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Tv, quando si presume di essere più importanti dell’evento stesso

Il potere della televisione riesce a convincere molti protagonisti e addetti ai lavori di essere di gran lunga più importanti dell’evento stesso

Il potere della televisione riesce a convincere molti protagonisti e addetti ai lavori di essere di gran lunga più importanti dell’evento stesso. In questi ultimi tempi  la piaga del Coronavirus imperversa in lungo e in largo in tutti i palinsesti televisivi, ma nonostante si tratti di un argomento del quale a parlare dovrebbero essere medici, scienziati, virologi ed epidemiologi, molti conduttori televisivi di turno si ergono a mentori di verità assolute e inutili quanto sterili lezioni tutorial sulla detersione delle mani e lo sfilamento dei guanti, finendo così a far perdere le staffe ai luminari della medicina. E’ il caso di Live non è la D’Urso, dove il grande prof . Zangrillo ha chiesto a più riprese di non improvvisarsi, come già da noi anticipato, virologi, epidemiologi, medici e scienziati.

Nonostante le affermazioni mirate del luminare, la conduttrice ha continuato nel porre domande e una dopo l’altra sono state demolite dal professore ma tutto ciò è sembrato non voler essere preso in giusta considerazione, vero è che il professor Zangrillo ha voluto chiudere il discorso ammonendo tutti i non addetti ai lavori nel non improvvisarsi in ciò che non si è. Come se non bastasse la conduttrice, con circa 10 giorni di ritardo, propone ai telespettatori servizi datati e già postati sui social, inerenti a farmaci che potrebbero combattere il coronavirus, al pari del famoso video del 2015 trasmesso dal tg Leonardo e già ampiamente commentato, continuando a discuterne con opinionisti e giornalisti, senza però interpellare nessun luminare della Medicina, scatenando così l’ennesima diatriba tra incompetenti, pronti a ringhiarsi contro, senza peraltro conoscere il motivo del contendere, salvo poi interrompere continuamente i medici intervenuti, proprio nei momenti in cui stanno rispondendo ai quesiti posti.

di Marco Vittiglio, giornalista e critico televisivo

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