvente. E così i Russo presentarono ricorso al Tribunale di Roma. “Non è una questione di soldi ma di giustizia” diceva, nel 2017, Giuseppe Russo, padre di Vanessa, a Il Messaggero.

Le dichiarazioni dell’ex legale della famiglia di Vanessa Russo

“Siamo in presenza di una decisione non sorprendente perché in linea con l’orientamento della Corte di Giustizia Europea. Essa stabilisce che in presenza di crimini particolarmente efferati il risarcimento da parte dei responsabili sia affidato, in casi specifici, allo Stato“.

Lo afferma l’avvocato Federico Vianelli, in passato legale della famiglia di Vanessa Russo.

L’avvocato ha commentato la decisione della corte d’appello di Roma che ha accolto il verdetto della Corte Ue disponendo che allo Stato italiano spetta il risarcimento di 760 mila euro ai parenti delle vittima.

“In questa vicenda è già passato troppo tempo e niente restituirà alla famiglia Vanessa e risarcirà del dolore e delle lacrime versate” Ha concluso il penalista.