Tutti la considerano come l’ARABA FENICE del Lazio | Qui la morte non esiste, i fatti parlano chiaro dal 200 a.C.

Amatrice è considerata l'Araba Fenice del Lazio - Romait.it - foto Canva
Al confine tra il Lazio e l’Abruzzo si nasconde un gioiellino storico-culturale di tutto rispetto: il suo soprannome la dice lunga.
Nonostante siano meno visitate e conosciute rispetto alla Città Eterna, le campagne romane offrono attrazioni a dir poco affascinanti, complice la presenza di pittoreschi borghi che compongono uno splendido mosaico paesaggistico.
Tra monumenti antichi di centinaia di anni, una ricca e variegata flora e tanti altri dettagli storico-artistici, la Regione del Lazio non si risparmia mai in termini di proposte turistiche. Non a caso, ogni anno questi luoghi vengono visitati da centinaia di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.
Negli anni però ce ne sono alcuni che hanno catturato l’attenzione globale per motivi differenti e non particolarmente felici. E’ il caso dell’Araba Fenice, un nomignolo perfetto per uno dei borghi che ha attraversato uno dei periodi più brutti nella storia della Regione.
Un’araba fenice è pronta nuovamente a vivere
Alcuni anni fa il borgo è salito agli onori della cronaca per un terribile terremoto che lo ha reso al suolo. Con scosse che hanno raggiunto una magnitudo di 6.0, Amatrice, così come altre zone dell’Italia Centrale, ha subito danni devastanti, con centinaia di morti e feriti e decine di migliaia di sfollati.
Era il 24 agosto 2016 quando la terra dove è situato il piccolo paese in provincia di Rieti ha cominciato a tremare, riducendolo “in cenere”. La ferita però è rimasta aperta per tutte quelle persone che hanno lasciato in questo luogo un pezzo di sé.

La rinascita di Amatrice
Da quella orribile data, impressa per sempre nella mente degli italiani, le cose sono cambiate. In questi anni la Regione e il governo hanno investito grosse somme di denaro per la ricostruzione di Amatrice e di tutti quei paesi annientati dal sisma del 2016.
Le autorità dunque si sono mosse subito per rimettere in sesto un’area devastata e ormai deserta. Nonostante ci sia ancora tanto da fare, ad oggi i lavori stanno procedendo in maniera relativamente spedita. Tra quelli più significativi c’è la ricostruzione appena avviata della Cattedrale di San Francesco, un simbolo della cittadina, e del Palazzo D’Antoni, uno dei punti di riferimento del centro storico.