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Taxi, secondo giorno di sciopero e caos, Bellanova: “No a stralcio art. 10 del Ddl Concorrenza”

La categoria protesta contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, colpevole di “delegittimare il settore a favore delle multinazionali”

Taxi striscione Uber

I tassisti di tutta Italia si sono fermati dalla mezzanotte tra lunedì 5 e martedì 6 luglio e continueranno a incrociare le braccia ancora per una giornata.

Sciopero taxi, secondo giorno di protesta e disagi in tutta Italia

La categoria protesta contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, colpevole di “delegittimare il settore a favore delle multinazionali”.

Il principio riassunto nello striscione che ha guidato la manifestazione e che recitava: ”Draghi, non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber’.

Il corteo capitolino ha visto migliaia di conducenti di auto bianche sfilare per le strade del centro di Roma, paralizzando il traffico, con gli interventi finali dal palco dei sindacalisti.

Sciopero Taxi, le dichiarazioni dei sindacati

Nella serata di ieri 5 luglio le sigle sindacali promotrici dello sciopero hanno detto: “Ringraziamo tutti i lavoratori del comparto taxi che, con senso di responsabilità e passione, hanno partecipato alla prima giornata di protesta indetta per chiedere lo stralcio dell’articolo 10 del ddl concorrenza. Una giornata di sciopero che ha visto il fermo della totalità degli operatori del servizio nel rispetto delle fasce di garanzia. Un pensiero in particolare a tutti le colleghe ed i colleghi che hanno sfilato in corteo nonostante le temperature proibitive.

Confermiamo la giornata di sciopero prevista per martedì. Chiediamo nuovamente lo stralcio dell’articolo pur ribadendo al Governo la disponibilità ad aprire un immediato tavolo di confronto per dirimere le questioni rimaste da troppo tempo irrisolte e per migliorare il servizio laddove sia necessario farlo”.

Bellanova: “Non stralceremo articolo 10 del Ddl concorrenza”

Nel ddl Concorrenza potrebbe arrivare una norma per regolare meglio le piattaforme di intermediazione per il servizio taxi, prevedendo una differenziazione tra quelle elaborate dai tassisti e quelle di altri intermediari come Uber. Parola della vice ministra Teresa Bellanova che segue la trattativa con i tassisti: “Nessun operatore del settore verrà penalizzato, – spiega al “Messaggero”.

Il ddl Concorrenza non apre a una liberalizzazione selvaggia, l’obiettivo del governo è di migliorare ed efficientare il trasporto pubblico non di linea”.

I tassisti però chiedono lo stralcio dell’articolo 10, mentre l’esecutivo è disposto solo a inserire delle modifiche: “Dopo che ho ricevuto l’incarico dal governo a seguire la questione, nei giorni scorsi abbiamo avviato un confronto con la categoria.

Il primo incontro è stato dedicato all’ascolto, poi lunedì ci siamo rivisti con le organizzazioni sindacali e in quell’occasione le ho invitate a rinviare lo sciopero dal momento che era in corso una trattativa. I sindacati hanno ritenuto invece di andare avanti con le 48 ore di protesta programmate. Il tavolo però resta aperto”.

“La mia logica è che se ci si siede a un tavolo allora ci si alza solo quando è stata raggiunta un’intesa. Sta adesso alle parti farci sapere se sono intenzionate a continuare il confronto, nel rispetto dell’impianto che il governo ha presentato al Parlamento”. 

Disponibilità a un tavolo permanente

Ma il problema è proprio questo, i tassisti chiedono lo stralcio dell’articolo 10 del ddl Concorrenza mentre il governo propone modifiche, sia pure sostanziali: “Questo è un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri dove siedono tutti i partiti di maggioranza. Da parte del Governo non c’è la disponibilità allo stralcio. Stiamo lavorando per chiarire meglio gli scopi della riforma e fugare i rischi che le categorie hanno intravisto. L’articolo 10 non apre a una liberalizzazione selvaggia del settore. Il nostro scopo è confermare la diversità di disciplina tra taxi e ncc, promuovere l’aggregazione in forme cooperative e associative, semplificare gli adempimenti amministrativi”.

“Ho anche dato la disponibilità a istituire e presiedere un tavolo permanente al fine di monitorare i prossimi decreti attuativi una volta approvata la Delega e garantire che nessun operatore del settore venga penalizzato”.

La contestazione della direttiva Bolkestein

I tassisti contestano anche l’applicazione della direttiva Bolkestein al loro settore dicendo che l’Europa non lo chiede: “Il punto non è cosa chiede l’Europa. Il punto è migliorare i servizi pubblici di linea e non di linea e renderli sempre più appetibili e funzionali per i cittadini che hanno bisogno di una mobilità anche dell’ultimo miglio all’altezza, e città meno intasate e più sostenibili, meno soffocate dalle auto private. In questo modo siamo anche convinti che aumenteranno le opportunità di lavoro per tassisti e ncc”.
“Un servizio più efficiente, attese meno lunghe per l’utenza, maggiore professionalità, giusto per fare qualche esempio”.

Uber, il nemico della categoria

Uber rimane il nemico numero uno per i tassisti.

“Vogliamo intervenire per disciplinare in modo differenziato le diverse piattaforme tecnologiche. Distinguendo le piattaforme tecnologiche per intermediazione da quelle per interconnessione, quelle gestite dai tassisti e quelle da altri intermediari. Dando regole certe e condivise a questo settore è possibile esaltare ogni figura professionale coinvolta”.

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi parla di riforma inchiodata: “Lavoriamo perché la riforma non sia inchiodata e affinché il Parlamento possa approvare questo testo nel più breve tempo possibile. Un dato è evidente: in momenti difficili come questo il contributo costruttivo di tutti dovrebbe essere una condizione obbligata”, ha concluso Bellanova.