Tassisti impazziti, a Roma aumentano le tariffe: per 5 minuti di strada paghi 200€

Città disperata - pexel - romait.it
Incredibile ma vero: non è più possibile fare nemmeno un tratto classico con il taxi che ti arriva un salasso da pagare.
In Italia il servizio taxi è da sempre un tema che divide l’opinione pubblica. Da un lato rappresenta un mestiere storico, regolato da licenze comunali e da una rete di professionisti che conoscono a memoria le strade delle città; dall’altro, viene spesso percepito come una vera e propria casta, chiusa e difficilmente accessibile.
Le licenze, infatti, sono limitate e costose, un privilegio che negli anni ha creato un piccolo monopolio urbano. I tassisti lavorano sotto rigide regole ma godono anche di tutele e poteri contrattuali che pochi altri settori possono vantare.
A Roma, Milano e Napoli il taxi è sinonimo di sicurezza e servizio immediato, ma anche di tariffe spesso elevate, soprattutto per i turisti. I controlli ci sono, ma le truffe non mancano, e in alcuni casi l’immagine della categoria viene compromessa da pochi, furbi autisti che approfittano dell’ingenuità dei clienti o dell’assenza di alternative.
Taxi contro Uber
Nel resto del mondo, servizi come Uber hanno rivoluzionato il modo di muoversi in città. In molte capitali europee l’app americana ha messo fine ai conflitti sulle tariffe, garantendo un prezzo chiaro prima ancora di salire a bordo. La formula è semplice: il cliente paga solo quanto visualizzato in anticipo, e ogni corsa è tracciata e monitorata. Questo modello ha dato filo da torcere ai tassisti tradizionali.
In Italia, tuttavia, Uber non ha mai attecchito davvero, soprattutto a causa delle restrizioni legislative e della forte opposizione delle cooperative di taxi. Il risultato è che i passeggeri si trovano spesso a pagare importi molto diversi per percorsi simili, e a doversi affidare alla buona fede dell’autista.

Tassisti impazziti a Roma
Proprio nella capitale, infatti, è scoppiato l’ennesimo caso di tentata truffa. L’influencer Ferguson, in visita ai Musei Vaticani, ha ripreso la scena in un video poi pubblicato online: voleva andare a piazza Navona, ma un tassista gli ha chiesto una “tariffa fissa” di 45 euro per meno di tre chilometri. Un prezzo paragonabile a quello di una corsa dall’aeroporto di Fiumicino, ben più distante.
Ferguson, insospettito, ha cercato un altro taxi e ha trovato un autista regolare, con tassametro e pagamento pos. La corsa, alla fine, è costata 9 euro, con un euro di mancia per l’onestà dimostrata. Il video, diffuso da Romatoday, ha riacceso il dibattito sulle truffe ai turisti e sulla necessità di controlli più severi. Ma in realtà, per 5 minuti si sarebbe potuto arrivare a spendere ben 200 euro. Follia o truffa?
